LA TRIMESTRALE

Facebook batte le attese, revenues a +33%. Ma il 2021 sarà un’incognita

La società di Mark Zuckerberg chiude l’ultimo quarter del 2020 con ricavi pari a 28 miliardi di dollari e margini a 11 miliardi, trainati dal rafforzamento della piattaforma durante la pandemia. Ma l’anno in corso potrebbe riservare brutte sorprese: pesano le grane antitrust negli Usa

Pubblicato il 28 Gen 2021

Domenico Aliperto

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Come molte altre Big Tech, Facebook chiude l’ultimo trimestre del 2020 con valori record e supera le aspettative degli analisti con crescite a doppia cifra. I ricavi hanno raggiunto i 28,072 miliardi di dollari, in aumento del 33%, mentre l’utile netto si attesta a 11,219 miliardi (+53%), pari a 3,88 dollari per azione. Gli esperti stimavano un utile per azione a 3,19 dollari e ricavi per 26,34 miliardi di dollari. A spingere i conti è stato lo shopping online durante il Natale e l’aumento dell’uso della piattaforma con la pandemia che si è tradotto in un deciso balzo in avanti della pubblicità.

“Abbiamo messo a segno un forte finale d’anno, dal momento che le persone e le aziende hanno continuato a utilizzare i nostri servizi durante questi tempi difficili”, ha commentato il fondatore e ceo di Facebook, Mark Zuckerberg. “Sono entusiasta della nostra roadmap di prodotto per il 2021 mentre costruiamo modi nuovi e significativi per creare opportunità economiche, costruire una comunità e aiutare le persone a divertirsi”.

Le criticità che aspettano Facebook nel 2021

L’entusiasmo di Zuckerberg potrebbe però scemare presto. Come sottolinea l’Ansa, i risultati record di Facebook rischiano di attirare ulteriormente l’attenzione dei critici del gruppo in quanto elemento tangibile del suo eccessivo potere di mercato. Il social è infatti nel mirino delle autorità europee e di quelle degli Stati Uniti, dove la Federal Trade Commission e 46 Stati hanno avviato un’azione antitrust contro la società accusata di soffocare la concorrenza. Ma le grane per Facebook potrebbero arrivare anche da una Washington tutta democratica e dalla volontà di molti legislatori di mettere un freno ai social. La decisione di Facebook di sospendere Donald Trump dopo l’assalto al Congresso ha infatti aperto un acceso dibattito sulla forza eccessiva dei social e sulla loro capacità di offuscamento. Molti critici sostengono infatti che lo stop dell’ex presidente – fermato anche da Twitter, Google e Amazon – sia stato un attacco alla libertà di espressione compiuto da un gruppo ristretto di miliardari liberal della Silicon Valley.

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La piattaforma prevede inoltre una situazione di potenziale criticità nel corso del 2021 a causa di possibili cambiamenti nella regolamentazione dei dati personali. In particolare Facebook teme una stretta in Europa, ma soprattutto una maggiore trasparenza nella raccolta di informazioni personali sui device di Apple. “Anche se i tempi dei cambiamenti indotti da iOs 14 rimangono incerti, ci aspettiamo di vedere un impatto già alla fine del primo trimestre”, ha commentato il gruppo. Considerazioni che, nonostante i risultati brillanti, hanno fatto scivolare il titolo in borsa, con una perdita del 4,4%.

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