STRATEGIE

Facebook cambia l’ordine dei post, ecco l’algoritmo che scoraggia gli acchiappa-clic

Un algoritmo ridefinisce i criteri nella timeline della bacheca. Verranno privilegiate le pubblicazioni in grado di trattenere più a lungo gli utenti. Via i clickbait fasulli. Obiettivo migliorare l’appetibilità del social e favorire gli inserzionisti

Pubblicato il 16 Ago 2016

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News Feed, si cambia di nuovo. Facebook mette mano ancora una volta all’algoritmo che definisce l’”ordine di apparizione” dei post per i suoi 1,71 miliardi di utenti. Vuol dire che cambierà la priorità dei messaggi che compaiono nella bacheca di ogni utente in base a quello che Facebbok ritiene – combinando una serie di fattori – sia più interessante per l’utente stesso. Un’ulteriore strategia in progress per mantenere alta l’affluenza di inserzioni pubblicitarie: “Facebook vive e muore grazie al News Feed – commenta Jan Dawson analista capo di Jackdaw Research -. Per questo deve mostrare agli utenti esattamente quello che vogliono: più le persone rimangono su quel post, più guardano gli annunci più, ovviamente, Facebook incassa”. E se gli utenti non vedono fra i primi post quello che gli interessa davvero? “Non sarebbe una buona cosa”.

Il cambiamento è frutto di un test, il Feed Quality Program, condotto tra alcune migliaia di utenti su quello che più piace. “Abbiamo chiesto alle persone perché erano più interessate ad alcune storie, ci hanno risposto che li faceva sentire più informati sul mondo che li circonda. Per questo stiamo facendo questo aggiornamento”, spiega sul blog ufficiale un team di ricercatori del social network.

Il risulto di questo programma è una sorta di marcatore (“ranking signal”) che contrassegna un post e lo posiziona più in alto nella sezione “news” (i post stessi), mentre le altre rimarranno più in basso. Sempre dal suo blog Facebook aveva annunciato una modifica dell’algoritmo per evitare l’inserimento nel flusso di post ingannevoli, con titoli “acchiappa-click” che sfruttano la curiosità per arricchire il bottino di visualizzazioni. Ma che a fini pubblicitari non sono produttivi.

Per gli editori digitali potrebbe non essere una buona notizia: anche il più piccolo cambiamento nell’algoritmo che determina il flusso di post può avere pesanti conseguenze per gli editori. Facebook traina il 40% del traffico dei siti di informazione, secondo la società d’analisi Parse.ly.

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