IL REPORT

Eccia: 200mila nuovi posti di lavoro grazie al luxury online

Il giro d’affari delle aziende europee di fascia alta è aumentato del 28% in tre anni. A sostenere il business le piattaforme di e-commerce

Pubblicato il 10 Dic 2014

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L’e-commerce mette le ali all’industria europea del lusso. Secondo Credit Suisse, la diffusione dello shopping online spingerà i ricavi del comparto rispettivamente del 9% e del 10% nel 2014 e nel 2015. Entro il 2018, inoltre, i canali di vendita su Internet delle imprese dell’alto di gamma si espanderanno del 30%.

A confermalo è anche un rapporto presentato nella giornata di ieri al Parlamento europeo da Eccia (European Cultural and Creative Industries Alliance), sigla che rappresenta a livello europeo le associazioni dell’industria del lusso d’Italia, Francia, Regno Unito, Spagna e Germania. Cifre alla mano, il documento attesta che la cifra d’affari complessiva delle aziende europee dell’alto di gamma è cresciuta del 28% tra il 2010 e il 2013. Nello stesso periodo il settore ha creato circa 200.000 posti di lavoro.

Un’impennata che corre anche e soprattutto sulla Rete, tenuto conto che tra 2008 e il 2013 il web retail del lusso è cresciuto con un cagr (tasso di crescita annuale composto) del 28%. E che appare in larga parte trainata dalla domanda dei paesi emergenti, in questo caso sostenuta anche dalle piattaforme di e-commerce come Alibaba o Taobaob.

Eccia segnala che le vendite del settore rappresentano ormai il 4% del Pil Ue (contro il 3% del 2011), coprendo il 17% del valore totale delle merci esportate dalla Ue. Inoltre le marche europee rappresentano circa il 70% del mercato mondiale del lusso, con picchi nel design e nell’automobile.

Secondo il rapporto, “la crescente digitalizzazione dell’economia crea opportunità di sviluppo senza precedenti per le industrie europee dell’alto di gamma”. Si stima che “la fetta di beni e prodotti di lusso acquistati online passerà dal 5% nel 2013 al 14% nel 2020”. Proprio in virtù di ciò, il documento raccomanda alle autorità europee di incrementare le iniziative legislative per rafforzare le “fiducia dei consumatori in rete” o ancora “la protezione della proprietà intellettuale”. Un quadro regolamentare debole sulle “attività digitali” minaccia “di alimentare la proliferazione di attività illecite, a partire dal commercio di merce contraffatta”.

“Alle istituzioni europee e nazionali non abbiamo mai chiesto trattamenti di favore, protezioni o risorse economiche. Ma al contrario, normative chiare e procedure amministrative semplici e rapide, per consentire a questo settore di crescere ancora”, spiega Armando Branchini, Vice Presidente di Fondazione Altagamma e Past President di Eccia.

I dati contenuti nel rapporto dimostrano “che il settore continua a spingere la crescita e la creazione di posti di lavoro nel continente”, ha dichiarato il Commissario europeo al Mercato interno e all’Industria, Elżbieta Bieńkowska, durante la presentazione di ieri. Per la parlamentare europea Silvia Costa, “il fatto che il successo del settore sia basato sul nostro patrimonio culturale e le sue tradizioni lo rende unico. Su questo terreno l’Europa non può essere sconfitta”.

“Fondandosi su tradizione manifatturiera, cultura e creatività, la nostra industria è diventata la Silicon Valley Europea”, ha sottolineato Michael Ward, Presidente di Eccia e Managing Director di Harrods, durante il suo intervento.

IL RAPPORTO DI ECCIA

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