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Food delivery, la Ue avvia ispezioni: ipotesi “cartello”

Top secret i nomi delle società coinvolte ma Just Eat e Uber escono allo scoperto dichiarando di non essere nel mirino dell’Antitrust. Verifiche sulla possibile “spartizione” dei mercati nazionali

Pubblicato il 06 Lug 2022

Patrizia Licata

food

Alcune società del food delivery attive in Unione europea potrebbero essersi accordate per spartirsi il mercato in due Stati membri. È con questa ipotesi che l’Antitrust della Commissione europea ha effettuato ispezioni a sorpresa presso le sedi di queste aziende dell’ordinazione e consegna online di prodotti alimentari, generi alimentari e altri beni di consumo che operano, in particolare, in due mercati dell’unione (per ora l’Antitrust europeo non ha specificato quali).

La Commissione teme che le società interessate possano aver violato l’articolo 101 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, che vieta i cartelli e le pratiche commerciali restrittive. I funzionari della Commissione erano accompagnati dai loro omologhi delle autorità nazionali garanti della concorrenza.

Presunto accordo di spartizione su due mercati Ue

L’indagine riguarda un presunto accordo o pratica concordata per “dividersi” i mercati nazionali per l’ordinazione e la consegna online di prodotti alimentari, generi alimentari e altri beni di consumo nell’Ue.

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Le ispezioni senza preavviso sono un passo preliminare verso sospette pratiche anticoncorrenziali. Il fatto che la Commissione svolga tali ispezioni non significa che le società siano colpevoli di comportamenti anticoncorrenziali né pregiudica l’esito dell’indagine stessa.

Non esiste un termine legale per completare le indagini sulla condotta anticoncorrenziale. La loro durata dipende da una serie di fattori, tra cui la complessità di ciascun caso, la misura in cui le imprese interessate cooperano con la Commissione e l’esercizio dei diritti della difesa.

Uber e Just Eat: “Non siamo noi nel mirino”

In base al programma di clemenza della Commissione, le società che sono state coinvolte in un cartello possono ottenere l’immunità dalle ammende o riduzioni significative delle ammende in cambio della denuncia del comportamento e della collaborazione con la Commissione durante le indagini.

All’agenzia Reuters Uber, che gestisce Uber Eats per il food delivery, ha chiarito di non essere tra le società che hanno ricevuto le ispezioni a sorpresa. A sua volta Just Eat Takeaway ha detto di non essere a conoscenza di alcuna indagine formale o informale della Commissione europea nei suoi confronti in merito a possibili accordi con i concorrenti per la spartizione di mercati nazionali.

Proprio Just Eat Takeaway ha visto oggi balzare il valore del titolo in Borsa sulla scia dell’accordo commerciale stretto negli Stati Uniti con Amazon che rileverà una quota di Grubhub, controllata statunitense di Just Eat Takeaway.com che versa in difficoltà. In base ai termini concordati il colosso dell’e-commerce riceverà warrant (esercitabili a un prezzo de minimis) per oltre il 2% del capitale di Grubhub e warrant fino a un ulteriore 13% del common equity completamente diluito di Grubhub, il cui vesting è subordinato al soddisfacimento di determinate condizioni di performance. Reuters riporta che Just Eat Takeway continua a esplorare la possibilità di vendere, in parte o interamente, Grubhub, acquisita l’anno scorso per 5,8 miliardi di dollari in azioni.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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