L'ACCORDO

Cina-Russia, alleanza strategica sull’e-commerce

Alibaba punta dritto a un mercato con grande potenziale di crescita: nasce AliExpress Russia, partecipata dal fondo sovrano russo (13%), dalla compagnia di Tlc Megafon (24%) e dalla Internet company Mail.Ru (15%)

Pubblicato il 11 Set 2018

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Il rapporto tra Russia e Cina si fa sempre più stretto anche nella new economy. Il gigante cinese Alibaba creerà una joint venture con il gruppo russo di Internet, Mail.Ru, sul fronte del commercio online. Con loro ci saranno anche il fondo sovrano russo e l’operatore delle telecomunicazioni locale Megafon. L’obiettivo è quello di dare un forte spinta all’ambiente delle tlc in Russia e nella Csi.

Il miliardario proprietario di Mail.ru e vicino al Cremlino, Alisher Usmanov, parla di “passo significativo per la trasformazione digitale dell’economia russa”. Le dimensioni finanziarie del patto russo-cinese per l’e-commerce non sono state rese note. Tuttavia si conoscono le quote del nuovo concorrente asiatico di Amazon, che opererà in Russia. La nuova società si chiamerà AliExpress Russia, prendendo il nome di una piattaforma già esistente di Alibaba, e sarà per il 48% di proprietà cinese, per il 24% di Megafon, per il 15% di Mail.ru e per il 13% di Rdif.

“Vogliamo che questo diventi un business russo, noi portiamo esperienza e tecnologia”, dichiara il presidente del gruppo Alibaba, Michael Evans, in conferenza stampa a Vladivostok. Kirill Dmitriyev, direttore generale del fondo Rdif, chiarisce che i partner russi riceveranno una quota aggregata del 52% nella nuova società.

Alibaba, fondata da Jack Ma nel 1999, svolge già un ruolo importante nell’e-commerce in Russia attraverso le sue piattaforme AliExpress e Tmall. Proprio ieri Ma ha lasciato ufficialmente il timone della sua creatura, a 54 anni, dopo aver portato Alibaba a valere 400 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato, per dedicarsi alla filantropia. Mail.ru è uno dei marchi più importanti di Internet in Russia e possiede il social network più famoso del Paese, il “Facebook russo” Vk (VKontakte.ru, ndr), che aveva anche offerto un lavoro all’informatico statunitense ex tecnico della Cia implicato nel Datagate, Edward Snowden.

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