MOBILE PAYMENT

Google, è sfida ad Apple Pay: 50 mln di dollari su Softcard

Negoziato in esclusiva per l’azienda specializzata in Nfc di proprietà di At&t, Verizon Wireless e T-Mobile Usa: sul piatto 50 milioni di dollari. Per il motore il vantaggio sinergico dell’appoggio degli operatori Tlc nella guerra contro il sistema di Apple

Pubblicato il 19 Gen 2015

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Un’offerta da 50 milioni di dollari per rilevare Softcard ed essere competitivi sul mercato dei pagamenti mobili, dove Apple è già sbarcata, in contemporanea con l’uscita dell’iPhone6, con il servizio Apple Pay. E’ la strategia, secondo quanto anticipato dal Wall Street Journal, di Google, che proprio in queste ore sarebbe al lavoro sui dettegli della trattativa per acquisire l’azienda specializzata in pagamenti mobile Nfc (near field Communication).

A Softcard, posseduta da At&t, Verizon Wireless e T-Mobile Usa, era interessata anche PayPal (Ebay), ma Softcard sembra più propensa per Google e per il suo sistema operativo che gira sui telefoni distribuiti dai carrier Usa.

Rilasciato a novembre dalla casa di Cupertino, Apple Pay è il sistema di pagamento mobile attivo per i dispositivi iOs. Un terreno sul quale Larry Page e Sergey Brin non hanno nessuna intenzione di rimanere, indietro, con fonti citare dal quotidiano newyorkese che parlano della loro intenzione di “sidare la compagnia di Cupertino sul suo stesso terreno”.

Una notizia a cui da Mountain View hanno risposto con un un post sul blog aziendale, senza confermare né smentire: “Non abbiamo nessun commento, retroscena, profondo retroscena, cenno, occhiolino, risposta verbale o non verbale per questo tipo di rumor”.

Il servizio offerto da Softcard nasce dalla joint-venture formata nel 2010 tra AT&T, Verizon e T-Mobile, ed è utilizzato in 200 mila punti vendita statunitensi, disponibile per smartphone con sistema operativo Android e Windows Phone.

Un sistema diffuso, ma che nelle intenzioni dei suoi creatori era destinato a ottenere un successo più ampio, tanto che la società è già stata costretta a un ridimensionamento del personale, con il licenziamento di 60 dipendenti, e un bilancio in rosso di 15 milioni di dollari ogni mese.

Ma anche grazie alla discesa in campo di Apple Pay il mercato dei pagamenti mobile sta dando segni di ripartenza, con risultato che vanno oggi al di là delle previsioni: dai 12,8 miliardi di dollari del 2012 si raggiungeranno i 90 miliardi del 2017, con un incremento annuo del 48%, e una prospettiva che secondo gli analisti nel 2019 porterà le transazioni effettuate da cellulari a valere in tutto 142 miliardi di dollari

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