IL CASO

Enea Tech nel limbo, levata di scudi dalle startup: “Serve chiarezza sui fondi”

In arrivo un emendamento 5 Stelle che mira a ripristinare le funzioni e le competenze di trasferimento tecnologico cancellate dal Sostegni bis. Le imprese innovative scrivono al governo: “In ballo 300 milioni”

Pubblicato il 10 Giu 2021

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Un àncora di salvataggio per  Enea Tech. O meglio per il ripristino delle funzioni iniziali della Fondazione, nata con il decreto Rilancio, ma modificata nelle funzioni e nella governance dal Sostegni bis. Il decreto, che a breve entrerà nella fase di conversione, cambia infatti il nome dell’ente in Enea Biomedical Tech e prevede competenze solo di ricerca, sviluppo e produzione di nuovi farmaci e vaccini, anche attraverso la realizzazione di poli di alta specializzazione. Con una dotazione di 200 milioni.

L’ emendamento 5 Stelle a firma di Stefano Patuanelli mira invece a ripristinare funzioni e competenze di ricerca e sviluppo e trasferimento tecnologico per startup e Pmi innovative con una dotazione di 500 milioni.

Il provvedimento reintroduce anche il nome Enea Tech e precisa, nella relazione illustrativa, che “per le finalità previste dalla norma il Mise si avvale direttamente della Fondazione, eliminando dunque l’incertezza applicativa derivante dalle modifiche introdotte sotto il profilo dell’individuazione del gestore del Fondo”.

Inoltre la proposta ripristina la dirigenza della fondazione così come inizialmente strutturata finora guidata dal ticket Anna Tampieri (presidente) e Salvo Mizzi (direttore generale).

“Per garantire la continuità operativa in considerazione delle attività poste in essere dalla Fondazione, si prevede che gli attuali organi restino in carica compatibilmente con le modifiche statutarie introdotte in merito agli organi di governance – si legge nell’emendamento – Al riguardo, pur prevedendo l’ampliamento dei componenti del consiglio direttivo, si preserva la nomina in capo al Mise e al socio Fondatore, riservando altresì due nomine al Ministero dell’economia e delle Finanze in considerazione dell’assegnazione e gestione delle risorse”.

Prevista infine la costituzione di un comitato strategico con la partecipazione dei Ministeri economici in ottica gestione risorse Pnrr, nonché il Mur e il Ministero della salute.

“L’Articolo 31 del cosiddetto Dl Sostegni bis modifica e, di fatto, smantella l’impianto di Enea Tech approvato solamente un anno fa – spiega a CorCom, Angelo Coletta, Presidente di InnovUp – Molti sono in realtà i quesiti e i punti ancora non chiari di questa variazione legislativa ma la certezza è che penalizza le oltre 1.000 startup e Pmi innovative hanno presentato progetti a seguito delle diverse call for startup lanciate dalla Fondazione: il rischio concreto è che anche le trattative già in fase di finalizzazione possano ora bloccarsi definitivamente”.
“Le soluzioni proposte negli scorsi mesi abbracciano tutti i settori e non si concentrano solo sul BioTech (prossimo main focus della nuova Enea Biomedical Tech) ma anche, ad esempio, in ambiti come il Green Tech e il Deep Tech, e per la gran parte sono già state analizzate con investimenti pronti a partire e in fase di due diligence- puntualiza Coletta – È fondamentale quindi che il Mise, pur con questa rinnovata missione della Fondazione, assicuri in primis che le trattative in corso possano essere chiuse e in secondo luogo che gli altri ambiti non passino ora in secondo piano, in quanto l’innovazione nelle diverse tecnologie di frontiera è essenziale per creare filiere in grado di supportare lo sviluppo delle grandi aziende italiane in aree che offrono importanti opportunità per tutto l’ecosistema industriale”

La lettera delle startup al governo

Come da decreto Sostegni la Fondazione lavorerebbe con una dotazione di 200 milioni invece dei precedenti 500. Proprio su questo punto si è concentrata l’attenzione delle stratup, preoccupate per quesi 300 milioni che non è chiaro che fine faranno. Per questo 500 imprese innovative hanno scritto una lettera aperta al governo, chiedendo che quei fondi vengano destinati ai progetti già selezionati da Enea Tech per un investimento. Inoltre auspicano che i 200 milioni destinati al biomedicale vengano coperti da voci di bilancio diverse da quelle iniziali sotto l’egida del ministero della Salute.

Di seguito il testo della lettera

“Signor Presidente, signori Ministri,

​come spesso viene ripetuto, siamo di fronte a un momento cruciale per l’Italia. Le azioni che oggi vengono messe in campo da questo Governo hanno la possibilità – come mai prima d’ora – di garantire un cambio di passo al Paese. Gli investimenti che questo Governo sta pianificando hanno il merito di guardare strategicamente al futuro. Per questo, non possiamo tacere di fronte a un tragico errore che si rischia di commettere nel settore che – più di qualunque altro – è in grado di dare forma al futuro del paese. ​

Con un articolo inserito nel recente Decreto Sostegni, vengono rifocalizzati 500 milioni di euro di investimenti che erano stati destinati alle eccellenze tecnologiche italiane per lo sviluppo di progetti strategici per la nostra nazione. Quelle risorse, veicolate attraverso la Fondazione Enea Tech – che in pochi mesi di attività ha dimostrato velocità e competenza nelle azioni messe in campo – sono sparite nell’arco di una notte, destinate a un non meglio specificato piano nel solo settore biomedicale e in singoli progetti di riconversione industriale. ​

A pochi mesi dalla sua nascita, più di 1000 progetti si erano candidati per ricevere investimenti o sostegno da Enea Tech. Si tratta di incredibili eccellenze: progetti che se supportati diventerebbero nei prossimi 15 anni la spina dorsale della nostra competitività tecnologica globale.  Progetti che quotidianamente devono cercare di emergere potendo contare su un mercato di capitali irrisorio se paragonato a quello francese (9 volte più grande), tedesco (10 volte più grande) o israeliano (15 volte più grande). Progetti che avevano trovato in Enea Tech un partner solido, con cui molti avevano già sottoscritto protocolli di intesa, partnership, pre-accordi di investimento. ​

Oggi si trovano invece abbandonati a loro stessi.

Davvero l’Italia che il vostro Governo rappresenta abbandona ancora una volta le sue eccellenze tecnologiche dopo averle riattivate con l’illusione di 500 milioni di euro di investimenti?​

Presidente Draghi, come potremo garantire competitività internazionale e sovranità tecnologica al nostro paese se eliminiamo gli investimenti in questo settore? ​

Ministro Giorgetti, come possiamo garantire lo sviluppo economico se il settore dell’innovazione, che garantisce uno dei migliori effetto-leva degli investimenti pubblici, vede cancellate le risorse che gli erano destinate?

Ministro Franco, quale futuro possiamo dare al nostro sistema economico se non valorizziamo le aziende che possono diventare il motore di una nuova economia del paese nei prossimi decenni? ​

Ministro Colao, a quali tecnologie italiane potremo affidarci nei prossimi anni se i migliori progetti innovativi vengono abbandonati a sé stessi?​​

Ministro Cingolani, quale transizione ecologica è possibile se non difendiamo gli investimenti delle nostre tecnologie in questo settore?​

Ministro Messa, come possiamo valorizzare la ricerca e le nostre eccellenze accademiche se 500 milioni destinati al trasferimento tecnologico spariscono nel nulla persino dopo che erano stati assegnati?​

Ministro Di Maio, come possiamo potenziare la nostra competitività internazionale se abbandoniamo a sé stesse le aziende più tecnologiche del paese?​

Vi scriviamo come comunità che lavora ogni giorno per costruire il futuro. Siamo rappresentanti del mondo dell’innovazione, della tecnologia, della ricerca, dell’accademia, delle startup. Comuni cittadini che hanno scelto di sviluppare i propri progetti in Italia nonostante innumerevoli difficoltà.

Il dato della fuga dei cervelli all’estero ci dice che tale fenomeno è aumentato del 48% negli ultimi 8 anni. Noi siamo fra quelli che resistono. Ma non possiamo farlo in eterno. Quelle risorse erano già impegnate, una struttura era già operativa e stava funzionando. Non possiamo ripartire da zero, il nostro paese non ha più tempo e non può perdere un treno su cui era già salito. Salviamo i 500 milioni di Enea Tech. Rilanciamo tecnologie e innovazione strategica, non diamo loro il colpo di grazia”.

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