L'INTERVENTO

Giacomelli: “Serve patto impresa-ricerca per far decollare il 5G”

Spettro, elettrosmog e latenza i tre nodi da sciogliere. L’Italia parte in testa con 5 sperimentazioni. Il sottosegretario alle Comunicazioni: “Per vincere la corsa dobbiamo unire le forze”

Pubblicato il 27 Lug 2017

Mila Fiordalisi

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“Il 5G costringe a riscrivere vecchi e nuovi servizi secondo logiche nuove. È un passaggio epocale che cambierà le condizioni della nostra vita in quasi tutti i settori”: ne è il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli che in occasione del convegno “Italia a velocità Gigabit” organizzato dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma, ha evidenziato l’importanza di porsi obiettivi ambiziosi. “Traguardiamo l’esempio di Corea e Giappone”, ha detto Giacomelli puntando i riflettori sul ruolo della fibra: “Senza la rete in fibra il 5G è inimmaginabile”. Nel ricordare il recupero già messo a segno dal nostro Paese sul fronte dell’infrastrutturazione e gli obiettivi 2020 “quando arriveremo in zona champions”, Giacomelli ha sottolineato la necessità di un “patto impresa-ricerca”. “Solo così potremo vincere la corsa 5G”, ha detto.

Sul cammino italiano non mancano però gli ostacoli: la questione dello spettro, quella dei limiti sull’elettrosmog e anche aspetti tecnici come la latenza dovranno essere affrontati con puntualità per consentire all’Italia di tenere la pole position. “È la prima volta che partiamo in testa, con 5 sperimentazioni mentre gli altri Paesi europei ne prevedono una. Non dobbiamo farci superare”, ha concluso il sottosegretario.

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