PUNTI DI VISTA

Garante privacy: hotel, ok a dati personali online

La comunicazione alle questure dei dati sulle persone che alloggiano in albergo cambia canale e si trasferisce sul Web. Il garante dà parere favorevole alla normativa predisposta dal ministero dell’Interno. Si chiude l’iter di aggiornamento della legge sulla pubblica sicurezza

Pubblicato il 16 Dic 2012

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La comunicazione alla questura dei dati delle persone che alloggiano negli alberghi, così come in altre strutture ricettive, cambia canale e si trasferisce sul web. Il Garante della privacy ha dato parere favorevole alla normativa predisposta dal Ministero dell’Interno in tema di pubblica sicurezza, favorendo l’uso di nuove tecnologie nella trasmissione dei dati: generalità, estremi del documento di riconoscimento dei clienti, data di arrivo e numero di giorni di permanenza nella struttura ospitante potranno essere trasmessi via internet alle questure competenti entro le ventiquattr’ore successive alla ricezione degli ospiti.

In caso di malfunzionamento dei servizi web, si potrà ricorrere al fax o alla posta elettronica certificata (Pec).

Per rendere possibile l’invio della documentazione richiesta, gli operatori delle strutture ricettive dovranno abilitarsi al sistema web oriented messo a disposizione dal Centro Elettronico Nazionale (Cen) della Polizia di Stato, il quale provvederà automaticamente all’emissione di una ricevuta digitale. Saranno disponibili anche programmi informatici dedicati che provvederanno all’invio automatico dei dati nei database delle autorità competenti.

Con il parere positivo espresso dal Garante della privacy si chiude l’iter di aggiornamento di una legge, quella sulla pubblica sicurezza, nata nel 1931 e già modificata più volte a partire dal 2000. Come si legge nella nota ufficiale dell’Autorità presieduta da Antonello Soro, “lo schema di decreto non presenta criticità sotto il profilo della protezione dei dati personali”.

Per tutelare la riservatezza dei dati sono infatti previste particolari procedure e misure di sicurezza sia per gli esercenti sia per gli operatori di polizia. I responsabili delle strutture ricettive saranno tenuti a cancellare i dati inviati in forma digitale e a conservare per i successivi cinque anni soltanto le ricevute digitali inviate dal sistema. I dati saranno a disposizione di agenti e gli ufficiali della Polizia di Stato competenti per territorio, che potranno accedere al sistema solo se espressamente autorizzati per finalità di prevenzione, accertamento e repressione dei reati, nonché per la tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica. Al termine di questo periodo di tempo i dati diverranno consultabili a fini investigativi dai soli ufficiali della Polizia che abbiano ricevuto l’abilitazione per indagini condotte sul territorio nazionale. Dopo cinque anni le “schedine d’albergo” dovranno essere definitivamente cancellate anche dal Cen.

Con il via libera concesso dal Garante della privacy, il decreto del Ministero dell’Interno va a sostituire definitivamente la regolamentazione precedente. Già nel 2005 l’Autorità per la protezione dei dati personali aveva suggerito l’elaborazione di un provvedimento che mettesse ordine nella la normativa già esistente, al fine di evitare incertezze applicative tra gli operatori e di consentire lo sfruttamento dei nuovi mezzi di comunicazione

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