IL REPORT

Fintech e Insurtech avanti tutta in Italia, mobile payment il servizio preferito

Osservatorio School of Management del Polimi: rivoluzione digitale per finanza e assicurazioni. A quota 11 milioni gli italiani che già li utilizzano, oltre metà delle Pmi interagisce con le banche via app mobile. Marco Giorgino: “L’ecosistema finanziario deve accelerare l’innovazione al centro. Blockchain e piattaforme di Robo Advisor leve di crescita”

Pubblicato il 11 Dic 2018

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Svolta digital per finanza e assicurazioni. Gli italiani che utilizzano i servizi fintech e insurtech sono già a quota 11 milioni, un trend in costante aumento: balzo del 54% rispetto al 2017 (16%), con un elevato livello di gradimento. Emerge dal report dell’Osservatorio Fintech & Insurtech della School of Management del Politecnico di Milano – è stata presentata presentata oggi al convegno “Fintech & Insurtech: l’Italia spiega le vele” – secondo cui gli utenti internet utilizzano principalmente mobile payment (16%), servizi per gestire il proprio budget personale o familiare (15%) o per trasferimenti istantanei di denaro tra privati (12%). Tutti i servizi Fintech & Insurtech sono molto apprezzati: voti alti alla possibilità di gestire i sinistri da smartphone e all’attivazione di assicurazione istantanee come pure all’accesso a un finanziamento da smartphone o Pc.

A questo punto “l’ecosistema finanziario deve accelerare il processo di trasformazione digitale per non farsi trovare impreparato – dice Marco Giorgino, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Fintech & Insurtech -: è necessario approfittare delle opportunità offerte da nuove tecnologie come la blockchain o le piattaforme di Robo Advisor, per proporre nuovi servizi di valore. Banche e assicurazioni possono rispondere alle sfide della trasformazione digitale mettendo l’innovazione al centro delle strategie e puntando sulla costante collaborazione con altri attori”.

La fotografia scattata dal Polimi mette in evidenza un trend in ascesa: i nuovi servizi per finance e assicurazioni sono già utilizzati dal 25% della popolazione italiana fra i 18 e i 74 anni, in forte crescita rispetto a quanto registrato un anno fa (+54%), quando la percentuale si attestava sul 16%. Inoltre oltre metà delle Pmi interagisce già con gli istituti finanziari tramite un’app mobile (il 92% tramite pc). Ma le Pmi acquistano coperture assicurative ancora prevalentemente con modalità tradizionali: solo il 15% delle Pmi ha comprato una copertura online in totale autonomia, ma l’80% potrebbe già gestire tutti i servizi assicurativi di base con sistemi digitali. Solo il 5% di esse ha già utilizzato metodi di finanziamento alternativi come Minibond, P2P lending, Crowdfunding, soluzioni di Supply Chain Finance.

A livello globale nel 2018 si contano 1.210 startup Fintech & Insurtech con almeno 1 milione di dollari di finanziamento, in forte aumento (+66%) rispetto a due anni fa, capaci di raccogliere 43,7 miliardi di dollari, contro i 25,7 del 2017 (+70%), e con le startup cinesi, indiane e australiane che crescono rispettivamente del 233%, del 184% e del 227% nella raccolta di investimenti (contro un -11% delle statunitensi). Un numero importante e sempre maggiore di startup (24%) ha come obiettivo la collaborazione con banche e assicurazioni. Le banche hanno compreso l’importanza delle tecnologie Blockchain e Distributed Ledger: 275 servizi basati su queste tecnologie (di cui 40% annunci) sono stati promossi da istituti finanziari nel mondo negli ultimi 3 anni.

E se gli utenti italiani affiderebbero principalmente a banche e operatori postali i loro risparmi (65% e 56%), cresce chi si affiderebbe alle startup (12%), dove sono già oltre 140 i Robo Advisor censiti a livello mondiale, piattaforme di investimento automatizzate che quest’ultimo anno però danno maggiore rilevanza alla presenza umana.

Resta la fiducia nei player tradizionali, sottolinea Giorgino: “La maggioranza degli italiani si rivolgerebbe a banche (65%) e operatori postali (56%) per affidare i propri risparmi”. Ma esiste una differenza generazionale: nel caso dei giovani di età compresa tra 16 e 24 anni le preferenze sono il 53% e il 52% mentre il 67% e 59% nel caso degli over 55. Ma cresce il numero di coloro che hanno provato almeno un servizio Fintech o Insurtech e, soprattutto fra i più giovani, di coloro che si affidano anche ad altri attori oltre a banche e assicurazioni.

Nello specifico, all’interno del Finance si amplia la competizione tra istituti finanziari, bancari e assicurativi con startup, attori corporate, digital, tecnologici e di telecomunicazioni, autorità di regolamentazione e più in generale nuovi potenziali entranti: nel 2018 sono nate nuove collaborazioni mentre gli attori “non tradizionali” stanno iniziando a riscuotere consenso tra gli italiani. Per questo l’Osservatorio Fintech & Insurtech ha proposto e avviato l’Open Finance Journey: un percorso per stimolare, incoraggiare e supportare le pratiche con cui le aziende del mondo finanziario, bancario e assicurativo possono abbracciare l’innovazione digitale.

Nello specifico il report disegna un settore in forte evoluzione, per fintech e insurtech. I servizi più apprezzati sono la possibilità di gestire i sinistri da smartphone (voto medio 9,6 su 10), l’attivazione di assicurazione istantanee (8,9) e l’accesso a un finanziamento da smartphone o Pc (8,9); più tiepido l’entusiasmo per social lending (7,6), crowdfunding e chatbot (entrambi a 7,7). I servizi più utilizzati sono Mobile Payment (16%), servizi per gestire il proprio budget personale o familiare (15%, in crescita di 10 punti percentuali rispetto al 2017) e i servizi per trasferimenti istantanei di denaro tra privati (12%, in crescita di otto punti rispetto al 2017).

Gli italiani continuano a nutrire fiducia negli istituti finanziari, che raccolgono le preferenze del 73% degli utenti per i finanziamenti e del 65% per la gestione del risparmio. Una fiducia destinata a durare, come evidenzia il 73% che ha intenzione di affidarsi per un finanziamento agli istituti finanziari anche in futuro, in aumento rispetto alle altre categorie (produttori di Smartphone e Tablet, siti di eCommerce, OTT, catene di supermercati, operatori di telefonia, associazioni di categoria, startup) che mostrano fiducia stabile o in calo. I giovani sono meno affezionati della media agli istituti finanziari (il 65% si affiderebbe a loro in futuro) e più interessati alle assicurazioni (25%, contro l’11% del campione complessivo).

“Nonostante chi ha utilizzato i servizi Fintech e Insurtech li promuova a pieni voti, dagli utenti arrivano anche chiare richieste di miglioramento dell’offerta di servizi finanziari – rileva Marco Giorgino -: per il 67% sono fondamentali servizi di base gratuiti, circa metà chiedono trasparenza negli investimenti, velocità nelle operazioni o la possibilità di incontri di persona nei casi più complessi.”.

Per l’offerta assicurativa via internet, le funzioni più apprezzate sono la segnalazione della scadenza della polizza (51%), la possibilità di controllare le informazioni relative alle coperture (44%) e la gestione degli eventuali sinistri (39%). Per i prodotti assicurativi la preferenza degli italiani è netta: ben il 78% si affiderebbe e società assicurative per il ramo salute. Ma tra i giovani, il 14% sceglierebbe le banche, il 13% le associazioni di categoria, il 9% i servizi postali o le Big Tech o le startup, il 5% gli operatori di telefonia, il 4% i siti di eCommerce e l’1% i produttori di smartphone o le catene di supermercati.

Sul fronte Pmi il 55% sfrutta uno smartphone e quasi tutte ritengono di poter usare facilmente il canale Mobile (96%). L’utilizzo del Pc è più diffuso (92%) anche se ancora l’8% delle Pmi non lo usa. Ma il canale preferito rimane la relazione personale (filiale o consulente) per la richiesta di tutti i prodotti finanziari, dall’anticipo fatture (54% di chi utilizza) agli strumenti di previsione dei flussi di cassa (78% di chi utilizza). I prodotti finanziari più utilizzati sono l’anticipo fatture (71%) e le soluzioni di leasing (66%), poco sfruttati gli strumenti di previsione dei flussi di cassa (18%) e i prestiti con durata inferiore a un anno (32%). Poco conosciuti per ora i metodi di finanziamento alternativi: i Minibond sono noti solamente al 33% del campione, il P2P lending al 24%, il Crowdfunding al 20% e le soluzioni di Supply Chain Finance al 12%. Molto limitato anche il loro impiego, con solo il 5% del campione che ha impiegato almeno uno di questi servizi. La principale difficoltà registrata dalle piccole e medie imprese è l’accesso alle informazioni e alla consulenza, indicata dal 36% delle aziende intervistate, mentre la maggioranza non riscontra problematiche nell’accesso ai finanziamenti (non critico per il 92% delle imprese), nei ritardi nei pagamenti (90%), nell’accesso ai mercati internazionali (89%) e nelle previsioni finanziarie ed economiche (86%).

L’acquisto delle coperture assicurative avviene spesso con modalità tradizionali (nel 50% dei casi non vi è ricorso a dispositivi connessi) e gli strumenti digitali sono impiegati principalmente come supporto alla forza vendita (solo il 15% delle PMI ha comprato una copertura online in totale autonomia), mentre il restante 35% acquista con una modalità solo parzialmente digitale, rivolgendosi a un agente ma con un incontro da remoto o utilizzando documenti digitali. Tuttavia, la maggioranza delle PMI (80%) dichiara che la propria compagnia assicurativa garantisce la possibilità di gestire digitalmente la verifica della polizza (91%), l’aggiunta di coperture (91%) e la gestione dei sinistri tramite sistemi digitali (81%).

Startup: sono 1.210 le Fintech & Insurtech censite dall’Osservatorio nate dopo il 2013 e che hanno ricevuto almeno un milione di dollari di finanziamenti nel periodo 2016-2018, per un totale di 43,7 miliardi di dollari raccolti. Rispetto alla rilevazione del 2016, la crescita è notevole sia numericamente (+66%) che per investimenti generati (+70%). Gli Stati Uniti sono a l’area che raccoglie più investimenti (13,9 miliardi di dollari), seguiti dalla Cina con 13,4 miliardi di finanziamenti, sede di quattro delle prime cinque startup al mondo per finanziamenti ricevuti e con il tasso di crescita più elevato (+233%). Gli altri Paesi le cui startup hanno superato il miliardo di dollari di finanziamento sono Regno Unito, con 5,1 miliardi (+163% rispetto a quanto registrato due anni fa), Australia e India, con 1,2 miliardi ciascuna (rispettivamente +227% e +184%). L’Italia è lontana da queste realtà, ma in crescita: 8 startup hanno superato la soglia del milione di dollari di finanziamenti ricevuti, per 44 milioni di dollari complessivi (contro i 20 del censimento precedente). “Non ci aspettavamo una crescita ancora così importante – spiega Filippo Renga, Direttore dell’Osservatorio Fintech & Insurtech -. Inoltre, non solo stiamo assistendo a una sempre maggiore collaborazione tra attori consolidati e Startup, ma anche a un sempre più rilevante desiderio di trovare nuovi modelli di business innovativi e integrati”.

Robo Advisor e Digital Asset Management: cresce il numero di utenti che, oltre a rivolgersi a banche e operatori postali, si affiderebbe oggi ad associazioni di categoria (14%), startup (12%), siti di eCommerce, catene di supermercati e aziende internet (10%), produttori di smartphone e operatori di telefonia (8%). Sono 147 le piattaforme di Robo Advisor censite dall’Osservatorio a livello mondiale, sia di startup che dei principali operatori di asset e wealth management, attori che offrono una soluzione digitale per servire un nuovo segmento di clientela, offrire nuovi prodotti, diversificare il canale commerciale oppure per recuperare marginalità, potendo efficientare processi a minor valore aggiunto.

“Nell’ultimo anno nei Robo Advisor si sta invertendo il trend che prevedeva piattaforme completamente automatizzate, mentre aumenta la presenza di un referente umano a guida o controllo dell’automazione – rileva Laura Grassi, Vice Direttore dell’Osservatorio Fintech & Insurtech -. Per il cliente è importante sapere che i sistemi non siano semplici black box, ma supervisionati da un gestore esperto, in un patto di fiducia che passa dalla chiara identificazione di una controparte umana. Inoltre, una volta compreso che il sistema viene sorvegliato accuratamente, poi la richiesta di contatto con il gestore non avviene in maniera frequente”.

Le banche e gli attori finanziari hanno ormai compreso l’importanza delle tecnologie Blockchain e Distributed Ledger: sono 275 i servizi basati su queste tecnologie censiti dall’Osservatorio (di cui 167 progetti e 108 annunci) promossi da istituti finanziari nel mondo negli ultimi 3 anni. Le principali applicazioni delle tecnologie Blockchain e Distributed Ledger riguardano la gestione dei pagamenti (41%), del mercato dei capitali (27%) e dei dati e dei documenti finanziari (10%). Seguono soluzioni di supporto al Supply Chain Finance (8%), per la gestione dell’identificazione dei clienti (7%), della tracciabilità degli assegni (5%) e delle votazioni da remoto nelle assemblee degli azionisti (2%).

“Il mercato è più maturo e consapevole, con un maggior numero e qualità dei progetti – analizza Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio Blockchain & Distribuited Ledger -. Anche gli istituti finanziari e le compagnie assicurative italiane stanno iniziando a investire nelle tecnologie Blockchain e Distributed Ledger, sia partecipando a soluzioni di sistema, che con progettualità individuali. Esistono ancora attori ‘scettici’ sui vantaggi, ma sono meno numerosi dei ‘pragmatici’ che investono nelle aree già riconosciute a maggiore opportunità e dei ‘leader’ che aumentano costantemente gli sforzi e gli investimenti per approfittare dei benefici della Blockchain”.

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