POST COVID-19

Giustizia digitale, nei processi tributari il 98% dei documenti viaggia online

I dati Csel dimostrano come l’emergenza sanitaria abbia spinto il settore a digitalizzarsi rapidamente, per mantenere gli uffici operativi durante i lockdown. La ricerca Wolter Kluwers: “Cresce il bisogno di tecnologia per gli avvocati in Europa e Usa”

Pubblicato il 06 Dic 2021

A. S.

giustizia

L’emergenza pandemia è stata l’occasione per toccare con mano su scala globale quanto la digitalizzazione di alcuni servizi possa essere importante per la società, garantendo ai cittadini una continuità dei servizi ai cittadini che i lockdown avrebbero invece potuto interrompere. Parliamo nello specifico del mondo legal, al centro dell’analisi dell’Unione Europea, che ha da poco pubblicato i dati del Quadro di valutazione della Giustizia. Ma allo stesso tema sono dedicati anche altre due ricerche, una del Centro Studi Enti Locali, che evidenzia il fatto che il 98,7% degli atti per i processi tributari è ormai trasmesso in modalità telematica, e un secondo di Wolters Kluwer, che conferma come a seguito della pandemia sia cresciuto il bisogno di tecnologie per l’80% degli avvocati in Europa e Usa.

I dati Ue sulla digitalizzazione della giustizia

Per mantenere l’operatività degli organi giurisdizionali operativi durante la pandemia uno degli elementi centrali è stata la digitalizzazione della giustizia: è quanto emerge da quadro di valutazione dell’Unione Europea sulla giustizia, secondo cui le nuove tecnologie sono state centrali per promuovere sistemi giudiziari sempre più efficienti e accessibili. Secondo l’analisi dell’Unione Europea l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione può rafforzare i sistemi giudiziari degli Stati membri e renderli più accessibili, efficienti, resilienti e pronti ad affrontare le sfide attuali e future. Ma oltre alle norme procedurali pronte per il digitale, per il Quadro di valutazione dell’Unione europea, gli organi giurisdizionali e le procure devono disporre di strumenti e infrastrutture deguati che consentano la comunicazione a distanza e l’accesso a distanza sicuro al luogo di lavoro, oltre che per la comunicazione elettronica sicura tra gli organi giurisdizionali, le procure, i professionisti del diritto e le istituzioni

Il Centro Studi Enti Locali: nei processi tributari il 98,74% degli atti viaggia online

Tra gennaio e giugno 2021 la quasi totalità degli atti die processi tributari su scala nazionale sono stati depostitati in via telematica: a evidenziarlo è una ricerca di Csel, il Centro studi enti locali, evidenziando come la trasformazione digitale del processo tributario, partita nel 2015 da Umbria e Toscana e poi estesa dal 2017 a tutto il territorio nazionale, possa a questo punto considerarsi quasi completata. Con il decreto legge 119 del 2018 il processo tributario telematico è diventato obbligatorio per tutti gli appelli e i ricorsi presentati a partire da quella data. Infine, da poco più di un mese, grazie a una convenzione siglata da Cassazione e Mef, è stata garantita ai giudici di legittimità la visione del fascicolo processuale digitale formatosi nel giudizio presso le commissioni tributarie. L’accordo contempla anche la trasmissione da parte della Suprema Corte della sentenza adottata nel relativo giudizio così che ne possa essere data pubblicità nel fascicolo digitale. Un altro passo verso l’interscambio tra banche dati, al fine di favorire la conoscenza degli orientamenti giurisprudenziali in materia tributaria.

Wolters Kluwer: l’80% degli avvocati ha bisogno di tecnologie

Il progressivo passaggio del mondo della giustizia al digitale richiede una trasformazione, in termini di strumenti e competenze, anche per gli addetti ai lavori, come ad esempio gli avvocati, per i quali le tecnologie potrebbero rivelarsi fondamentali per garantire più produttività, efficienza e prestazioni. A evidenziarlo è la ricerca “2021 Wolters Kluwer future ready lawyer survey: moving beyond the pandemic”, che ha ascoltato le esigenze di più di 700 avvocati tra Europa e Stati Uniti.

Per l’80% del campione la pandemia ha accelerato la digital transformation nel settore legale, con un incremento del bisogno di soluzioni tecnologiche in funzione dell Covid-19. In generale, il 36% degli avvocati afferma che la propria attività è particolarmente preparata a stare al passo con i trend più tecnologici più significativi del momento, tra i quali emergono la tecnologia legale (77%), la gestione di una maggiore quantità di informazioni più complesse (77%). Dallo studio emerge anche che il 57% dei corporate legal office afferma di voler incrementare gli investimenti tecnologici, in crescita rispetto al 51% del 2020, con un maggiore utilizzo della tecnologia per migliorare la produttività, una maggiore collaborazione e trasparenza tra studio legale e cliente, una maggiore attenzione all’innovazione e un maggiore utilizzo di metodi di parcellazione alternativi. Tra le tecnologie sulle quali gli studi legali sono indirizzati a investire ci sono gli strumenti di collaborazione per la redazione/revisione di documenti e contratti, per la creazione automatica di documenti e contratti, per la gestione digitalizzata delle riunioni aziendali e delle attività di voto, per l’automazione della gestione dei flussi di lavoro e dei processi e gestione dei flussi di lavoro relativi a documenti e contratti.

Secondo il 75% dei corporate legal office, inoltre, i big data e l’analisi predittiva avranno un impatto sulle loro attività nei prossimi tre anni, in crescita rispetto al 67% nel 2020. Meno di un terzo dichiara di conoscere molto bene queste tecnologie, e per far fronte alla pressione dettata dal budget il 78% dei corporate legal office si attende un maggiore utilizzo di metodi di parcellazione alternativi.

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