LA SVOLTA

Foxconn apre ai sindacati

Per la prima volta il colosso di Taiwan consentirà agli operai di eleggere i rappresentanti dei lavoratori. E da metà febbraio partono i corsi di formazione sulle modalità di voto

Pubblicato il 04 Feb 2013

Luciana Maci

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Svolta sindacale in Foxconn, azienda taiwanese leader mondiale nella produzione di elettronica e tra le principali subappaltatrici di Apple. Per la prima volta sarà consentito agli operai di eleggere i propri “veri” rappresentanti sindacali nelle fabbriche del gruppo.

Al termine delle ferie previste per il capodanno lunare cinese, intorno a metà febbraio, all’interno degli stabilimenti della Foxconn – in passato accusata di abusi sui lavoratori e sfruttamento del lavoro minorile – cominceranno i corsi per spiegare agli operai come eleggere liberamente, a scrutinio segreto, i propri sindacalisti. Con il voto, scaglionato tra quest’anno e il prossimo, decideranno il rinnovo di circa 18.000 comitati sindacali. Secondo fonti aziendali, “la carica del presidente e dei venti membri del comitato della federazione dei sindacati del lavoro Foxconn saranno decise attraverso elezioni ogni cinque anni”.

Per organizzare i corsi il gruppo, che vanta oltre 1,2 milioni di dipendenti solo in Cina, ha chiesto aiuto alla Fair Labor Association. È l’organizzazione sindacale internazionale con sede negli Usa alla quale si era rivolta la Apple nei mesi scorsi per un’ispezione in alcuni degli impianti cinesi della compagnia dove, negli anni scorsi, si è anche registrata un’ondata di suicidi dei dipendenti.

In Cina, a tutt’oggi, i rappresentanti dei lavoratori sono scelti tra gli stessi proprietari aziendali, o manager, oppure tra i funzionari locali del Partito Comunista. Di fatto, azionisti privati e Stato esercitano sia il ruolo di datori di lavoro, sia quello di difensori dei diritti dei dipendenti.

Secondo Foxcoon già oggi oltre il 70% dei 188 sindacalisti interni di Shenzhen sarebbe costituito da lavoratori della catena di montaggio. Fonti indipendenti rivelano invece che gli attuali rappresentanti non sono stati scelti in modo democratico e che oltre la metà è espressione del management. Il presidente del sindacato Foxconn, per esempio, è la signora Chen Peng, ex braccio destro di Terry Gou, fondatore e presidente dell’azienda.

Da diverso tempo Foxconn è sotto accusa per le dure condizioni di lavoro a cui costringerebbe i propri dipendenti e per i magri salari corrisposti. La multinazionale è salita alla ribalta delle cronache per una serie di misteriosi suicidi avvenuti in alcune sue fabbriche nel 2010. Lo scorso ottobre si sono verificati scontri tra i dipendenti in una fabbrica a Zhengzhou, nella Cina settentrionale. Secondo gli attivisti la produzione è stata interrotta per uno sciopero a cui hanno aderito migliaia di addetti alla fabbricazione dell’iPhone 5, tesi seccamente smentita dall’azienda. Quello stesso mese l’azienda ha ammesso di aver impiegato in uno stabilimento stagisti minorenni.

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