LA STARTUP

Freelance, ecco tidbit: il portale per vendere articoli e foto ai giornali

Si possono proporre scritti, scatti fotografici, video e illustrazioni indicando il prezzo richiesto. Gli editori scelgono fra le proposte oppure chiedono agli iscritti di realizzare uno specifico servizio giornalistico. Cristiana Pulcinelli, uno dei fondatori a CorCom: “Presto nuove realtà editoriali, coinvolgeremo anche testate straniere”

Pubblicato il 07 Dic 2015

Andrea Frollà

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Un marketplace dell’informazione italiano, che permette ai giornalisti di proporre al mercato editoriale scritti, foto e video originali e agli editori di trovare contenuti per la pubblicazione online o su riviste e giornali cartacei. Si chiama tidbit, è nato dall’idea di 4 soci, di cui 3 giornaliste esperte di comunicazione e un giovane giornalista, ed è un portale che punta ad annullare la distanza fra l’universo dei freelance dell’informazione e le redazioni giornalistiche.

Grazie alla piattaforma tidbit.it giornalisti, fotografi, videomaker e illustratori, italiani e non, potranno cimentarsi con il settore dell’editoria in modo trasparente e flessibile. Gli autori, a cui non viene richiesta iscrizione all’albo né requisiti fiscali particolari, avranno infatti la possibilità di inserire le proprie idee, siano esse già pronte per la pubblicazione o ancora da realizzare, specificando il formato e il prezzo richiesto.

Gli editori potranno poi scegliere tramite un apposito motore di ricerca l’idea più adatta alle proprie necessità, commissionando definitivamente il lavoro. Oppure lanciare una richiesta al popolo dei freelance circa un determinato servizio giornalistico da realizzare.

A 10 giorni dal lancio del portale online sono già numerosi i freelance iscritti, che possono già proporre i propri contenuti alle testate registrate, tra le quali Huffington Post, Left e Cina in Italia. A quest’ultime se ne aggiungeranno altre nei prossimi mesi, ampliando così la domanda del mercato editoriale, anche quella proveniente dall’estero. “Abbiamo avviato da tempo contatti con realtà editoriali importanti che ci hanno mostrato il loro interesse – spiega a CorCom Cristiana Pulcinelli, uno dei quattro soci della società ideatrice Menabò –. Vogliamo allargare gli orizzonti anche alle testate straniere, costantemente interessate a quanto accade nel nostro paese e alle storie che siamo in grado di offrire quotidianamente”.

Si tratta dunque di un progetto con ampi margini di crescita, che potrebbe curare il fenomeno dello sfruttamento di quei giornalisti, fotografi e videomaker troppo spesso pagati pochi spiccioli per lavori di qualità. Proprio sul versante dei compensi, tidbit punta a garantire tanto la platea degli autori quanto quella degli editori: se un pezzo viene comprato o prenotato chi compra paga subito la cifra stabilita, che viene congelata fin quando il contenuto non arriva a destinazione per essere pubblicato.

“I compensi sulla nostra piattaforma devono essere in linea con le recenti indicazioni in materia di equità dei corrispettivi per le prestazioni giornalistiche e noi agiamo da tramite per garantire l’efficienza e la trasparenza del sistema – aggiunge Pulcinelli –. Questo consente agli autori di esprimere la propria qualità, capire come funziona il settore, quali sono le esigenze delle testate ed essere pagati in modo equo per il lavoro che si fa”.

Tidbit ha anche ottenuto l’iscrizione al registro delle startup innovative, l’apposito registro speciale delle imprese del Ministero dello Sviluppo Economico, e si è aggiudicato del bando Lazio Innova per la creazione o lo sviluippo di nuove società.

Insomma, a giornalisti, fotografi, videomaker e a chiunque abbia contenuti e qualità da vendere non resta che farsi avanti.

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