L'ANALISI

Economia circolare, è l’ora di integrare Bim e Blockchain

L’adozione congiunta delle due tecnologie consentirebbe la creazione di un processo completamente trasparente nonché il monitoraggio della condotta e della responsabilità di ogni stakeholder. L’analisi del professor Di Giuda e dell’avvocato Palmiero

Pubblicato il 25 Mag 2020

Giuseppe Martino Di Giuda

Professore A.B.C Departmernt, Shool of Architecture Politecnico di Milano

bim

È  nel 2015 che la Commissione europea interviene sul tema dell’“economia circolare” prevedendo una Piano d’azione che individua una serie cospicua di misure idonee alla “chiusura del cerchio” dell’intera filiera produttiva a partire dalla produzione e dal consumo fino alla gestione dei rifiuti. Rintraccia, inoltre nei settori prioritari, tra cui quello dei rifiuti di costruzione e demolizione, gli ambiti eletti per accelerare la transizione lungo la loro catena del valore.

Con particolare, a tale ultimo settore, la Commissione Europea sostiene come sia indispensabile incoraggiare una migliore progettazione allo scopo di ridurre l’impatto ambientale e migliorare la durabilità e la riciclabilità dei componenti. Il focus sulla progettazione è evidente.

Appare condizione preliminare ed essenziale atta a garantire la riduzione dell’impatto ambientale degli edifici, unitamente alla promozione di strumenti innovativi, di frontiera. Di ciò ne è conferma la lettera oo) della Legge Delega n. 11 del 28 gennaio 2016 ove il legislatore auspica la valorizzazione della fase progettuale negli appalti pubblici attraverso il progressivo uso di metodi e strumenti elettronici specifici, quali quelli di modellazione elettronica e informativa per l’edilizia e le infrastrutture ovvero attraverso l’introduzione del Bim (Building Information Modeling), così come poi rafforzato nel D.Lgs. 50/2016 all’art. 23 c. 1 lettera h) dove per la prima volta il legislatore lega la modellazione informativa alla verifica qualitativa della progettazione stessa.

Tuttavia ragionare solo in ottica Bim potrebbe non consentire di sfruttare al meglio tutte le sue potenzialità. Per una piena efficacia giuridica e fattivo contributo all’agevolazione ad una maggior circolarità dell’economia, occorre pensare ad integrazione verticale del Bim con un sistema di Blockchain, unica garanzia giuridicamente riconosciuta sull’identità dei soggetti coinvolti, nonché sulla validazione temporale elettronica dei documenti informatici memorizzati su detta piattaforma. Ma questo potrebbe essere solo la fase di kick off di un circolo virtuoso.

Infatti, realizzare una successiva integrazione del Bim – in via orizzontale- ad un sistema esteso di Blockchain, con ingresso di ulteriori nodi coinvolti nell’intero ciclo di vita del prodotto utilizzato in sede di costruzione fino alla sua riduzione allo stato di rifiuto, estenderebbe il raggio dell’economia circolare, garantendo la certa evidenza dalla fase di progettazione fino al rifiuto di costruzione e demolizione.

Consentirebbe, di fatto, di anticipare il tempo zero sull’asse della produttività, ampliando il raggio di azione a partire dalla fase iniziale di progettazione, raggiungendo il duplice scopo di digitalizzare l’intero iter di progettazione, nonché di estendere la circonferenza del cerchio economico in quanto stirerebbe l’elastico della filiera del processo produttivo dalla progettazione al rifiuto, oltre alla garanzia di una maggior accountability, e conseguente riduzione di varianti e riserve, garantendo, in corso di esecuzione, una stabilità economica dell’opera da realizzare.

Ciò si porrebbe, infatti, in coerenza con il considerando 14 della Direttiva 2018/851, ove il legislatore europeo introduce la cosiddetta Extended producer responsibility (Epr), auspicando regimi di responsabilità estesa del produttore inclusiva della responsabilità finanziaria e operativa della gestione della fase del ciclo di vita in cui il prodotto diventa un rifiuto.

L’adozione di una economia circolare, completamente trasparente e “immodificabile”, grazie all’adozione di sistemi di Blockchain, sembra traguardare, anche ad un altro risultato, e non di carattere secondario, consentendo ampiezza e incontrovertibilità all’assunzione di responsabilità da parte dei vari stakeholders. La tracciabilità – certa, poichè immodificabile e trasparente – delle azioni, unitamente alla loro metaforica chiusura circolare sembra delineare un sistema perfetto, autoconsistente, che si traduce anche in un approccio metodologico lineare di causa-effetto. Con ciò rendendo evidente e incontrovertibile la conseguenzialità delle condotte che, senza tracciatura estesa, sarebbero solo pluralità di atti parcellizzati senza possibilità di riconduzione alcuna a qualsivoglia nesso eziologico tra azione ed eventuali responsabilità.

Concludendo, la possibilità di digitalizzare l’interezza dei processi, a partire dalla fase di progettazione con l’adozione del Bim integrato verticalmente con il paradigma Blockchain e poi orizzontalmente con la filiera riguardante il ciclo di vita dei prodotti, consentirebbe la creazione di un processo completamente trasparente, con effetto ulteriore – e non secondario- di monitoraggio della condotta e della responsabilità di ogni stakeholder, con conseguente riduzione di varianti e riserve in corso d’opera e maggior certezza sulle dinamiche di realizzazione della stessa.

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