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Engineering: conti record nel 2013, il titolo vola

Crescono ricavi (+6,9%) ed ebitda (+8,9%). La posizione finanziaria netta positiva per 39 milioni. Fatturato oltre gli 800 milioni. L’Ad Pandozy: “Per noi la crisi non c’è mai stata”

Pubblicato il 04 Mar 2014

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Ricavi 2013 a 823 milioni di euro (+6,9%), ebitda a 101 milioni (+8,9%) e posizione finanziaria netta positiva per 39 milioni rispetto ad un indebitamento netto di 28,6 milioni di euro del 2012. Sono i principali indicatori economico finanziari di Engineering Ingegneria Informatica, anticipati oggi e all’esame del cda il 14 marzo. Quanto all’utile, “cifre precise non siamo ancora in grado di farle, ma potrebbe essere attorno ai 50 milioni”, spiega il direttore finanziario Armando Iorio.
Sono risultati da “grande bellezza”, soprattutto in momenti di crisi come questa, che il mercato ha salutato con un exploit del titolo che è arrivato a guadagnare oltre il 7,5% anche se sul finale ha poi ripiegato ad un comunque più che apprezzabile 3,23% a 51,50 euro, massimo storico per la società. Solo un anno fa l’azione valeva poco più di 30 euro.
“E pensare che il crollo del real ci è costato un 30% dell’utile in Brasile”, commenta l’amministratore delegato Paolo Pandozy (nella foto). Il quale, comunque, è ovviamente più che soddisfatto da risultati “che vedono per la prima volta Engineering superare gli 800 milioni di ricavi”.
La crisi economica sembra passata come acqua fresca su un’azienda che con i suoi 7.000 dipendenti e la sua proiezione internazionali è una delle pochissime grandi realtà italiane dell’IT che il Paese “dovrebbe difendere e preservare”, come ha notato l’ex presidente di Telecom Italia Franco Bernabè intervenuto stamane a Firenze ial kick-off 2014 di Engineering cui hanno partecipato anche Giancarlo Capitani di NetConsulting, il sociologo Domenico De Masi dell’università La Sapienza, Alfonso Fuggetta amministratore delegato del Cefriel e docente al Politecnico di Milano.
“La crisi è iniziata nel 2008, quando noi fatturavamo 450 milioni. Oggi l’Italia ha lo stesso Pil del 2000, mentre noi nonostante il periodo che abbiamo attraversato siamo riusciti a crescere investendo in ricerca e innovazione arrivando quasi a raddoppiare il giro d’affari – osserva Pandozy – Quelli di crisi sono anche momenti di trasformazione: penso che il segreto della nostra crescita sia essere riusciti ad interpretare queste trasformazioni”.
“Siamo riusciti a tenere la barra nonostante i tempi difficili anche grazie ai nostri investimenti in ricerca e formazione – spiega il presidente Michele Cinaglia – Abbiamo ben 250 persone che lavorano a tempo pieno nella ricerca e penso che ormai siamo rimasti gli unici in Italia a mantenere un centro residenziale per la formazione. La velocità dell’innovazione è decisiva. I dipendenti devono essere continuamente aggiornati”.
Quanto al futuro, Pandozy ha confermato la volontà di orientare i progetti di espansione soprattutto sui mercati esteri, “anche attraverso acquisizioni”. Sul mercato interno si punterà a nuovi target come quello delle piccole e medie imprese.
Quanto a Matteo Renzi, secondo Pandozy, è partito col piede giusto: – «Le intenzioni del governo sono quelle giuste e corrette: speriamo che questo esecutivo trovi le risorse e la forza di portarle avanti. Quando sento mettere al primo punto dell’agenda scuola, università e formazione si tratta di notizie importanti, perché significa che il nostro Paese investe nella formazione e nella creazione di cervelli».

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