IL CASO

Foodora via dall’Italia, ma Di Maio non cede: “Salario minimo va garantito”

L’azienda ha deciso di mollare a seguito dell’esplosione del “caso” riders. Ma l’Italia non è il primo Paese entrato nella lista nera: “fuga” anche da Francia, Paesi Bassi e Australia. Il ministro dello Sviluppo economico e Lavoro: “Basta con sfruttamento lavoratori”. E annuncia la ripresa del tavolo con i rappresentanti della gig economy dopo la pausa estiva

Pubblicato il 06 Ago 2018

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La decisione di Foodora di lasciare l’Italia non prende in contropiede il vicepremier e ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio. In un’intervista ad Agorà il capo politico del Movimento 5 Stelle mette in chiaro la propria posizione rispetto all’annuncio della società di food delivery, che risale alla fine della corsa settimana, di volersi “sfilare” dal nostro Paese e di essersi messa alla ricerca di nuovi acquirenti per il serviizo. “Foodora va via non solo dall’Italia, ma anche da Francia, Australia e Paesi Bassi – spiega il ministro – perché considera in questi mercati difficili. Noi vogliamo dare più tutele e garantire un salario minimo ai rider. Se vanno via per questo va bene”.

Poi Di Maio torna sulle iniziative del Mise per i diritti dei lavoratori della Gig Economy: “Noi a settembre ricominceremo il tavolo per i diritti dei raider – afferma – Oggi molti giovani lavorano per dire che lavorano, senza guadagnare. Basta essere sfruttati”.

“La strategia di Delivery Hero è quella di operare in modo economicamente efficiente, con focus su crescita e posizione di leadership in tutti i mercati in cui opera. In Italia questo obiettivo è ora difficile da raggiungere con investimenti ragionevoli – scriveva in un comunicato Emanuel Pallua, co-fondatore di Foodora – Per quanto riguarda l’Italia siamo consapevoli dei risultati raggiunti finora per cui stiamo valutando possibili acquirenti. . Questo annuncio non ha conseguenze sul servizio e sulle modalità con cui operiamo – conclude – La nostra piattaforma, il servizio dei ristoranti e i riders sono operativi come sempre: la nostra principale priorità è assicurare un futuro di successo anche con una nuova proprietà”.

La decisione emerge dalla nota in cui Delivery Hero illustra i conti del primo semestre 2018, che ha visto i ricavi crescere di un +60% (a cambi costanti, o del + 48% a cambi correnti), arrivando a toccare quota 357 milioni di euro. “Abbiamo visto che il mercato della distribuzione alimentare è in continua espansione e questo sta aprendo molte nuove opportunità di investimento nei nostri Paesi chiave – spiega Niklas Oestberg, Ceo di Delivery Hero – valuteremo come distribuire fino a 80 milioni di euro di investimenti aggiuntivi nella seconda metà del 2018 per sfruttare i mercati dove il servizio mostra andamenti positivi nei ricavi”.

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