L'APPROFONDIMENTO

E-skill e comunicazione pubblica, Di Costanzo: “Pnrr chance imperdibile”

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza strumento chiave per lanciare un grande piano di cultura digitale ma anche per innovare il modello organizzativo dell’informazione degli enti pubblici. L’analisi del presidente della Fondazione Italia Digitale e di PA Social

Pubblicato il 23 Mag 2022

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Fondazione Italia Digitale è una realtà giovane, nata nel 2021, ma unica nel nostro Paese, completamente dedicata a cultura e policy digitali a 360 gradi. Il nostro obiettivo principale di lavoro quotidiano è rendere il digitale popolare, far sì che le grandi opportunità offerte dal digitale possano essere alla portata di tutti: conosciute (nei vantaggi e nelle criticità), semplici, efficaci, eque e sicure.
Per questo, visto anche quanto successo nel corso della pandemia, con un’evidente accelerazione sui temi del digitale, e, purtroppo oggi anche con una guerra che vede il digitale protagonista in positivo e anche in negativo, pensiamo che il Pnrr sia un’occasione decisiva e fondamentale per raggiungere l’obiettivo di un digitale per tutti, da ogni punto di vista: infrastrutturale, culturale, organizzativo e professionale. Nel corso dell’audizione con le Commissioni 1ª e 7ª del Senato in merito al disegno di legge n. 2598 (d-l 36/2022 – ulteriori misure attuazione Pnrr) come Fondazione Italia Digitale abbiamo individuato tre punti su cui focalizzare l’attenzione e integrare per una migliore transizione digitale del Paese.
Si parte da un’accelerazione ulteriore sulla PA digitale incrementando il lavoro su formazione e competenze: l’articolo 32 del disegno di legge prevede l’estensione dell’ambito di intervento del Fondo per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, al fine di ricomprendere ulteriori campi coerenti con le progettualità del Pnrr (banda ultra larga, intelligenza artificiale, competenze digitali). Questo è un elemento positivo, crediamo che si possa fare un passo ulteriore sul tema della formazione, della divulgazione, della apertura alle competenze digitali, ad iniziare dalla pubblica amministrazione fino alle imprese e ai cittadini, con l’obiettivo di rendere la digitalizzazione strumento per tutti, dai giovani agli anziani.
Serve un grande piano di cultura digitale, i dati del nostro Osservatorio ci dicono che il 90% degli italiani lo vorrebbe, sarebbe importante prevederlo nel Fondo e nei progetti nazionali e locali del Pnrr. L’importanza della comunicazione pubblica digitale, da tempo servizio al cittadino a 360 gradi. La pandemia lo ha dimostrato, ma già prima era evidente, le piattaforme digitali di comunicazione (dai social alle chat fino all’intelligenza artificiale applicata alla comunicazione) hanno avuto un ruolo fondamentale per offrire servizi, supporto, comunicazione, informazione, dialogo e interazione ai cittadini.
Un ruolo decisivo lo hanno avuto anche i professionisti della comunicazione e informazione pubblica, purtroppo poco considerati all’interno del complessivo lavoro sul Pnrr (si contano sulle dita di una mano le figure di comunicazione e giornalismo messe a bando con i progetti legati al Pnrr. Poche, troppo poche) e in molti casi ancora non riconosciuti con il giusto ruolo nelle norme del nostro Paese.
Da anni sottolineiamo con l’Associazione PA Social come sia necessario arrivare in tempi rapidi ad un riconoscimento delle professionalità (gli esperti in comunicazione e informazione digitale ad oggi non esistono nel nostro ordinamento) e ad un modello organizzativo del lavoro di comunicazione e informazione diverso e al passo con gli strumenti, i linguaggi, i temi, le modalità di lavoro attuali. E’ una necessità recentemente sottolineata anche nel primo rapporto mondiale OCSE sulla comunicazione pubblica.
Il Pnrr è un’occasione irripetibile, i dati del nostro Osservatorio ci dicono che solo il 26% degli italiani si ritiene soddisfatto della comunicazione e informazione sul Piano, serve una previsione dedicata alla comunicazione al cittadino in tutti i bandi e progetti legati al Pnrr e non solo (così come succede in Europa con il Next Generation Eu), dal punto di vista delle risorse e delle professionalità, è fondamentale per la trasparenza e per la conoscenza. All’articolo 4 del disegno di legge, inoltre, si prevede “che il codice di comportamento preveda una sezione dedicata all’utilizzo delle tecnologie informatiche e dei social media da parte dei dipendenti pubblici, al fine di tutelare l’immagine della pubblica amministrazione”.
E’ corretto aggiornare i codici di comportamento e soprattutto prevedere che tutte le pubbliche amministrazioni si dotino di social media policy interne ed esterne, serve però andare oltre un approccio solo di “controllo” per il dipendente prevedendo, appunto, il giusto riconoscimento nei ruoli e nelle responsabilità alle professionalità dedicate che hanno le competenze per tutelare al meglio l’immagine della PA e rendere un servizio di qualità al cittadino. Cybersecurity, tema oggi più che mai al centro dell’attenzione. Il digitale è una verticale che tocca tantissimi aspetti del Pnrr. Dalla PA ai servizi al cittadino, dalla cultura al turismo, dalla mobilità all’inclusione sociale e al lavoro. Un’Italia più digitale è però un’Italia che necessita di maggiore sicurezza di reti ed infrastrutture critiche. Il tema cybersicurezza deve essere molto di più di una discussione tra esperti, sarebbe ad esempio importante considerare in tutti i bandi pubblici che riguardano il digitale, e non solo del Pnrr, la componente cybersicurezza come essenziale per la corretta esecuzione degli stessi. Il digitale è ormai realtà della vita quotidiana, come è necessario garantire la sicurezza fisica, così è fondamentale garantire la protezione dei dati dei cittadini e difendere le reti e le infrastrutture del Paese.

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