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Gelsinger (WMware): “Virtualizzeremo tutto l’IT”

Il ceo di WMware al Corriere delle Comunicazioni: “Abbiamo una densità di macchine virtuali fino al 50% maggiore rispetto ai nostri concorrenti”. Via all’apertura di un centro per i servizi di cloud ibrido

Pubblicato il 15 Ott 2013

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Una giornata di annunci importanti per VMware, l’azienda guidata dal 2012 da Pat Gelsinger (già presidente della casa-madre Emc e prima ancora responsabile della strategia tecnologica per Intel) che ha avviato il suo sesto VMWorld, l’evento per i partner e i clienti che quest’anno si tiene a partire da oggi a Barcellona.

Innanzitutto una nuova acquisizione che è anche un po’ il mattoncino mancante nell’offerta dell’azienda sinonimo di virtualizzazione dei server: VMware ha acquistato Desktone, una piccola azienda hi-tech specializzata nel settore dell’offerta di Desktop-as-a-Service, cioè la fornitura tramite il cloud di ambienti di lavoro personali e applicazioni Windows a dispositivi fissi e mobili. “Una acquisizione importante per le nostre strategie complessive”, ha commentato durante l’incontro con la stampa il presidente e Chief operating officer di VMware, Carl Eschenbach. I particolari finanziari non sono stati rivelati ma VMware ritiene che l’impatto sui conti dell’azienda sia “immateriale”: Desktone è un’azienda ad alto contenuto tecnologico molto piccola mentre VMware nel 2012 ha fatturato 4,61 miliardi di dollari con mezzo milione di clienti e 55mila partner commerciali.

Uno dei grandi punti di forza di VMware, che negli anni passati ha letteralmente definito il mercato della virtualizzazione dei server, è che può fare di conto sulla sua ampissima base di installato: la maggioranza dei server virtuali accesi ogni giorno vengono realizzati dentro le sue tecnologie di “hypervisor” delle macchine virtuali. “Il nostro grande vantaggio rispetto agli altri – ha dichiarato al Corriere delle Comunicazioni il Ceo di VMware, Gelsinger, a margine della conferenza stampa – è la densità di macchine virtuali che è possibile raggiungere su ciascun server fisico rispetto alla concorrenza. Abbiamo una densità fino al 50% maggiore dei concorrenti, questo ci dà veramente molto spazio”.

VMware però ha annunciato anche l’apertura di un centro per i servizi di cloud ibrido in Europa. Per la precisione in Gran Bretagna, a Slough, ovest di Londra. È ufficialmente una scelta dettata dalla maggior concentrazione di clienti europei per l’azienda, ma anche una mossa verso il paese dell’UE con la normativa più simile a quella statunitense in termini di gestione della privacy e della riservatezza dei dati (a differenza di paesi come la Germania). A Slough VMware espande così i servizi ci vCloud Hybrid Service all’Europa, con una roadmap che coprirà tutto il 2014. Accanto all’apertura del centro dati fisico che serve ad aggiungere ed erogare servizi cloud a quelli “privati” sviluppati dalle aziende con tecnologia VMware o di terze parti, l’azienda quotata ne 2007 al Nyse offre anche nove funzionalità per la gestione di questi servizi e l’application marketplace da cui è possibile attivare servizi applicativi di terze parti.

Il senso dell’evento di Barcellona, però, è orientato a due temi. Il lavoro in mobilità e il potenziamento del cloud computing. “Il nostro obiettivo – ha detto Gelsinger – è estendere la virtualizzazione a tutto l’IT, trasformando la gestione in automazione e rendendo ubiqua la compatibilità con il cloud ibrido, che a nostro avviso è una delle chiavi del futuro”. La trasformazione del data center prosegue dunque con l’introduzione da parte di VMware di miglioramenti tecnologici non solo per la gestione degli ambienti virtuali e per la gestione del cloud, ma anche per arrivare a strutturare centri dati definiti dal software dal lato delle aziende e ampliare le possibilità per la forza lavoro sul campo con nuove tecnologie dall’altro. Da qui una serie di nuove versioni di strumenti già sviluppati in passato da VMware: “Stiamo introducendo una serie di novità – spiega Sanjay Poonen, responsabile della parte di end user computing dell’azienda – riguardano il costo, la gestione e la performance che i nostri prodotti possono fare per le aziende nel supportarle in un approccio moderno al lavoro in mobilità”. VMware, come numerose altre aziende a partire da Ibm e da HP, sostiene infatti da tempo che la trasformazione principale in atto nel mercato del lavoro è la virtualizzazione della postazione stabile. Anziché un pc su ogni scrivania (era il motto della Microsoft di Bill Gates che ha guidato la rivoluzione dell’informatica client-server in azienda) si va verso una pluralità di strumenti e apparecchi dai quali è possibile accedere in qualunque momento e da qualunque luogo a tutte le informazioni. Per VMware questo vuol dire un potenziamento nell’integrazione della Horizon Suite, composta da Horizon View, Mirage e Workspace, le tre soluzioni per centralizzare, organizzare, gestire e fornire agli utenti i servizi IT dell’azienda.

Il futuro è fatto di automazione dei data center e trasformazione dei costi interni dell’IT e degli investimenti in servizi pay-per-use che richiedono sempre meno talenti e competenze per essere gestiti. “Le aziende oggi – ha detto Gelsinger – spendono in media il 70% del loro budget IT nella manutenzione e solo il 30% nello sviluppo di innovazione tramite la tecnologia. I nostro clienti sono già al 40% e l’obiettivo per noi è portare il mercato alla soglia del 50-50, per poi migliorarlo ancora. Non è impossibile”.

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