IL PROGETTO

La prima Formula 1 senza pilota: in campo anche un team italiano

Il centro di ricerca E. Piaggio partecipa alla realizzazione del “cervello” della super-vettura che parteciperà al campionato “Roborace” per veicoli elettrici a guida autonoma

Pubblicato il 10 Ott 2019

A. S.

roborace 3

E’ uno dei primi team al mondo che nasce per partecipare al campionato per veicoli elettrici a guida autonomaRoborace”. La culla della scuderia è il centro di ricerca E. Piaggio dell’università di Pisa, per una squadra composta da docenti, ricercatori e studenti che provengono dal Dipartimento di Ingegneria dell’informazione e di ingegneria civile dell’ateneo toscano. Gareggeranno con i loro omologhi che stanno organizzandosi in Russia, cha a oggi è tra le squadre da battere, Austria e Germania.

La competizione prevede che ogni team abbia in dotazione lo stesso modello di macchina, che nello specifico è un veicolo elettrico “DevBot”, motorizzato con un propulsore di 184 cavalli ed equipaggiato con un sistema di guida basato su radar, Gps, telecamere e sensori a ultrasuoni per una visione a 360°.

A parità di mezzi meccanici, così, la sfida si posta tutta sul campo del “cervello tecnologico” della vettura, quindi il sistema di guida autonoma. “La sfida più grande riguarda l’intelligenza dell’auomobile”, afferma Danilo Caporale, capo dello sviluppo tecnico del team pisano. Il sistema messo a punto dalla squadra italiana si chiama Tazio, in omaggio a Tazio Nuvolari, “e prende ispirazione da quello che fa un pilota umano esperto – sottolinea Caporale – cercando di migliorarne il comportamento in gara”. Il sistema, nelle intenzioni degli sviluppatori – e su questo campo si giocherà la sfida più difficile – sarà in grado di individuare le traiettorie migliori a seconda delle circostanze e mettere in pratica le manovre di sorpasso.

Le auto della Roborace sono in grado di superare i 200 chilometri orari di velocità, e di adeguarsi alle regole e ai limiti che saranno volta per volta impostati a seconda delle condizioni meteo e del tipo di circuito. Con la costante che una volta iniziata la gara non sarà più possibile, per il team, intervenire sui settaggi delle automobili, mentre una squadra di race control engineers potrà intervenire in tempo reale in caso di emergenza, a attivare un “pulsante rosso” per arrestare la marcia dei veicoli che dovessero finire fuori controllo.

La valenza di questo genere di competizione però va al di là dell’aspetto della gara: le corse della Roborace infatti consentiranno di portare al limite le tecnologie per la guida autonoma, creando condizioni che non potrebbero verificarsi ogni giorno sulle strade per i veicoli a guida autonoma più spinta, quella di “livello 5”, dove il conducente non può prendere il controllo del mezzo.

“Dobbiamo lavorare sulla ‘prontezza di riflessi’, per questo saranno via via introdotti degli elementi di disturbo in pista, come casse, barili e ostacoli vari – prosegue Caporale – e poi bisogna che il veicolo impari sempre meglio e sulla base dell’esperienza a correggere la traiettoria in tempo reale, specialmente quando fa i sorpassi”.

I primi test su pista di questo genere di mezzi si sono svolti ad agosto 2016 sul circuito di Donington (UK), mentre un veicolo autonomo DevBot è stato presentato all’E-Prix di Roma nel 2018. Da quest’anno è infine in corso la Season Alpha, ovvero la stagione di prove una stagione di prove e gare su circuiti dedicati in Europa.

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