L'INTERVISTA

Giunta: “Indoor Location, servirà nuovo spettro radio”

L’esperto: “Aumenterà la fame di banda. E l’Lte occasione per testare la domanda”

Pubblicato il 05 Lug 2013

Patrizia Licata

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Indoor Location: il 2013 è veramente l’anno della svolta come dicono alcuni analisti? Per il professor Gaetano Giunta del Dipartimento di Ingegneria dell’Università Roma Tre, “le novità dirompenti non riguardano l’immediato futuro, perché manca la standardizzazione tecnologica dell’Ips, sia sul lato accesso al sistema sia sul lato elaborazione dati: ogni azienda sviluppa autonomamente. Tuttavia in Europa Nokia è molto attiva nel cercare di trovare linee guida comuni, come dimostra la creazione della In-Location Alliance”.
In questa alleanza ci sono però dei grandi assenti, come Apple e Google. Solo i grandi colossi, come Google, hanno i mezzi per implementare e gestire i sistemi centralizzati su cui si lavora oggi: sistemi in cui i dati passano dal terminale dotato di connessione wif-i a un application server centrale presso il provider; la banca dati centrale integra poi tutti i tipi di dati inviati dal singolo utente, li elabora, definisce la posizione dell’utente e invia servizi mirati. Quasi tutte le altre aziende non possono fare da sole: è cruciale stringere partnership almeno con i player maggiori del settore, per coordinare le risorse di sviluppo, anche se poi ci si fa concorrenza a livello di servizi.
Sul piano delle tecnologie si fronteggiano invece wi-fi e bluetooth: secondo lei chi vincerà?
Le stazioni wi-fi sono già moltissime, mentre la copertura bluetooth non è attiva in modo continuo; in più pone maggiori problemi di sicurezza.
E le stazioni radio 3G o 4G avranno comunque un ruolo?
Nella rilevazione della posizione dell’utente negli ambienti chiusi non hanno un buon segnale, ma nella successiva parte di elaborazione dei dati, sia in loco che in remoto, la connessione Internet può essere anche di sistema radiomobile, 3G o 4G.
Quindi la Indoor Location farà crescere l’uso delle reti mobili?
Aumenterà la fame di banda e occorrerà nuovo spettro radio per i servizi radiomobili – spettro che si può trovare, vista sia la dismissione delle bande della tv analogica sia la prossima migrazione delle frequenze digitali verso lo standard più avanzato del Dvbt2, che riduce la banda per i servizi tv dal 2015. Nel frattempo si potrà sfruttare la partenza delle prime reti Lte per testare la richiesta del mercato e far crescere la domanda dei nuovi servizi indoor. E a livello di device? Vanno bene quelli esistenti o dobbiamo aspettarci delle novità? Oggi le aziende, per arrivare rapidamente al mercato, cercano di far leva sugli strumenti che hanno a disposizione, quindi gli smartphone, che però hanno bisogno di applicazioni esterne che registrano le potenze dei punti di accesso e mandano i dati al server centrale presso il provider. È un primo passo più economico, al quale però seguirà la messa a punto di device più specifici: fra due-tre anni possiamo prevedere dei super-smartphone con navigatori indoor incorporati interattivi, per una comunicazone a due sensi: i dati vanno dall’utente al provider e viceversa. Così permettono più facilmente l’erogazione di pubblicità e servizi.
A quando i primi servizi?
Le aziende sono in fase di studio. Probabilmente molte staranno a guardare dove andrà il mercato e come risponderanno gli utenti, ma sbagliano: in questa prima fase nessuno può dire se i servizi avranno successo, ma c’è un rischio maggiore nell’entrare sul mercato tardi, perché vinceranno le aziende e tecnologie che si imporranno per prime.

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