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Giustizia, il processo amministrativo telematico ingrana la marcia

Sono 12mila gli atti depositati dall’introduzione del Pat. L’avvocatura generale: “Inizio positivo”. Alessandro Pajno, presidente del Consiglio di Stato: “Risultato storico. Il problema non è la tecnologia ma la cultura”

Pubblicato il 12 Mag 2017

Andrea Frollà

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“Non possiamo che esprimere un giudizio positivo di questi primi mesi. Sono stati depositati 12mila atti con un tasso di errore del 3% e questo significa che tutti abbiamo saputo interpretare in positivo i nodi della riforma, nonostante all’inizio ci sia stato un forte formalismo che ha creato problemi nel sistema”. A fare il tagliando al processo amministrativo telematico (Pat) è l’avvocato generale dello Stato, Massimo Massella Ducci Teri, intervenendo a Roma nel corso di un convegno organizzato da Unaep (Unione nazionale avvocati enti pubblici), in collaborazione con il Segretariato generale della giustizia amministrativa.

A cinque mesi dall’introduzione del processo amministrativo telematico sono stati dunque depositati 12.000 atti. Un numero che soddisfa gli addetti ai lavori, ma che senza dubbio non risolve i problemi della giustizia italiana. Secondo i dati contenuti nella quinta edizione del Justice Scoreboard 2017 della Commissione Europea, quanto a tempi e costi della giustizia l’Italia è messa male: mille giorni per arrivare ad un giudizio amministrativo di primo grado, peggio di noi soltanto Cipro, Portogallo e Malta. Ma, soprattutto, il 57% degli italiani insoddisfatto dal sistema giudiziario.

Per Alessandro Pajno, presidente del Consiglio di Stato, l’introduzione del Pat è comunque “un risultato storico della giustizia amministrativa che ci pone all’avanguardia rispetto ad altri ordinamenti giuridici in Italia e all’estero”. Pajno fa notare che il vero problema “non è applicare una tecnologia quanto costruire una cultura e un modo nuovo di essere fra di noi. C’è un rapporto profondo tra le iniziative assunte per modernizzare la struttura dei processi e la nuova cultura della PA”.

Antonella Trentini, avvocato del Comune di Bologna e presidente Unaep, sottolinea come il Pat sia una “rivoluzione a costo zero” del sistema giudiziario italiano perché oltre favorire la velocizzazione e l’efficienza e un risparmio di tempi e di costi, “contribuisce a liberare risorse per un più efficiente impiego del personale amministrativo e un miglioramento della qualità del lavoro di magistrati e avvocati”.

Mario Luigi Torsello, segretario generale della Giustizia amministrativa, ribadisce che “i processi di gestione cartacea sono costosi, hanno un forte impatto ambientale e sono poco trasparenti. La gestione digitale permette di lavorare più velocemente aumentando la produttività complessiva di tutto il sistema”.

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