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Elettronica, la carenza di chip rallenta la crescita italiana

Secondo l’Osservatorio Gfk il 2021 chiude con incremento del 9,2% della vendita di prodotti tecnologici destinati al largo consumo, ma la performance è al ribasso a causa della difficoltà nel reperimento dei semiconduttori. Crescono gli investimenti dei colossi mondiali: pioggia di miliardi da Infineon e Tsmc

Pubblicato il 17 Feb 2022

Domenico Aliperto

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Nel 2021 le vendite di elettronica e tecnologia destinata al largo consumo hanno fatto registrare un incremento del 9,2% raggiungendo i 17,5 miliardi di euro di fatturato. Una crescita che è stata rallentata dalla difficoltà nel reperimento delle materie prime, a partire dai semiconduttori. A dirlo è l’Osservatorio Gfk che evidenzia l’impatto della crisi dei chip che, insieme all’aumento dei costi di logistica, ha generato un incremento dei prezzi in tutti i settori.

I dati settore per settore: frena l’It

A trainare la crescita sono stati il comparto dell’elettronica di consumo (+35,9%), il grande Elettrodomestico (+9,7%) e la telefonia (+6,6%), che si conferma il settore più importante per fatturato con un peso sul totale del 34%. L’Information Technology rappresenta l’unico settore in decrescita (-0,8%) ma occorre ricordare che lo scorso anno aveva fatto registrare vendite record.

Le vendite nei punti vendita tradizionali hanno evidenziato una performance superiore alle vendite online, per effetto dei forti trend registrati a marzo e aprile e al “rimbalzo” rispetto le chiusure e le limitazioni del 2020. La crescita delle vendite tradizionali è stata del +9,5% mentre la crescita del canale online si è fermata al +8,1% per il motivo opposto ossia a un forte incremento che aveva già caratterizzato l’anno 2020.

I colossi del settore spingono gli investimenti

Allargando lo sguardo sull’orizzonte internazionale, è possibile però notare come il comparto dei semiconduttori stia reagendo alla crisi. La tedesca Infineon Technologies ha dichiarato che investirà oltre due miliardi di euro per costruire un terzo modulo nel suo sito di Kulim, in Malesia, che una volta completamente attrezzato, genererà due miliardi euro di fatturato annuo aggiuntivo. Una volta completata, la struttura creerà 900 posti di lavoro di alto valore. La costruzione inizierà a giugno e la fabbrica sarà pronta per l’estate 2024.

Taiwan Semiconductor Manufacturing (Tsmc), d’altra parte, ha deciso di incrementare del 20% l’investimento in Giappone e costruire uno stabilimento di chip nella prefettura di Kumamoto. Il colosso ha inoltre confermato la partecipazione della giapponese Denso, pronta a rilevare una partecipazione del 10% con un investimento di 350 milioni di dollari nel progetto che Tsmc ha siglato con la collaborazione di Sony. Grazie alle nuove iniezioni di capitale, le fonderie saranno in grado di produrre mensilmente fino a 55 mila unità da 12 pollici, dai precedenti 45 mila, mentre i posti di lavoro aumenteranno di 200 unità a un totale di 1.700. L’investimento totale per lo stabilimento, la cui apertura è prevista entro la fine del 2024, è pari a 8,6 miliardi di dollari, con un contributo del governo giapponese che secondo la stampa nazionale coprirà circa la metà del costo previsto.

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