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Di Maio lancia il Patto per l’Export: e-commerce leva strategica

Via all’accordo tra governo, Regioni, enti di internazionalizzazione e rappresentanti delle attività produttive. Commercio elettronico chiave di volta per le Pmi. Riflettori anche sulle fiere virtuali. Sul piatto quasi un miliardo e mezzo

Pubblicato il 08 Giu 2020

di-maio

La fase più critica dell’emergenza sanitaria sembra ormai alle spalle e l’Italia, tra incognite e speranze, prova a ripartire. Oggi alla Farnesina è stato firmato il Patto per l’Export che mira a sostenere l’internazionalizzazione delle imprese, soprattutto Pmi, facendo leva sul digitale.

“Cerchiamo di vedere una luce in fondo al tunnel e credo che oggi i dati dell’Istat confermano sostanzialmente le previsioni del Governo che indicano la possibilità concreta di una ripresa nel terzo trimestre, già da questo mese si colgono alcuni segnali di ripartenza – spiega il ministro dell’Economia,  Roberto Gualtieri – Si tratta di un patto importante basato su sei sei pilastri strategici che consentiranno di fare  un salto di qualità nell’azione che il nostro Paese deve svolgere per sostenere uno dei vettori fondamentali della sua crescita e del suo sviluppo”. Sul piatto 1,4 miliardi di euro.

Come sottolinea il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, il  Patto è “uno strumento che recepisce le richieste emerse durante gli incontri con le associazioni di categoria e i partecipanti provenienti da tutti i settori produttivi e che hanno ispirato una nuova strategia per l’internazionalizzazione del nostro sistema produttivo”.

“Una strategia di sostegno pubblico alle imprese che si affacciano sui mercati internazionali, che potrà contare su risorse straordinarie messe a disposizione dal Governo per imprimere al sistema produttivo un nuovo slancio – puntualizza – Queste risorse straordinarie sono disponibili grazie a diversi veicoli: il Piano Straordinario per il Made in Italy, il Piano di Promozione Integrata e il Fondo 394/81, per un ammontare mai messo in campo prima d’ora. Inoltre, il Governo ha potenziato il sostegno finanziario all’export, mediante l’assicurazione statale sul 90% degli impegni di Sace in favore delle imprese italiane esportatrici”.

Per la ministra dell’Innovazione, Paola Pisano, “bisogna aiutare le nostre imprese a sviluppare canali digitali per attirare i consumatori e farsi conoscere anche all’estero. E’ importante accompagnare le aziende verso il digitale ed e’ soprattutto utile far comprendere alle aziende che oggi i canali digitali sono importantissimi per far conoscere i propri prodotti all’estero e vengono ancora sfruttati poco”.

“Su 760 mila Pmi che abbiamo in Italia – conclude Pisano – solo il 9% sfrutta il canale digitale in confronto alle aziende europee che sono sul 15%”.

I sei pilastri del Patto per l’Export

  1. La comunicazione. “A questo aspetto abbiamo dedicato la più grande gara pubblica in materia – puntualizza Di Maio – Dai tavoli settoriali e dal confronto con le associazioni- dice- e’ emerso chiaramente che la ripartenza non potrà prescindere dall’avvio di un grande re-branding nazionale, di costruzione di una nuova e più forte narrazione dell’Italia all’estero. Uno sforzo di comunicazione strategica e integrata a favore del nostro Made in Italy e di tutte le nostre filiere: un ‘saper fare’ unico, che coniuga qualità, sicurezza e innovazione, che dovrà essere messo in risalto grazie all’utilizzo massiccio di piattaforme digitali e con il coinvolgimento di personalità note al grande pubblico all’estero. Un elemento fondamentale per la ripartenza: promuovere una conoscenza ancora più estesa e approfondita dell’Italia, del suo territorio e delle sue eccellenze, in tutti i settori. E a questo proposito, proprio il 4 giugno èstata pubblicata sulla Gazzetta dell’Unione Europea e sul sito appaltinnovativi.gov.it, l’avviso con cui apriamo una consultazione di mercato trasparente, inclusiva e rapida, del valore di 50 milioni di euro: da qui a settembre, selezioneremo, con un meccanismo di ‘dialogo competitivo’, le migliori proposte per rilanciare l’immagine dei nostri settori produttivi in 26 Paesi nel mondo”.
  2. Formazione e Informazione. “Due parole chiave per tutte quelle Pmi che offrono eccellenze, ma che ancora non esportano e per le quali lo Stato deve mettere a disposizione tutta una gamma di strumenti di sostegno, a partire da figure come i Temporary Export Manager e i Digital Manager, divenute ormai indispensabili per sostenere l’accesso delle imprese italiane ai mercati esteri. In questo ambito, penso poi alla proposta, che abbiamo voluto mettere nero su bianco nel Patto, di creare un unico portale pubblico di accesso ai servizi per l’export, che consenta un utilizzo personalizzato per settori e mercati prioritari. Lasciatemi aggiungere che continuerà l’impegno quotidiano della Farnesina, in Italia e all’estero, a fianco delle nostre imprese. Ambasciate e Consolati saranno sempre di più la “Casa delle imprese italiane nel mondo”, nella quale trovare assistenza e informazioni, per dialogare con i mercati e le istituzioni straniere”.
  3. E-commerce. “Lo avete ribadito in molti durante i tavoli settoriali- osserva il ministro degli Esteri- ma lo riportano anche analisti e consulenti internazionali: le piattaforme digitali, anche al termine dell’emergenza, giocheranno un ruolo ancora più determinante nella crescita del commercio globale. Questa è la vera sfida che abbiamo davanti: sfruttare appieno le opportunità che la rivoluzione digitale offre alla creatività ed alla solidità industriale dell’Italia. Intese con le piattaforme internazionali di e-commerce, accesso delle Pmi ad un numero sempre maggiore di marketplace digitali grazie anche all’assistenza fornita dallo Stato, fiere ed eventi digitali: queste saranno le nostre parole d’ordine”.
  4. Il sistema fieristico. “Il Patto che andiamo a sottoscrivere oggi- spiega ancora Di Maio- prevede passi concreti molto chiari: rafforzare la partecipazione delle Pmi alle fiere internazionali che si svolgono in Italia e all’estero; attrarre buyer e VIP con programmi speciali e personalizzati per i territori. La considerazione da fare è che sia il Covid ci ha imposto di ripensare il sistema delle fiere, ed il digitale ci aiuta in questo: anche questa è una sfida davanti alla quale l’Italia non si tirerà indietro, con sempre più eventi digitali, B2B virtuali, organizzazione di mini-fiere di settore e di fiere di filiera tra settori complementari”.
  5. La promozione integrata. “Tutte le eccellenze del ‘Made in Italy’ nei diversi settori – economico, culturale, scientifico e tecnologico –  verranno rilanciate come appartenenti a un unico sistema. La Farnesina- continua il ministro- ha già fatto suo questo approccio con il Programma ‘Vivere all’italiana’, che oggi diventa ancora più importante. Ora è arrivato il momento di un doppio cambio di passo: da un lato, uno sforzo ancora maggiore per la promozione dell’eccellenza italiana nei settori innovativi e ad alto contenuto tecnologico (penso all’industria aerospaziale, alla meccanica avanzata, ma anche alla green economy e all’agroalimentare); dall’altro, iniziative nuove in tema di cosiddetta integrazione verticale, promuovendo l’offerta italiana in filiere produttive adiacenti (ad esempio moda e tessile, macchinari per la lavorazione del legno e design, turismo, automotive ed enogastronomia). Le nostre Ambasciate e i nostri consolati metteranno in campo azioni in questo senso”.
  6. La finanza agevolata. “Uno strumento irrinunciabile, soprattutto in questo momento storico – evidenzia il ministro – Mi riferisco ai contributi a fondo perduto, ai finanziamenti a tassi agevolati, ai sistemi di garanzia, all’accesso al capitale di rischio, che stiamo offrendo con diverse misure di supporto, che vadano incontro alle esigenze di aziende più strutturate, ma anche di giovani imprenditori e di start-up. Sono queste le chiavi per mettere in moto il circolo virtuoso tra l’internazionalizzazione delle nostre imprese e l’attrazione di investimenti esteri di qualità in Italia, grazie anche ai nuovi strumenti messi a disposizione dallo Stato”.

L’endorsement di Cassa Depositi e Prestiti

“Cassa depositi e prestiti vuole aderire con entusiasmo a questo patto con entrambe le sue anime, la prima che è quella finanziaria e l’altra altrettanto importante che è quella operativa, ovvero delle oltre 500 aziende che partecipiamo direttamente o indirettamente che vedono nell’export un volano di sviluppo e auspicano che questo sia un volano per sostenerle negli anni a venire -dice l’Ad, Fabrizio Palermo –  Vediamo come una possibilità ulteriore di rilanciare l’Italia e lo sviluppo delle nostre imprese”.

Alla firma del Patto dell’Export presenti anche il Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Stefano Bonaccini, nonchè i principali enti preposti al sostegno all’internazionalizzazione del sistema produttivo (tra cui Agenzia Ice, Gruppo Cdp, Sace, Simest,, Invitalia e Commissariato Generale per Expo Dubai 2020), Confindustria e circa 20 associazioni rappresentative del sistema imprenditoriale.

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