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Ecosistema RegTech al raddoppio, l’Europa spinge sulle tecnologie per la compliance

Secondo una ricerca di Accenture, nei prossimi due anni sono destinate ad aumentare in tutto il Vecchio continente le risorse dedicate ai sistemi digitali applicati al controllo delle attività finanziarie. Integrazione e collaborazione tra i nuovi operatori stanno plasmando un nuovo ambiente a tutto vantaggio di imprese e utenti finali

Pubblicato il 08 Mag 2018

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Le tecnologie digitali, attraverso il cosiddetto RegTechregulation e technology – si riveleranno strategiche per facilitare l’implementazione delle nuove regolamentazioni e della compliance nell’ambito dei servizi finanziari. Secondo una ricerca di Accenture, gli investimenti in compliance sono infatti destinati ad aumentare nei prossimi due anni: lo ritiene l’89% dei Compliance officer del settore Financial Services. Gli investimenti in RegTech sono in costante crescita e la continua accelerazione già registrata nel primo trimestre del 2018 potrebbe portare a raddoppiare gli investimenti rispetto al 2017. In questo scenario, gli investimenti del mercato europeo rappresentano circa il 30% degli investimenti totali (quindi circa il doppio rispetto alla quota EU degli investimenti Fintech complessivi). Dal 2015 a oggi in Europa gli operatori finanziari tradizionali sono del resto passati da 8.500 a circa 5.300 unità con una riduzione di quasi il 40% a favore della comparsa di nuovi attori di origine Fintech. In Italia si registra una tendenza positiva: gli investimenti in Fintech stanno accelerando e si stima che le nuove tecnologie potrebbero portare un aumento di valore fino al 30% nei prossimi 5 anni.

Accenture ha elaborato una ripartizione del tipo di attività basata su quattro categorie: Identity management (che comprende le procedure Know Your Customer e la gestione dei processi di autenticazione e gestione dei dati personali in accordo con le nuove linee guida della GDPR), Risk & controls analytics (con elementi quali Cybersecurity e Risk data aggregation per la rilevazione e gestione dei rischi e delle attività di controllo), Surveillance (che annovera le attività di AML Screening delle transazioni, Fraud detection e prevention) e Regulatory  intelligence  &  reporting (con  ambiti  quali  l’Automated  Reporting  e  la Regulation Interpretation).

Dal punto di vista organizzativo, l’ecosistema Regtech è composto da quattro attori principali: le regtech startup, che implementano le nuove tecnologie digitali per presentare soluzioni innovative nel settore; gli enti regolatori, che incoraggiano il dialogo e l’interazione tra i diversi player del mercato, per valutare le nuove esigenze regolamentari e creare le infrastrutture per una concorrenza sostenibile; le società di servizi tech e professionali che analizzano le esigenze del mercato e identificano proattivamente nuove soluzioni, supportando le start-up nel portare a scala le proprie innovazioni e aiutando gli incumbent ad integrarli; le istituzioni finanziarie, che possono contribuire allo sviluppo dell’ecosistema tracciando internamente strategie e percorsi per la diffusione di soluzioni Regtech e favorendo la sperimentazione.

“I segnali che osserviamo – spinta all’innovazione da parte dei consumatori, maggiore consapevolezza da parte degli istituti bancari, abbattimento dei costi delle tecnologie unito all’effetto combinatorio che esse producono – sembrano creare un ecosistema sempre più predisposto alla sperimentazione di nuove soluzioni”, spiega Mauro Macchi, Senior Managing Director, Responsabile di Accenture Financial Services. “Il settore finanziario è strategico per il nostro paese: ricchezza privata, propensione al risparmio, diffusione delle Pmi e forte legame delle stesse con il sistema bancario, forti radicamenti territoriali, sono alcuni degli elementi che spiegano perché è fondamentale accelerare il percorso di innovazione e fare un netto salto di qualità posizionandosi tra i leader europei”.

L’integrazione tra questi player sta dando vita a una molteplicità di modelli di collaborazione, che porteranno vantaggi a tutti i player del settore e al mercato stesso. In particolare per le istituzioni finanziare è possibile definire alcuni benefici di breve periodo quali un abbassamento dei costi di compliance, reso possibile dalla semplificazione e dalla standardizzazione dei processi spesso inefficaci; una maggior opportunità di integrazione, superando le divisioni tra i diversi ambiti dei sistemi di risk management grazie a soluzioni scalabili e flessibili, in grado di adattarsi alle mutevoli necessità del business; un’accelerazione della trasformazione digitale, tramite il raggiungimento di benefici immediatamente tangibili e favorendo al tempo stesso una diffusione continua e mirata dell’innovazione. Sul lungo periodo, invece, si possono prevedere due principali benefici per l’intero mercato: l’offerta di una migliore user experience in termini di privacy dei dati e fiducia nel brand, resa possibile da processi innovativi di onboarding, cybersecurity e surveillance, e una maggiore resistenza agli shock del mercato, grazie alla migliorata capacità di analisi dei rischi in tempo reale, che permetterà di implementare rapidamente strategie difensive.

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