LA SANZIONE

Google Ads, 150 milioni di multa dall’antitrust francese: regole “opache”

L’Autorité de la concurrance ha sanzionato l’abuso di posizione dominante sul mercato della pubblicità legato alle ricerche: Big G dovrà chiarire le regole e creare alert per gli inserzionisti che rischiano la sospensione. “Google ha il potere di decidere il destino delle società che vivono di annunci”, ha detto l’authority

Pubblicato il 20 Dic 2019

google-140530114428

L’autorità francese antitrust ha inflitto a Google una multa di 150 milioni di euro per abuso della posizione dominante che l’azienda detiene sul mercato della pubblicità legato alle ricerche. Big G, si legge nel comunicato dell’Autorité de la concurrance, ha adottato “regole di funzionamento della sua piattaforma pubblicitaria Google Ads opache e difficilmente comprensibili” e le ha applicate “in maniera iniqua e aleatoria”. L’authority ha di conseguenza inflitto una sanzione e ingiunto a Google di chiarire come decide queste regole di funzionamento di Google Ads e con quali criteri decide di sospendere gli account e creare procedure di notifica che avvisino gli inserzionisti che stanno violando le regole e rischiano la sospensione. Google ha annunciato ricorso in appello contro la decisione dell’antitrust francese.

La replica di Google

Google dichiara di essere “in disaccordo” con la decisione dell’authority francese e prevede di “fare appello”. Il commento in un blogpost di Maria Gomri, direttrice giuridica di Google France. L’authority di Parigi ha “assunto oggi una decisione contro l’applicazione delle nostre regole Google Ads che, a nostro parere, rende piu’ difficile la protezione degli utenti francesi contro pratiche ingannevoli che sono, tra l’altro, oggetto di vigilanza da parte delle stesse autorità francesi”, deplora la responsabile, aggiungendo che tra le priorità di Google c’è proprio la “tutela degli utenti” dalle
“pubblicità o siti web ingannevoli, inappropriati o dannosi”.

WHITEPAPER
Digital Marketing B2B: guida pratica per creare un piano di successo nel 2023
Advertising
Social Network

Per Google, la decisione dell’antitrust francese “riguarda principalmente”, un’azienda francese che a suo avviso ha una “lunga storia di dubbie pratiche. Nel 2014 – precisa Maria Gomri – Gibmedia diffondeva pubblicità per siti web, come servizi di elenco o previsioni meteo, e praticava condizioni ambigue di fatturazione per l’accesso a queste informazioni. Queste pratiche nuocciono agli utenti francesi e violano chiaramente le nostre regole pubblicitarie. Di conseguenza, abbiamo sospeso i conti pubblicitari di Gibmedia, come avviene in tanti casi”.

La decisione dell’autorità francese

In base alla decisione pubblicata oggi, l’Autorité de la concurrence “considera che le regole di funzionamento di Google Ads imposte da Google agli inserzionisti sono stabilite e applicate a condizioni non oggettive, non trasparenti e discriminatorie”, si legge nella nota del regolatore antitrust francese. “L’opacità e l’assenza di obiettività di queste regole rende molto difficile la loro applicazione da parte degli inserzionisti”, dice l’authority, mentre Google a sua discrezione può “modificare la sua interpretazione delle regole in modo difficilmente prevedibile e decidere di conseguenza se i siti le rispettano o no”. Ciò permette a Google, continua l’Autorité de la concurrence, di applicarle in modo “discriminatorio o incoerente”. Ciò conduce a dei “danni sia per i clienti inserzionisti ma anche per gli utilizzatori del motore di ricerca”.

I “rimedi” imposti a Google

Oltre alla sanzione pecuniaria, l’Autorité a ha ordinato a Google di chiarire i meccanismi di funzionamento e esclusione sulla piattaforma Google Ads ritenuti opachi. Google dovrà inoltre mettere in atto delle “misure di prevenzione, di rilevamento e trattamento delle violazioni” delle regole di Google Ads, affinché le misure di sospensione dei siti o account Google Ads siano strettamente “necessarie e proporzionate all’obiettivo di proteggere il consumatore”.

Secondo l’autorità Google ha sospeso alcuni siti e mantenuto attivi altri con contenuti del tutto simili con un trattamento “indiscriminato e aleatorio” non giustificato dal pur condivisibile obiettivo di proteggere i consumatori. “Google non può sospendere l’account di un inserzionista perché offrirebbe servizi che Google stima contrari agli interessi dei consumatori”, si legge nella decisione dell’autorità francese, “mentre poi accetta sulla sua piattaforma pubblicitaria siti che vendono servizi del tutto simili”. L’atteggiamento di Google è “grave e può scoraggiare lo sviluppo di siti innovativi”.

Isabelle de Silva, capo dell’authority francese, ha dichiarato in conferenza stampa che Google ha un enorme dominio sul mercato della pubblicità, pari a uno share di circa il 90%. “Google ha potere di vita e di morte sulle società che vivono di questi annunci”, ha affermato Isabelle de Silva. Non si tratta di “contestare il diritto di Google di imporre delle regole, ma le regole devono essere chiare e imposte in modo equo a tutti gli inserzionisti”.

La nota riassuntiva della decisione dell’autorità antitrust dovrà essere accessibile dalla homepage dei motori di ricerca Google.com ee Google.fr per una settimana.

In Francia Google è già stata sanzionata per un arretrato col fisco: la multa di 500 milioni di euro, accettata da Google France e Google Ireland, è stata convalidata nell’ambito di un accordo giudiziario di interesse pubblico (Cjip), che consente a un’azienda di negoziare una sanzione senza essere processata o di passare attraverso una procedura per cui “si dichiara colpevole”. Secondo il fisco francese Google non ha pagato oltre 189 milioni di euro di tasse alle autorità fiscali francesi tra il 2011 e il 2016. L’accordo include un pagamento di 500 milioni di euro pronunciato da un tribunale francese, nonché un importo di 465 milioni di euro in costi aggiuntivi (si tratta di tasse arretrate) che Google ha accettato di pagare.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Argomenti trattati

Aziende

G
google

Approfondimenti

A
ads
A
Antitrust
M
multa

Articolo 1 di 2