POST-EMERGENZA

Fase 2, per il 73% dei dirigenti prioritari gli investimenti in tech&digital

È quanto emerge dal sondaggio Capital Confidence Barometer condotto da EY su oltre 2.900 top manager in 46 paesi. Molte società hanno già avviato importanti iniziative di trasformazione. La ripresa? Per il 54% nel 2021. Ma per il 38% ci sarà già nel terzo trimestre di quest’anno

Pubblicato il 08 Mag 2020

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I principali investimenti delle imprese nella Fase 2 e più in generale nel post-emergenza Coronavirus riguarderanno l’ambito tecnologico e digitale. È quanto emerge dal sondaggio Capital Confidence Barometer condotto da EY (qui il report completo) su oltre 2.900 top manager in 46 paesi e che analizza anche le ripercussioni che ci saranno sulle attività M&A in Italia e a livello globale – con il sentiment delle aziende e dei fondi di Private Equity.

Il 73% del campione considera prioritari i nuovi investimenti in tecnologie. Al secondo posto, con il 71%, l’allocazione di capitale all’interno del proprio portafoglio. Molte società (72%) – si legge nel report – hanno già avviato importanti iniziative di trasformazione, innescate a seguito della pressione sugli obiettivi di fatturato e per raggiungere i target di redditività, secondo gli intervistati del CCB. La maggior parte (72%) prevede, inoltre, di condurre con più frequenza strategie di revisione del portafoglio di attività.

Il 73% dei dirigenti, a livello globale, stima che il Covid19 avrà un impatto grave sull’economia mondiale. Il 54% degli intervistati prevede un periodo di lenta e graduale ripresa economica, per ritornare ai livelli pre-emergenza sanitaria nel 2021.

Oltre la metà dei dirigenti (52%) si trova a riconfigurare le attività aziendali in seguito all’esposizione a vulnerabilità della supply chain, e il 41% sta investendo nell’accelerazione dell’automazione. Il 54% guarda oltre la crisi e monitora il mercato in attesa di opportunità di fusioni e acquisizioni nei prossimi 12 mesi.

Dal sondaggio emerge inoltre che quasi la metà dei dirigenti intervistati (49%) riporta margini di profitto uguali o inferiori a due anni fa, anche prima dell’attuale crisi, e mentre l’economia globale rallenta, la grande maggioranza delle aziende (95%) si sta preparando per ulteriori pressioni al ribasso sui margini.

Nonostante stiano affrontando un periodo di emergenza sanitaria globale senza precedenti, i dirigenti si stanno però muovendo per pianificare il futuro oltre la crisi, evidenzia il sondaggio. Mentre il 54% degli intervistati prevede un periodo di recupero prolungato a “U”, con un’attività economica rallentata fino al 2021, il 38% vede una ripresa più rapida a “V” e un ritorno ai livelli pre-crisi già nel terzo trimestre 2020. Solo l’8% prevede una ripresa a “L”, con un periodo di recessione prolungato fino al ritorno della normale attività economica nel 2022.

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