AMBIENTE

Engie scommette sulle startup tecnologiche, sul piatto 100 milioni

Il presidente Aldo Chiarini: “Vogliamo contribuire a costruire un nuovo ecosistema che abbia nelle città intelligenti il motore principale di un nuovo modello di sviluppo”

Pubblicato il 28 Gen 2016

A.S.

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“Come dimostrato anche dall’emergenza vissuta in dicembre, occorre cominciare a parlare di riscaldamento sostenibile, e non solo di mobilità sostenibile”. Lo ha detto a Firenze Aldo Chiarini (nella foto), presidente di Engie, nel corso del convegno Anci sulle città metropolitane, annunciando un fondo da 100 milioni di euro, “Engie new ventures investment fund”, creato dall’azienda per investire in startup tecnologiche e green. Il fondo finanzierà progetti per mobilità elettrica, big data, soluzioni servizi energetici, stoccaggio energia, internet of things, piattaforme per ottimizzazione consumi. In contemporanea, Engie ha lanciato la piattaforma “Open Innovation” per condividere soluzioni di efficienza energetica, green mobility, smart energy management.

Anche attraverso queste risorse finanziarie, spiega l’azienda in una nota, le sue competenze interne in ricerca e sviluppo con 900 ricercatori ed esperti in 11 centri, e un know-how mondiale, Engie intende contribuire “a costruire un nuovo ecosistema – sottolinea Chiarini – che abbia nelle città intelligenti il motore principale di un modello che punti alla decarbonizzazione, allo sviluppo delle rinnovabili, alla riduzione dei consumi”.

Engie Italia – afferma ancora Chiarini – è il primo operatore nei servizi energetici, il quarto nel gas, il sesto nell’elettricità. Con un fatturato, nel 2014, di circa 4,5 miliardi di euro. Ha oltre 2.600 dipendenti in più di 50 uffici sull’intero territorio nazionale, ed è presente dal residenziale al terziario, pubblico e privato, fino alla piccola e grande industria, con più di un milione di clienti finali per la fornitura di gas e di elettricità e 54.000 clienti nei servizi energetici, tra i quali mille amministrazioni pubbliche e importanti aziende, tremila condomini e 50mila abitazioni indipendenti”.

Tre le ragioni che hanno spinto l’azienda in questa iniziativa: il fatto che spesso gli edifici pubblici presentino scarsa performance energetica; la circostanza che in chiave di “spending review” l’energia è una voce di spesa rilevante; e l’intenzione di “dare un esempio virtuoso, promuovendo verso i cittadini un processo di ammodernamento”.

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