IL PROGETTO

Eredità digitale, i notai italiani in prima linea

Allo studio un protocollo che agevoli gli eredi di un utente scomparso nei rapporti nell’accesso ai dati e alle risorse online del defunto

Pubblicato il 04 Dic 2014

E.L.

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Quando una persona muore, che fine fanno i suoi ricordi digitali e le informazioni personali e finanziarie che conservava su dispositivi elettronici, profili social e sul cloud? Trovare una soluzione per quella che è una vera e propria “eredità virtuale” è stato il tema di un convegno organizzato oggi a Milano dal Center on International Markets, Money and Regulation dell’Università Bocconi con il Consiglio Nazionale del Notariato.

Tutti i dati personali online, hanno spiegato gli esperti, “non hanno soltanto un valore emotivo ma anche economico. Offrire ai cittadini strumenti per una corretta gestione dei propri dati personali in rete e delineare possibili soluzioni sul tema dell’eredità dei beni e contenuti virtuali, diventa quindi una necessità sempre più forte”. Secondo un sondaggio di McAfee, in media il valore dei beni virtuali di ciascuno ammonta a 35 mila dollari: in cima alla classifica ci sono i ricordi personali, come foto e video (17 mila dollari), seguono le informazioni sanitarie e finanziarie (6 mila dollari), le informazioni professionali (circa 4.300 dollari) e quelle relative a hobby e progetti (circa 3.300).

Il Notariato italiano “si è interessato al problema dell’eredità digitale dal 2007 – hanno aggiunto gli specialisti – e oggi è possibile pensare ad un dialogo a livello locale, basato sulla legge italiana: per questo si è fatto promotore, insieme al professor Oreste Pollicino della Rules Bocconi di un’iniziativa in tal senso, cui ha fatto seguito l’istituzione di un tavolo di lavoro al quale già hanno aderito Google, Microsoft, l’Università Bocconi e lo Studio legale Portolano Cavallo”.

Con l’evento di oggi, gli esperti hanno voluto studiare in particolare due aspetti: l’identità digitale e l’eredità digitale. Per la prima “è allo studio una campagna di sensibilizzazione sull’uso corretto e consapevole dei propri account e delle informazioni lì custodite”; per la seconda, gli esperti si propongono “di sviluppare un protocollo che agevoli gli eredi di un utente scomparso nei rapporti con l’operatore, al fine di facilitare l’accesso alle risorse online del defunto.

I notai, con la loro capillare presenza sul territorio, sono pronti a fungere da trait-d’union tra il cittadino e gli operatori, secondo una procedura telematica concordata, in modo da ridurre per quanto possibile costi e tempi d’attesa. La soluzione italiana potrebbe altresì rappresentare un caso pilota a livello europeo”.

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