Le richieste di rimozione di contenuti inoltrate a Google da governi e tribunali del mondo sono diminuite, passando da 3.846 nel primo trimestre 2013 a 3.105 nella seconda metà dello stesso anno. Lo si legge nell’ultimo rapporto sulla trasparenza della compagnia, che imputa il calo a minori richieste della Turchia. Aumentano però quelle della Russia e anche dell’Italia, che ne ha inoltrate 65 a fronte di 33 nel periodo precedente.
Il 77% delle domande italiane è legato alla diffamazione, il 9% a marchi e il 5% a copyright. A livello globale, nell’ intero 2013 le domande di rimozione pervenute a Google si sono attestate a quota 6.951, contro le 4.100 del 2012. Tra le richieste, il 38% ha come causa la diffamazione, il 16% oscenità e nudo, l’ 11% privacy e sicurezza. Le domande hanno interessato principalmente le piattaforme Blogger, YouTube e le ricerche di Big G.
”Divulghiamo il numero di richieste di rimozione di informazioni dai nostri servizi ricevute dai proprietari del copyright e dalle autorità – spiega Google – Ci auguriamo che questa iniziativa volta a una maggiore trasparenza contribuisca a chiarire le discussioni attualmente in corso per definire in modo appropriato l’ambito e l’autorità delle norme per i contenuti online”.
Oltre a Google, che pubblica il suo rapporto sulla trasparenza dal 2010, altre internet company statunitensi – da Yahoo a Facebook e Twitter – rendono note le richieste di rimozione ricevute.