L'INTERVISTA

Garrone (Eolo): “Fwa e 5G alleati preziosi per fare l’Italia digitale”

Il chief technology officer: “La nostra rete potrà diventare 5G-NR senza la necessità di sostituire l’hardware già installato, permettendo di incrementare l’efficienza economica e di accelerare sul superamento del digital divide”

Pubblicato il 27 Feb 2020

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Il 5G è un prezioso alleato dell’Fwa per fare l’Italia digitale. Ne è convinto Guido Garrone Chief Technology Officer di Eolo.

Quale l’impatto del 5G su alcune zone del nostro Paese?

Il tema 5G è al centro del dibattito del nostro Paese da tempo, una rivoluzione tecnologica destinata a cambiare radicalmente l’accessibilità alla rete e a incidere profondamente sulla vita delle persone e sui modelli di business. Le potenzialità del 5G – oltre che per la maggior velocità trasmissiva e la bassissima latenza – sono molteplici: dalla realtà aumentata all’Internet of Things. Inoltre, grazie all’introduzione del cosiddetto slicing, sarà la rete ad adattarsi alle esigenze delle singole applicazioni in real-time e non il contrario, come accaduto fino ad oggi. Tuttavia, fatto salvo l’entusiasmo per l’evoluzione continua della tecnologia, dobbiamo chiederci: chi ne potrà godere e quando, in Italia? Ovvero, c’è domanda sul mercato?

L’annoso tema dell’uovo e la gallina…

Che si ripropone infatti anche questa volta esattamente come tutte le volte che si prefigura una discontinuità tecnologica. Si è cominciato infatti a parlare della necessità del 5G quando il 4G emetteva i primi vagiti, esattamente come oggi qualcuno inizia già a parlare di 6G. Nel frattempo, prima di poter arrivare alla diffusione del servizio e allo sviluppo dei numerosi use case, oltre ai pesanti investimenti scaturiti dall’asta 5G occorrerà uno sviluppo infrastrutturale significativo e capillare, anche a fronte dei vincoli stringenti applicati in Italia relativamente alle emissioni elettro-magnetiche. La Commissione Europea con l’Agenda Digitale ha spinto molto sul 5G come fattore abilitante della trasformazione digitale e così hanno fatto i principali vendor, ma saranno in grado gli operatori di recuperare i costi? E in che tempi? Da un punto di vista B2C, oltre al miglioramento delle performance trasmissive, è verosimile che nel medio-breve termine non si percepiranno cambiamenti significativi rispetto all’offerta attuale. La clientela retail sarà disposta a riconoscere un premium price per qualcosa che non sembra essere così diverso da quanto offerto fino ad oggi?

E a livello B2B quale può essere l’impatto?

A livello B2B e di impatto sul tessuto economico nazionale, sicuramente il 5G può essere lo strumento di miglioramento nella qualità dei servizi. Tuttavia, questa tecnologia così evoluta ha potenzialità che in Italia rischiano di rimanere inespresse; questo a causa della modesta scala delle nostre attività economiche che in termini di domanda sono ben poca cosa rispetto a quella espressa dai grandi mercati, nord-americani e asiatici in particolare. Se infatti si analizza la situazione italiana nel suo complesso, considerando che il nostro tessuto industriale è caratterizzato principalmente da Pmi, è evidente l’assenza di un mercato maturo che possa utilizzare al meglio quello che il 5G può mettere a disposizione alle imprese – come ad esempio il cosiddetto Edge Computing, ovvero tutte quelle applicazioni cloud “di prossimità” in grado di realizzare una vera trasformazione digitale. Appare quindi difficile trovare nel medio-breve degli use-case che, per numero e dimensione, remunerino gli investimenti sostenuti. Sicuramente positivo invece lo sviluppo di modelli cooperativi tra operatori, vendor, system integrator e leader industriali nei diversi verticali come stazioni, porti, aeroporti, miniere, impianti, manifatture, magazzini, logistica, ecc.), che potrebbe accelerare la penetrazione del 5G e lo sharing di rischi e costi. Gli operatori potrebbero mettere al servizio le proprie core competence, lavorando a 4 mani con vendor, system integrator, industrie, assicurando le slice di banda necessarie per le specifiche applicazioni negli ambienti suddetti.  Da non sottovalutare, inoltre, la questione territoriale. Come detto, il 5G ha costi elevati e, almeno inizialmente, sarà implementato nelle zone urbane più densamente popolate, aumentando il divario che già caratterizza il nostro paese e che negli anni ha reso l’Italia un paese a due velocità, coinvolgendo in particolare i Piccoli Comuni, territori sui quali siamo attivi da oltre 10 anni, proponendo una tecnologia di accesso inclusiva come il FWA (Fixed Wireless Access).

In questo contesto, l’Ftth è da considerarsi un competitor del 5G?

Ftth e 5G non devono essere considerati antagonisti, anzi è auspicabile che i diversi player coinvolti nella realizzazione di queste infrastrutture, che sottendono importanti investimenti, cerchino delle sinergie. In ambito urbano non credo che la copertura 5G possa vanificare gli attuali investimenti sulla fibra ottica (Ftth). Al contrario, visto che dietro ogni antenna o microcella 5G servirà sempre un collegamento in fibra ottica, i due tipi di offerta si integreranno secondo offerte convergenti. Dunque, la disponibilità di fibra deve essere considerata un fondamentale alleato per il 5G. Lo sviluppo del cablaggio in fibra delle grandi città permetterà quindi di sviluppare al massimo le potenzialità del 5G. È altresì chiaro che in ambito urbano le tecnologie Ftth e 5G assolvono a funzioni differenti: la prima consente di erogare connettività fissa di elevata capacità e qualità, ideali per la fruizione di servizi nelle abitazioni mentre la seconda si concentra sulla mobilità in senso tradizionale oppure di nuova generazione. In ambito extra-urbano e rurale, questo concetto dovrà essere ancora più stressato poiché è qui che 5G e fibra potranno cooperare maggiormente ed individuare sinergie infrastrutturali che consentano di ottimizzare gli investimenti. La fibra sotto le torri, e poi – dalle torri – un accesso Fwa, sono uno scenario efficiente ed efficace. La minor densità abitativa in ambito rurale e montano, rende infatti particolarmente costoso lo sviluppo in fibra e ancor più l’allacciamento di abitazioni spesso singole e sparse. L’Fwa, fruendo dell’alta capacità portata dalla fibra alle torri, oltre a garantire prestazioni eccellenti, facilita la connessione rapida delle abitazioni mediante piccole antenne riceventi poste sul tetto delle abitazioni che puntano alle Bts installate sulle torri.

Quale il ruolo di una società come Eolo nella digital transformation del Paese?

Eolo ha colto con grande anticipo l’esigenza di collegamenti in banda ultra-larga nei comuni rurali e montani e, precursore del 5G, da tempo investe nella sua densa rete Fwa basata su onde millimetriche, ad alta capacità e bassa latenza, portando la fibra alle torri in modo da fornire un backhauling di grande capacità, qualità e stabilità. Merita una menzione quello che davvero potrebbe essere un competitor importante per il 5G ovvero il WiFi 6 (802.11ax), accomunati da alcuni use case. Benché le reti cellulari e il WiFi 5 abbiano sempre puntato a use-case differenti – potremmo riassumere dicendo che le reti mobili si sono concentrate sull’outdoor mentre il WiFi sull’indoor – questo pare non essere più del tutto vero se guardiamo a 5G e WiFi 6. Gli stadi, i centri commerciali, le grandi piazze, i grandi eventi, sono potenzialmente un terreno fertile e adatto ad entrambe le tecnologie. Quale delle due vincerà?

Eolo come si pone in questo scenario?

Per Eolo la priorità è l’Fwa e il 5G può essere un importante alleato, tecnologico e commerciale. Tecnologico, perché le prestazioni promesse dal 5G, benché non così distanti da quelle raggiunte dalla rete odierna di Eolo, rappresentano comunque uno step evolutivo che è bene perseguire. Commerciale, perché la scala che il 5G sicuramente raggiungerà, consentirà di accedere ad un mercato di vendor di chipset ampio e altamente concorrenziale che – con i grandi volumi in gioco – offrirà soluzioni tecnologiche a costi inferiori di quelle attuali. Il 5G per Eolo rappresenta quindi una grande opportunità, poiché apre un nuovo interessante scenario evolutivo. La nostra rete potrà diventare facilmente 5G-NR senza la necessità di sostituire l’hardware già installato – oggetto degli investimenti fatti in questi anni – e questo permetterà di incrementare la nostra efficienza economica. Infatti, in modo lungimirante e col supporto dei propri vendor, Eolo ha sviluppato degli apparati “5G ready” capaci oggi di operare in modalità Tdd – e quindi sincronizzabile con la trama 5G standard – e nel prossimo futuro anche di implementare lo stesso protocollo 5G. Insomma, una rete basata su uno standard molto potente e versatile, con tutti i pro che ne derivano. Le nostre oltre 3.000 Bts sono disposte in tutta Italia prevalentemente nei cosiddetti Cluster C e D, ovvero nelle aree sub-urbane e rurali, e questo ci permette di continuare a contribuire alla lotta al digital speed divide che, come detto, con il 5G rischia di avere nuove “periferie digitali” nelle aree più periferiche. Continuiamo anche a investire e crescere con il wireless e con la tecnologia Fwa, una strategia confermata dal recente accordo di finanziamento, per un ammontare complessivo di oltre 155 milioni di euro. Obiettivo dell’operazione è quello di accelerare ulteriormente la crescita di Eolo in particolare nei piccoli comuni del Sud Italia, ampliando la copertura del servizio Eolo Fwa a 100 Mega, e nelle aree che soffrono di più lo speed divide. Già oggi, la connettività a 100 Mega è disponibile in 89 province, di cui 22 nel Sud Italia.

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