DISGELO 2.0

Google, server a Cuba per “connettere” l’isola post embargo

Un accordo con la compagnia pubblica Etecsa permetterà a Big G di rendere più accessibili i propri servizi, da Youtube a Gmail. Sullo sfondo l’ombra di Trump

Pubblicato il 13 Dic 2016

Andrea Frollà

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Youtube, Gmail e gli altri servizi di Google sono pronti a invadere Cuba. Visti i precedenti storici, è bene sottolineare subito che si tratta di un’invasione pacifica, frutto di un accordo sottoscritto fra Big G ed Etecsa, la società statale delle telecomunicazioni di L’Avana.

“L’intesa permette ad Etecsa di utilizzare la nostra tecnologia per ridurre la latenza mettendo a disposizione a livello locale alcuni dei nostri contenuti più popolari, come YouTube”, spiega in una nota Google che ora potrà contare sui dei server situati a Cuba per rendere più accessibili i propri contenuti nell’isola caraibica.

La mossa di Google, oltre ad essere dettata da naturali logiche commerciali, si inserisce anche nella più ampia strategia di supporto ai Paesi del mondo meno connessi. Cuba è senz’altro uno di questi: l’accesso a Internet è limitato nelle abitazioni private e disponibile in luoghi pubblici solo a pagamento. L’intesa fra Etecsa e il colosso di Mountain View è stata firmata poche settimane prima della conclusione del mandato di Barack Obama, ossia di colui che si è impegnato per un miglioramento dei rapporti con il governo socialista dell’Avana dopo 50 anni di embargo e tensioni.

Ora però le prospettive dei rapporti bilaterali Usa-Cuba appaiono più incerte. Non tanto per la scomparsa di Fidel Castro, già dal 2006 fuori dal circuito istituzionale, quanto per l’entrata in carica alla Casa Bianca di Donald Trump. Finora, infatti, il neo presidente Usa ha rilasciato dichiarazioni alquanto contraddittorie sulle relazioni con Cuba.

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