In termini di fatturato l’e-commerce in Europa continua a crescere, ma dietro a questo dato si nasconde una dinamica più preoccupante provocata essenzialmente dalla crescita dell’inflazione. A dare il quadro della situazione è il report Europeo sull’e-commerce 2023, pubblicato da Ecommerce Europe ed EuroCommerce e realizzato dal Centre for Market Insights dell’Università di Scienze Applicate di Amsterdam, da cui emerge che il valore del fatturato dell’e-commerce B2C è stato nel 2022 di 899 miliardi di euro, 50 in più rispetto agli 849 miliardi del 2021. Il tasso di crescita nell’anno è stato però del 6%, la metà di quello registrato nel 2021 con il suo +12%. Il dato che emerge è una diminuzione, in media, del volume di transazioni, compensato però da un aumento di fatturato dovuto ai prezzi più alti, da cui rimane esente soltanto l’Europa meridionale, e quindi anche l’Italia.
La centralità del digital retail in Italia
“Secondo l’E-Government Development Index, che di fatto misura la volontà e la capacità dei Governi di implementare tecnologie per fornire servizi pubblici, l’Italia occupa il 37esimo posto, preceduta da Grecia e Polonia, ed è ben distante dalle prime posizioni occupate da Paesi come Danimarca, Finlandia, Islanda, Svezia, Paesi Bassi e Regno Unito – commenta Roberto Liscia, presidente di Netcomm ed executive board member di Ecommerce Europe – Una evidenza, questa, che non può passare inosservata e che mette i nostri policymaker di fronte all’urgenza di favorire l’adozione di tecnologie e soluzioni digitali a favore di tutti i cittadini e le imprese del nostro Paese. I vantaggi economici e occupazionali che derivano dal digitale sono ormai un dato di fatto, e i numeri sul comparto del digital retail ne sono una ulteriore dimostrazione – conclude – l’intera catena del valore di questo comparto è infatti il primo driver di crescita dell’economia italiana con un valore di ben 71 miliardi di euro, 723 mila imprese coinvolte e circa 378 mila lavoratori occupati”.
I principali trend dell’e-commerce in Europa
Dal report emergono alcune tendenze interessanti per capire come si sta evolvendo il settore alla luce delle criticità emerse negli ultimi anni, tra i quali emergono soprattutto le conseguenze del conflitto in Ucraina sull’economia del Vecchio Continente, a partire dall’elevato tasso di inflazione. Ne deriva che a una contrazione del volume di transazioni, causato dal diminuire del potere d’acquisto dei consumatori per via dell’inflazione, corrisponde però una crescita del fatturato guidata principalmente dall’aumento dei prezzi. A questo, secondo il report, si aggiunge una seconda opportunità: quella di adattare il panorama normativo alle necessità della transizione digitale e green.
L’impatto dell’inflazione
Analizzando i dati del report calibrati sull’effetto dell’inflazione, i dati mostrano come nel 2021 la crescita dell’e-commerce europea calcolata in base all’inflazione fosse ancora molto forte, pari al +9%, mentre nel 2022 è andata per la prima volta in terreno negativo con il -2%. In controtendenza soltanto l’Europa meridionale, di cui fa parte anche l’Italia, che ha segnato un +13%, e l’Europa orientale con il suo +5%. Per il 2023 la tendenza sembra di nuovo orientata sul segno più nel Vecchio continente: grazie a un progressivo calo dell’inflazione l’anno potrebbe chiudersi con un +2%.
Il ruolo delle tecnologie emergenti
A favorire per il futuro una maggiore penetrazione dell’e-commerce su scala continentale ci sono – secondo il report – i progressi tecnologici, a partire dal 5G e dalla realtà virtuale e aumentata, fino ai portafogli digitali, che potrebbero rivelarsi utili anche per colmare i divari regionali. A questo si affianca il fatto che gli utenti e i consumatori chiedono in modo sempre più insistente un modello di e-commerce più sostenibile, con consegne e resi più efficienti e modelli di consumo e produzione più rispettosi dell’ambiente.
Ridurre la frammentazione del mercato
“Il 2022 ha segnato il 30° anniversario del mercato unico dell’UE e, se da un lato Ecommerce Europe riconosce gli importanti passi avanti compiuti nel corso degli anni, dall’altro vediamo che le imprese si trovano ancora di fronte a barriere significative, soprattutto in relazione alle vendite transfrontaliere – afferma Luca Cassetti, Segretario generale di Ecommerce Europe – La politica ha la responsabilità di ridurre la frammentazione del mercato e di eliminare la burocrazia per le operazioni commerciali transfrontaliere. La progettazione di politiche a prova di futuro e neutrali rispetto ai canali, in grado di adattarsi all’evoluzione delle aspettative delle aziende e dei consumatori tenendo conto delle realtà aziendali – conclude – sarà fondamentale quando inizierà il prossimo ciclo dell’Ue”.
Interazione online e offline
“Il percorso del consumatore sta cambiando rapidamente e la combinazione di interazione online e offline è diventata la nuova normalità – aggiunge Christel Delberghe, direttore generale di EuroCommerce – Nel 2022, con l’inflazione alle stelle, i consumatori sono diventati molto più sensibili ai prezzi. Cercano sempre più di risparmiare e lo fanno anche confrontando e diversificando i canali di acquisto online e offline. Prevediamo che le vendite online continueranno a crescere nei prossimi anni, raggiungendo, secondo le stime, il 30% delle vendite al dettaglio entro il 2030. Essere presenti online è diventato vitale per molti rivenditori, soprattutto per le aziende più piccole”.