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Google Tax, Hollande a Schmidt: “Senza accordo, faremo la legge”

Il capo dell’Eliseo incontra il presidente esecutivo del search engine e detta i tempi: “Il dialogo e il negoziato con gli editori sono il modo migliore di procedere, ma se necessario siamo pronti a intervenire”

Pubblicato il 30 Ott 2012

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Il presidente francese Francois Hollande ha concesso due mesi di tempo a Google, per trovare una soluzione nella disputa con gli editori transalpini e trovare una qualche sorta di compromesso per la condivisione dei ricavi derivanti dalla pubblicazione di news online su Google News. Senza un accordo, Hollande ha detto al presidente esecutivo Eric Scmidt, ieri in visita all’Eliseo, di essere pronto al varo di una “Google Tax”, proposta appoggiata anche dalla Fieg in Italia e dagli editori tedeschi, per mantenere in patria almeno una parte dei proventi derivanti dai prodotti editoriali che vengono indicizzati da Google News in Francia. Da parte sua, Google si difende dicendo che grazie al suo servizio ci sono ”quattro miliardi di clic al mese” a vantaggio degli editori.

Il ”dialogo ed il negoziato” tra Google e gli editori francesi sono il ”miglior modo” per giungere ad una soluzione sul problema legato alla tassazione dei contenuti online, ma ”se necessario, potremmo adottare una legge su questa questione”. Lo ha detto il presidente francese Francois Hollande, nel corso di un incontro con il numero uno di Google, Eric Schmidt, secondo quanto si legge in una nota diffusa dall’Eliseo.

Nel corso dell’incontro, si legge nel comunicato, ”il presidente della Repubblica ha detto al suo interlocutore che lo sviluppo dell’economia digitale necessita un adattamento della fiscalità in modo da conciliare meglio la condivisione del valore aggiunto e il finanziamento della creazione di contenuti su ogni territorio”. Hollande ha inoltre auspicato ”che le trattative tra Google e gli editori possano rapidamente cominciare e giungere ad una conclusione entro la fine dell’anno”. Infine, Hollande ha chiesto a Schmidt di ”essere informato sul seguito che Google intende dare alle questioni che gli sono state rivolte da parte dei garanti europei sulla protezione dei dati personali”.

All’attacco il ministro francese della Cultura, Aurélie Filippetti, che ieri pomeriggio aha a sua volta incontrato Eric Schmidt. ”Questo movimento europeo ci permette di non essere impreparati di fronte a Google”, ha detto Filippetti, riferendosi alle proteste avanzate anche dall’Fnsi e dagli editori tedeschi. “Non dobbiamo pensare che tutte le lotte siano perse davanti alle grandi aziende del web”, ha aggiunto il ministro della Cultura. ”E’ normale che i grandi siti partecipino al finanziamento della stampa”, ha chiuso il ministro.

Lo scorso 18 ottobre, Google ha minacciato di eliminare i giornali francesi dal suo motore di ricerca. In particolare, in una lettera rivolta al governo, il colosso americano ha messo in guardia le autorità di Parigi: se Google verrà tassato, così come alcuni vorrebbero fare, sarà costretto a eliminare i giornali francesi da ‘Google news’. Creare una tassa sarebbe ”nefasto per internet e per gli internauti”, ha avvertito Olivier Esper, responsabile di Google, la cui sede sociale è basata in Irlanda e sfugge dunque alla tassazione delle società francesi. ieri quotidiano Le Figaro, ha scritto che Hollande sarebbe favorevole a una tassa per costringere Google a condividere i benefici creati dall’informazione online. ”Ci ha detto che appoggerà un testo di legge da gennaio 2013”, ha detto una persona vicina a Hollande, citata dal Figaro. Fleur Pellerin, ministro delegato a Internet, è invece contraria a una tassazione per Google e chiede ”trattative pacifiche”. Secondo il sito statunitense Quartz, il ministro pensa a un periodo di ”tre mesi” per negoziare con il colosso di Mountain View.

La missione francese di Eric Schmidt è ardua, perché Hollande e il suo ministro Filippetti hanno incontrato il 24 ottobre gli editori transalpini e si sono schierati dalla loro parte. L’Eliseo è rimasto impressionato, secondo Le Figaro, dalla mobilitazione delle associazioni degli editori francesi, che si sono mossi all’unisono con i colleghi tedeschi e italiani per cambiare lo status quo delle relazioni con Google e con tutti gli aggregatori di news in Rete. Interessati a scendere in campo sono anche gli editori belgi e spagnoli.

I ricavi della pubblicità via search engine hanno raggiunto quota 1,2 miliardi di euro, cresce del 7% all’anno e finisce per il 93% in tasca a Google. Al contrario, il giro d’affari della pubblicità tramite banner è molto più limitato, pari a 600 milioni di euro e non cresce. Gli editori francesi devono accontentarsi dai ricavi dei banner, visto che il resto finisce nelle tasche di altri soggetti attivi online. Gli editori sostengono che gran parte del traffico su Google dipende dai contenuti giornalistici creati da loro.

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