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“Festeggiare” il trilione? Nadella controcorrente: “Non è una priorità”

Per ceo di Microsoft aver raggiunto il traguardo dei mille miliardi di capitalizzazione non ha nessun significato: “Guardiamo avanti e continuiamo a spingere sul cloud”

Pubblicato il 03 Mag 2019

Antonio Dini

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Ci sono priorità e priorità. E quella di entrare a far parte del club più esclusivo al mondo per le grandi aziende, il cosiddetto “club del trilione”, cioè delle aziende con una capitalizzazione di mercato che supera la soglia (psicologica) dei mille miliardi di dollari, non è una di queste. Anzi, è addirittura un traguardo totalmente privo di significato e a ben guardare che “lo disgusta”. Nel caso di Satya Nadella non si può dire che sia l’invida a farlo parlare, perché Microsoft, l’azienda di cui è alla guida dal febbraio del 2014, è una delle uniche tre al mondo ad aver tagliato questo traguardo che tutti concordano nel definire simbolico ma che certamente attrae l’attenzione degli investitori e anche – perché no – dei giornalisti di tutto il pianeta.

«Sarei veramente disgustato – ha dichiarato Nadella durante una intervista con Bloomberg Businessweek – se qualcuno volesse mai celebrare la nostra capitalizzazione di mercato». Parole dirette e dure per dire che la priorità non è segnare un record soltanto psicologico, formale, simbolico. Un simbolo che non interessa all’uomo che ha ereditato una delle poltrone più difficili del mondo della tecnologia – quella di uomini come Bill Gates e Steve Ballmer – ed è riuscito a fare letteralmente miracoli.

Da quando, nel febbraio del 2014, Nadella è asceso al trono di Microsoft, infatti, l’azienda ha ingranato la quarta puntando decisamente al mercato cloud in tutte le sue varianti consumer e business, e ha fatto crescere la capitalizzazione di mercato di Microsoft del 230%.

Nadella, come tutti i leader di carattere, preferisce restare concentrato sul futuro anziche mettersi a celebrare i risultati raggiunti nel passato. «A Microsoft – ha detto a Bloomberg – abbiamo questa pessima abitudine di non essere in grado di spingerci oltre perché ci sentiamo subito molto soddisfatti per il successo che abbiamo già raggiunto. Stiamo imparando a non guardarci indietro, a non essere focalizzati sul passato».

L’atteggiamento che Nadella vuole che definisca il pensiero e la postura della sua azienda ha aiutato a far crescere il business del cloud in tutte le sue declinazioni. In questo modo Microsoft è diventata un concorrente più che titolato per insidiare gli attori dominanti del mercato, soprattutto Amazon Web Services (Aws), la unità di business autonoma di Amazon che sta registrando una crescita record (e che ha un notevolissimo impatto sui conti economici del gigante del retail di Seattle).

Azure, la divisione cloud di Microsoft, può essere piccola rispetto alla concorrenza ma sta crescendo più velocemente di Aws. Nel terzo trimestre, presentato la scorsa settimana, il tasso di crescita di Azure è stato del 41%, pari a 9,6 miliardi di dollari. Un tasso di crescita analogo a quello registrato nella stessa settimana da Amazon per Aws durante il primo trimestre (le due aziende seguono due tipologie contabili differenti, con due anni fiscali sfalsati tra di loro). Oltre al giro di affari, però, anche gli utili di Azure sono cresciuti a una velocità da record: di ben il 73%.
L’atteggiamento di Nadella è anche la chiave per capire la scelta strategica di fondo che ha fatto per l’azienda che guida: investire energia e denaro, oltre che talenti, nel business del cloud anziché continuare a investire e spingere sulla divisione Windows. E anche la decisione di considerare una perdita i 7,6 miliardi di dollari spesi dal suo precedessore, Steve Ballmer, investiti nell’acquisizione di Nokia e poi derubricati da Nadella, dimostrano che quest’ultimo è veramente concentrato sul futuro e non ha nessuna intenzione di rimanere ancorato alle vecchie ambizioni, come ad esempio quella di dominare il settore del mobile, una volta pezzo centrale della strategia della “vecchia” Microsoft.

In queste ultime settimane Microsoft è silenziosamente scivolata sotto la soglia dei mille miliardi, senza peraltro che la stampa internazionale prestasse la stessa attenzione all’inversione di tendenza, mentre nel club sono rimaste Amazon e la veterana Apple. Ma forse a Nadella neanche se ne è accorto, concentrato a pianificare le prossime mosse.

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