PAGAMENTI INNOVATIVI

E-payment, Cbi in prima linea: 4,4 mld di transazioni l’anno

Il sistema di pagamenti del consorzio di Abi coinvolge 600 istituti finanziari e 950mila imprese. La ceo Liliana Fratini Passi: “Non solo standard e servizi, promuoviamo anche la conoscenza degli strumenti digitali”

Pubblicato il 01 Dic 2014

Flavia Fraticelli

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Oltre 4,4 miliardi di transazioni annue per un totale di 600 istituti finanziari e 950mila imprese coinvolti. Questi i numeri che “muove” il consorzio Cbi, braccio operativo di Abi per la digitalizzazione dei servizi bancari.

La società gestisce, infatti, la piattaforma telematica che mette in comunicazione banche, aziende ed enti pubblici e rende possibili i pagamenti online.

Dal 2008 al 2013 il tasso medio di crescita dei servizi d’incasso e pagamento forniti da Cbi è stato pari al 6%, ma si stima che nel prossimo futuro un input ancora più forte allo sviluppo delle transazioni via web sarà dato anche dai nuovi obblighi previsti dal secondo decreto attuativo della Legge finanziaria del 2008, che impone, a partire dal 31 marzo del 2015, alle aziende fornitrici di tutte le pubbliche amministrazioni di emettere, trasmettere e conservare esclusivamente fatture elettroniche.

Uno scenario, quello del digital payment, dove mondo produttivo ed enti pubblici giocano un ruolo di primo piano, e in cui, però, anche l’utenza privata si sta ritagliando la sua parte. CBI, oltre ad offrire servizi pensati per le pa e le imprese produttive, a partire dall’inizio del 2014 ha, infatti, lanciato anche c-bill, un sistema di saldo online delle bollette, a cui possono accedere aziende e comuni cittadini. Ad oggi questo segmento ha catalizzato circa 120mila operazioni, per un controvalore di 28 milioni di euro.

I dati sono stati illustrati oggi da Liliana Fratini Passi, Ceo del Consorzio Cbi, durante la tavola rotonda “Servizi multicanali integrati per PA, imprese e cittadini digitali”, che si è svolta a Roma. Obiettivo: scattare un’istantanea dei servizi di pagamento telematici in italia. Un mercato dove al Consorzio Cbi sono riconducibili il 70% delle transazioni online compiute dalle imprese.

“Il nostro lavoro non è solo quello di creare standard e servizi ma anche quello di promuovere la conoscenza degli strumenti digitali. Per questo abbiamo lanciato proprio in questi giorni un portale informativo per la fatturazione elettronica dedicato ai nostri utenti”, ha annunciato Fratini Passi. “Per il 2015 abbiamo, inoltre, in agenda incontri sul territorio e presso le scuole per testimoniare quanto la modernizzazione digitale sia un valore per il nostro Paese”.

Valore, attualmente, non ancora del tutto riconosciuto, ha però sottolineato Elio Catania, Presidente di Confindustria digitale. “Solo il 4% delle pmi fa transazioni online e meno dell’ 1% del loro fatturato proviene da fatturazione di rete. C’è ancora molto da fare”, ha precisato il Presidente di Confindustria digitale, “ma le misure varate dal Governo nel decreto Sblocca Italia a favore della banca larga e della digitalizzazione nelle scuole sono positive e lasciano ben sperare”.

Salvatore Borgese, Payment services Director dell’Istituto centrale delle Banche Popolari, ha invece ricordato come l’utilizzo dei canali digitali rappresenti per le aziende “un fattore utile a internazionalizzare i propri servizi”, contribuendo a ridurre notevolmente i costi operativi. “In questi anni abbiamo implementato una serie di opportunità peri nostri utenti, introducendo economie di scale, condiviso e messo a fattor comune piattaforme che hanno consentito il pagamento del F24, dei voucher Inps e numerosi altri servizi”.

Se le imprese, soprattutto quelle più piccole, ancora faticano ad abbracciare la svolta digitale, meno restie al cambiamento si rivelano- a sorpresa- le pubbliche amministrazioni. “Dal punto di vista della pa”, ha affermato Domenico Casalino, Chief Executive officer di Consip, “il lavoro sulla fatturazione elettronica ha dato buoni risultati, il 36% degli acquisti pubblici sono avvenuti nel 2013 su piattaforme elettroniche”.

Con l’entrata in vigore del decreto attuativo che impone la digitalizzaizone dei pagamenti delle pa, secondo le stime di Cristiano Cannarsa, Chairman e CEO di Sogei, “si passerà dai 10 milioni di fatture digitali del marzo scorso ai 50 milioni”.

Una rivoluzione quella del digitale che non deve, però, lasciare indietro le imprese. “In questo momento di crisi, molte aziende non stanno investendo nell’Ict. Per questo chiediamo al Governo dei contributi ad hoc”, ha concluso, Maurizio Pimpinella, Presidente Associazione italiana istituti di pagamento e moneta elettronica.

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