LE NUOVE REGOLE UE

Fisco, procedure più rapide per la ritenuta d’acconto grazie alla residenza digitale

Secondo Bruxelles i processi standardizzati faranno risparmiare agli investitori circa 5,17 miliardi di euro all’anno. Il commissario all’Economia Gentiloni: “Vogliamo sostenere il mercato unico e semplificare la vita alle imprese, ai cittadini e alle autorità nazionali”

Pubblicato il 19 Giu 2023

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La proposta della Commissione europea sulla ritenuta d’acconto è un nuovo passo avanti verso “una tassazione più equa e trasparente in Europa”. Lo ha detto il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, commentando le norme proposte dall‘esecutivo Ue per rendere le procedure di ritenuta alla fonte più efficienti e sicure per gli investitori, gli intermediari finanziari (come le banche) e le amministrazioni fiscali degli Stati membri. La proposta aiuterà a garantire che gli investitori transfrontalieri non siano eccessivamente tassati sui pagamenti di dividendi e interessi, dando una boccata d’aria ai mercati dei capitali europei, sottolinea Bruxelles.

“Per troppo tempo procedure farraginose in materia di ritenuta d’acconto hanno scoraggiato gli investimenti transfrontalieri e ostacolato il buon funzionamento del mercato dei capitali dell’Ue”, ha aggiunto Gentiloni. Secondo un recente studio, il 30% degli investitori al dettaglio ha venduto il proprio portafoglio Ue a causa delle barriere fiscali transfrontaliere legate alla ritenuta d’acconto: “È una situazione che non possiamo permetterci di vedere continuare”.

Fisco, più semplificazione in Ue

L’iniziativa della Commissione intende promuovere una tassazione più equa, lottare contro le frodi fiscali e sostenere gli investimenti transfrontalieri nell’Ue.

“Questa proposta è un’ulteriore dimostrazione dell’impegno della Commissione per la semplificazione e l’efficienza”, ha affermato Gentiloni durante la conferenza stampa di presentazione della proposta. “Vogliamo sostenere il mercato unico e semplificare la vita alle imprese, ai cittadini e alle autorità nazionali, garantendo un ambiente solido per gli investitori, gli intermediari e le amministrazioni fiscali degli Stati membri”.

La proposta mira anche ad incrementare la trasparenza: gli Stati membri potranno controllare se l’aliquota di ritenuta alla fonte sia applicata correttamente a ciascun contribuente e saranno in grado di affrontare più efficacemente gli abusi.

L’espressione “ritenuta alla fonte” si riferisce, per esempio, alla situazione in cui un investitore residente in uno Stato membro dell’Ue è tenuto a pagare l’imposta sugli interessi o sui dividendi percepiti in un altro Stato membro. Ciò avviene spesso per gli investitori transfrontalieri. In questi casi, al fine di evitare la doppia imposizione, molti Stati membri dell’Ue hanno firmato convenzioni in materia di doppia imposizione, che evitano che la stessa persona o società sia tassata due volte. Tali trattati consentono a un investitore transfrontaliero di presentare una richiesta di rimborso per qualsiasi imposta versata in eccesso in un altro Stato membro.

Il problema è che queste procedure di rimborso sono spesso lunghe, costose e farraginose, provocano frustrazione negli investitori e disincentivano gli investimenti transfrontalieri nell’Ue e verso l’Ue. Attualmente le procedure di ritenuta alla fonte applicate in ciascuno Stato membro sono molto diverse. Gli investitori devono gestire più di 450 formulari diversi in tutta l’Ue, la maggior parte dei quali è disponibile solo nelle lingue nazionali. Gli scandali Cum/Ex e Cum/Cum hanno inoltre dimostrato come le procedure di rimborso possano essere utilizzate impropriamente: le perdite fiscali derivanti da tali pratiche sono state stimate a 150 miliardi di euro per il periodo 2000-2020.

Le azioni proposte dalla Commissione Ue

Bruxelles intende agevolare la vita agli investitori, agli intermediari finanziari e alle autorità fiscali nazionali con le seguenti misure:

  • Un certificato comune di residenza fiscale digitale dell’Ue, che renderà le procedure di esenzione dalla ritenuta alla fonte più rapide ed efficienti. A titolo di esempio, gli investitori con un portafoglio diversificato nell’Ue avranno bisogno di un solo certificato di residenza fiscale digitale per recuperare diversi rimborsi durante lo stesso anno civile. Il certificato di residenza fiscale digitale dovrebbe essere rilasciato entro un giorno lavorativo dalla presentazione della domanda. Attualmente la maggior parte degli Stati membri utilizza ancora procedure cartacee.
  • Due procedure accelerate che integrano l’attuale procedura di rimborso ordinaria: una procedura di “esenzione alla fonte” e un sistema di “rimborso rapido” renderanno il processo di esenzione più rapido e armonizzato in tutta l’Ue. Gli Stati membri potranno scegliere quale utilizzare, compresa una combinazione di entrambe.
    • Nell’ambito della procedura di “esenzione alla fonte”, l’aliquota d’imposta applicata al momento del pagamento dei dividendi o degli interessi si basa direttamente sulle norme applicabili delle disposizioni della convenzione contro la doppia imposizione.
    • Nell’ambito della procedura di “rimborso rapido”, il pagamento iniziale è effettuato tenendo conto dell’aliquota della ritenuta alla fonte dello Stato membro in cui sono versati i dividendi o gli interessi, ma il rimborso per eventuali imposte pagate in eccesso è concesso entro 50 giorni dalla data del pagamento.

Si stima che queste procedure standardizzate consentiranno agli investitori di risparmiare circa 5,17 miliardi di euro l’anno.

  • Un obbligo di comunicazione standardizzato fornirà alle amministrazioni fiscali nazionali gli strumenti necessari per verificare l’ammissibilità all’aliquota ridotta e individuare potenziali abusi. Gli intermediari finanziari certificati dovranno comunicare il pagamento di dividendi o interessi all’amministrazione fiscale competente in modo che quest’ultima possa tracciare l’operazione. In particolare, i grandi intermediari finanziari dell’Ue saranno tenuti ad aderire a un registro nazionale degli intermediari finanziari certificati. Il registro sarà aperto anche agli intermediari finanziari non Ue e a quelli Ue più piccoli, su base volontaria. I contribuenti che investono nell’Ue attraverso intermediari finanziari certificati beneficeranno di procedure accelerate in materia di ritenuta alla fonte ed eviteranno la doppia imposizione sui pagamenti dei dividendi. Più intermediari finanziari si registrano, più sarà facile per le autorità fiscali elaborare le domande di rimborso, indipendentemente dalla procedura seguita.

Una volta adottata dagli Stati membri, la proposta dovrebbe entrare in vigore il 1º gennaio 2027. 

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