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Google diritto all’oblio, Italia il Paese che vuol più dimenticare

In controtendenza al calo nel resto del mondo nel nostro Paese sono in aumento le richieste di cancellazione di contenuti. In un anno anno le domande passano da 33 a 65. Il 77% riguarda la diffamazione

Pubblicato il 23 Dic 2014

F.Me.

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Le richieste di rimozione di contenuti inoltrate a Google da governi e tribunali del mondo sono diminuite, passando da 3.846 nel primo trimestre 2013 a 3.105 nella seconda metà dello stesso anno. Lo si legge nell’ultimo rapporto sulla trasparenza della compagnia, che imputa il calo a minori richieste della Turchia. Aumentano però quelle della Russia e anche dell’Italia, che ne ha inoltrate 65 a fronte di 33 nel periodo precedente.

Il 77% delle domande italiane è legato alla diffamazione, il 9% a marchi e il 5% a copyright. A livello globale, nell’ intero 2013 le domande di rimozione pervenute a Google si sono attestate a quota 6.951, contro le 4.100 del 2012. Tra le richieste, il 38% ha come causa la diffamazione, il 16% oscenità e nudo, l’ 11% privacy e sicurezza. Le domande hanno interessato principalmente le piattaforme Blogger, YouTube e le ricerche di Big G.

”Divulghiamo il numero di richieste di rimozione di informazioni dai nostri servizi ricevute dai proprietari del copyright e dalle autorità – spiega Google – Ci auguriamo che questa iniziativa volta a una maggiore trasparenza contribuisca a chiarire le discussioni attualmente in corso per definire in modo appropriato l’ambito e l’autorità delle norme per i contenuti online”.

Oltre a Google, che pubblica il suo rapporto sulla trasparenza dal 2010, altre internet company statunitensi – da Yahoo a Facebook e Twitter – rendono note le richieste di rimozione ricevute.

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