IL PIANO DA 350 MILIONI

E-skill, via ai bandi del Fondo Repubblica Digitale: sul piatto i primi 13 milioni

“Futura” e “Onlife” dedicati ad accrescere le competenze delle giovani donne e dei neet. Colao: “Mettiamo a disposizione strumenti e risorse economiche per contrastare la disoccupazione”

Pubblicato il 13 Ott 2022

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Prende il via il Fondo Repubblica Digitale con una dotazione di 350 milioni. Sono stati pubblicati oggi i primi due bandi del Fondo per la Repubblica Digitale, “Futura” e “Onlife”, dedicati ad accrescere le competenze digitali delle giovani donne e dei Neet.

“Con l’avvio del Fondo per la Repubblica Digitale realizziamo oggi un’iniziativa importante per la formazione e riqualificazione delle competenze digitali dei cittadini – spiega Vittorio Colao, ministro per la Transizione digitale. il  Un progetto che sosterrà percorsi orientati al risultato e all’inserimento lavorativo e si affiancherà alle tante iniziative sulle competenze che il Dipartimento per la trasformazione digitale sta sviluppando grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Oggi l’Italia sconta un gap di formazione che rischia di aumentare le disuguaglianze – territoriali e di genere – e rallentare la crescita economica del nostro Paese. Grazie al Fondo mettiamo a disposizione gli strumenti e le risorse economiche per colmare questo divario, contrastare la disoccupazione e permettere a tanti cittadini di usufruire delle preziose opportunità offerte dal digitale”.

I bandi

In Italia solo il 43,10% delle donne possiede competenze digitali di base (48,20% per gli uomini), rispetto al dato Ue pari al 52,30%. Secondo il Gender Gap Report 2021 del World Economic Forum, il nostro Paese è al 114° posto per quanto riguarda la partecipazione economica femminile. Nonostante quasi il 60% dei laureati in Italia sia donna, con risultati migliori rispetto ai colleghi uomini, nel nostro Paese si rileva un alto tasso di disoccupazione femminile: nel 2021 in Italia lavora meno di una donna su due. In questo scenario è stato lanciato il bando Futura: c’è tempo fino al 16 dicembre per partecipare attraverso il nuovo portale Re@dy (www.portaleready.it) a “Futura” per soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro ed enti del terzo settore, in forma singola o in partnership.

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Il bando prevede un totale di 5 milioni di euro e mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle giovani donne (18-50 anni) per garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Particolare attenzione verrà riservata alla valutazione d’impatto.

Rflettori anche sui Neet ovvero giovani che non studiano, non lavorano e non sono in training formativo. Il nostro Paese presenta il più alto tasso di Neet all’interno dell’Unione europea, pari al 25,1% (Dati Ue). In totale, i Neet in Italia sono più di 3 milioni; il fenomeno riguarda prevalentemente le donne (57%) e le regioni del Sud in cui risiede il 53% dei Neet.

Anche per il bando dedicato ai Neet (15-34 anni), “Onlife”, c’è tempo fino al 16 dicembre per presentare progetti sulla piattaforma Re@dy (www.portaleready.it). Il bando mette a disposizione 8 milioni di euro per finanziare progetti presentati da soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del terzo settore, in forma singola o in partnership costituite da un massimo di tre soggetti. Come per il bando Futura, gli enti for profit possono essere coinvolti come partner sostenitori (senza quota di budget) o come fornitori per l’apporto di know how e competenze in ambito digitale. L’obiettivo è finanziare progetti di formazione validi ed innovativi volti ad accrescere le competenze digitali dei Neet.

Fondo per la Repubblica Digitale, cos’è

Il Fondo per la Repubblica Digitale – nato nell’ambito degli obiettivi di digitalizzazione previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e del Fondo Nazionale Complementare (Fnc) e istituito con il decreto-legge del 6 novembre 2021 – è una innovativa partnership tra il pubblico e il privato sociale: tra il Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale e il Ministro dell’economia e delle finanze da una parte e dall’Acri, l’Associazione delle Fondazioni e delle Casse di risparmio dall’altra. Il Fondo ha come obiettivo l’aumento di quelle competenze fondamentali per completare la transizione digitale del Paese e per questo sosterrà progetti di reskilling e di upskilling digitale di persone ai margini del mercato del lavoro con un particolare focus su Neet, donne, disoccupati ed inattivi. In via sperimentale per cinque anni (fino al 2026) il Fondo stanzia un totale di 350 milioni di euro. Sarà alimentato da versamenti effettuati dalle Fondazioni di origine bancaria, alle quali sarà riconosciuto un contributo, sotto forma di credito d’imposta (pari al 65% per gli anni 2022 e 2023 e al 75% per gli anni 2024, 2025 e 2026). Il Fondo pone un forte accento sulla valutazione d’impatto dei progetti finanziati. La valutazione mira ad individuare quei progetti che si dimostreranno più efficaci ed efficienti nell’accrescimento delle competenze digitali e nell’occupazione effettiva dei beneficiari. La valutazione di impatto è affidata al Comitato scientifico indipendente presieduto dalla professoressa Raffaella Sadun.

“Il Fondo per la Repubblica Digitale rappresenta una nuova grande sfida che vede protagoniste le Fondazioni di origine bancaria – dice Francesco Profumo, Presidente di Acri Dalla positiva esperienza del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, nasce un nuovo partenariato Pubblico-Privato sociale che intende accompagnare la digitalizzazione del Paese. Insieme al Governo italiano, le Fondazioni riunite in Acri, ancora una volta, scelgono con forza la strada di investire sul capitale umano per sperimentare, in maniera innovativa rispetto al passato, policy di intervento in favore di giovani, donne e disoccupati, affinché la transizione digitale non diventi un’ulteriore forma di esclusione, ma si trasformi in una reale opportunità per la loro vita professionale e per concorrere attivamente alla crescita del Paese”.

Competenze digitali, il contesto italiano

In Italia, 26 milioni di persone non hanno competenze digitali di base. Si tratta del 54% della popolazione italiana tra i 16 e i 74 anni, rispetto al 46% della media Ue. L’Italia è così al 18esimo posto su 27, secondo i dati della Commissione europea (Digital Economy and Society Index – Desi). La bassa percentuale di cittadini con competenze digitali è solo la punta dell’iceberg di ritardi più ampi. Il gap italiano è infatti maggiore nei sottocomponenti dell’indice Desi di problem solving skills (69% in Italia vs. 79% in Ue) e di information and literacy skills (71% in Italia vs. 80% in Ue).

I dati mostrano quindi che il fenomeno italiano di basse competenze digitali si innesta in un contesto di mancanza di conoscenze più esteso che comprende abilità cognitive complementari, dette anche soft skills. Questo ritardo produce un impatto sulla reale “cittadinanza digitale”, sull’accesso ai servizi della pubblica amministrazione da parte di tutti i cittadini e rappresenta anche un freno allo sviluppo del Paese.

Inoltre, entro il 2024, le imprese avranno bisogno di circa 1,5 milioni di lavoratori con competenze digitali di base (dati Unioncamere e Anpal) e secondo uno studio di Deloitte in collaborazione con SWG, quasi un’azienda su quattro non trova i profili professionali Stem di cui ha bisogno. In questo scenario intende intervenire il Fondo per la Repubblica Digitale mutuando la positiva esperienza del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, pioniera partnership pubblico-privato sociale.

 

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