IL CONFLITTO

Guerra Ucraina, Putin pronto a disconnettere Internet? Continua il fuggi fuggi delle Big tech

Secondo indiscrezioni l’11 marzo tutti i dati dei server e i domini saranno trasferiti entro i confini russi e per essere inglobati in RuNet. Ma il ministero della Sicurezza digitale smetisce. Intanto anche Netflix e TikTok stoppano le attività. Epic Games ferma le vendite dello store digitale

Pubblicato il 07 Mar 2022

putin

Continua il fuggi fuggi delle grandi piattaforme dalla Russia mentre Mosca prepara la disconnessione da Internet per l’11 marzo. La notizia dello stop imminente arriva dal profilo di Nexta tv su Twitter e da un profilo legato ad Anonymous che si chiama @LatestAnonPress.

L’account di Nexta Tv pubblica due pagine di documenti in russo e spiega che tutti i dati dei server e i domini devono essere trasferiti nella zona russa per essere inglobati in RuNet, la sua rete Internet indipendente. Inoltre si stanno raccogliendo dati dettagliati sull’infrastruttura di rete dei siti.

Ma il ministero della Sicurezza digitale russo smentisce, dichiarando . riporta Tass sul suo profilo Telegram – di non avere in programma di disconnettere la Russia da Internet globale. “Ci sono continui attacchi informatici ai siti russi dall’estero. Ci stiamo preparando per diversi scenari. Non ci sono piani per disconnettere Internet dall’interno”, hanno fatto sapere dal ministero.

Nei giorni scorsi Mosca ha comunque annunciato anche  il blocco di Facebook e Twitter.

Meta (Facebook) ha subito rassicurato sul fatto che “farà il possibile per ripristinare il servizio e dare la possibilità agli utenti di esprimersi in sicurezza e mobilitarsi”. Ma intanto la Duma ha approvato una nuova stretta: multe e fino a 15 anni di carcere per chi diffonde fake news sull’esercito. In risposta a queste misure la Bbc ha annunciato “la sospensione temporanea” delle attività dei suoi giornalisti e del personale tecnico in Russia e ha ripristinato il ritorno alla trasmissione a onde corte evocando gli anni bui di Radio Londra. La tecnologia soppianta dal digitale consente la trasmissione di un segnale ad ampio raggio per rispondere alla grande richiesta di informazione arrivata dagli utenti del Paese (il traffico sul sito in lingua russa è triplicato nelle ultime settimane).

Lunga la lista dei siti a cui Mosca ha limitato l’accesso: Meduza, Svoboda, quello dell’emittente tedesca Deutsche Welle, il sito web in lingua russa fondato dagli Stati Uniti Radio Free Europe/Radio Liberty. Wikipedia, l’enciclopedia libera e partecipata è stata minacciata di blocco per un articolo sulle vittime civili e militari. Resisterà su YouTube, chissà fino a quando, Eco Mosca, storico canale radiofonico russo a cui le autorità hanno staccato la spina perché continuava a definire quella in corso una guerra e non un’operazione militare temporanea.

Secondo il network giornalistico Newsguard la propaganda russa può contare su oltre 100 siti e ha anche stilato la lista delle dieci principali bufale diffuse, tra cui una base militare Nato a Odessa.

Icann stanzia 1 milione di dollari

Icann  stanzia 1 milione di dollari per fornire assistenza finanziaria per supportare l’accesso alle infrastrutture Internet in situazioni di emergenza.

Le risorse serviranno a garantirela sicurezza, la stabilità e la resilienza dei sistemi di identificatori univoci di Internet, in particolare per coordinare le misure di mitigazione necessarie a garantire l’accesso alla Rete anche a seguito di eventi improvvisi e imprevisti al di fuori del controllo degli utenti interessati. I fondi verranno subito utilizzati per il mantenimento dell’accesso a Internet agli utenti che operano all’interno dell’Ucraina.

“Icann è sinonimo di un Internet unico, globale e interoperabile che serve tutte le persone in tutto il mondo nell’esercizio dei loro diritti umani fondamentali, incluso il diritto umano di cercare, ricevere e impartire informazioni e idee – spiega il presidente del board di Icann Maarten Botterman – È attraverso l’accesso senza ostacoli a Internet e il libero flusso di informazioni che le persone possono acquisire conoscenza ed venire a contatto con una diversità di punti di vista e informazioni. E diventa particolarmente importante quando l’accesso tempestivo alle informazioni e alla comunicazione può salvare la vita”.

Sms per superare la censura, la strategia di Anonymous

Nuova strategia mediatica di Anonymous per diffondere informazioni sull’invasione della Russia in Ucraina anche ai cittadini russi, attraverso gli sms. Il collettivo ha lanciato il portale 1920.in che permette di mandare sms a numeri di telefono russi. Nei messaggi si chiede di scrivere cosa sta succedendo in Ucraina. Vengono anche riportati dei testi standard come ad esempio: “Cari russi, i vostri media sono stati censurati. Il Cremlino sta mentendo. Migliaia di vostri soldati e fratelli ucraini stanno morendo in Ucraina. Scopri la verità sul web libero e sull’app Telegram. E’ ora di rovesciare il dittatore Putin!”.

Il testo viene pure riportato in russo per essere sicuri che venga compreso dal destinatario del messaggio. La campagna è partita dall’account Twitter @YourAnonNews, il profilo in cui in questi giorni vengono riportate tutte le attività dei gruppi hacker.

Per chi non vuole diffondere i suoi contatti, per sicurezza, Anonymous ha pubblicato anche una guida per mandare sms con numeri di telefono fittizi. Al momento, secondo il profilo AnonymousUK2022 sono stati inviati 3 milioni di sms ai cittadini russi, su una popolazione di 100 milioni che usa dispositivi mobili.

Le mosse di Netflix e TikTok

Intanto anche Netflix ha sospeso il suo servizio in Russia. “Date le circostanze, abbiamo deciso di sospendere il nostro servizio in Russia”, ha dichiarato un portavoce della società. All’inizio della settimana la piattaforma di streaming ha temporaneamente fermato tutti i futuri progetti e acquisizioni in Russia per valutare l’impatto dell’invasione di Mosca in Ucraina.

Anche il social cinese TikTok ha annunciato la sospensione del live streaming e della la pubblicazione di nuovi contenuti sul servizio in Russia a causa della nuova legge sulle “notizie false” del Paese. “TikTok è uno sbocco per la creatività e l’intrattenimento che può fornire una fonte di sollievo e connessione umana durante un periodo di guerra in cui le persone stanno affrontando un’immensa tragedia e isolamento”, ha affermato TikTok in una nota. “Tuttavia, la nostra massima priorità è la sicurezza dei nostri dipendenti e dei nostri utenti e, alla luce della nuova legge russa sulle “notizie false”, non abbiamo altra scelta che sospendere il live streaming e i nuovi contenuti per il nostro servizio video in Russia mentre esaminiamo le implicazioni di questa legge”.

E Epic Games, colosso dei videogiochi ed editore del popolare videogame Fortnite, ha invece sospeso le vendite attraverso il suo negozio digitale in Russia. Si tratta dell’ennesima risposta dei colossi della tecnologia all’invasione dell’Ucraina da parte di Putin.

Nei giorni scorsi Meta, Google, Apple, Microsoft, Paypal, solo per citarne alcuni, avevano preso contromisure per bloccare i propri prodotti e servizi nel Paese. Nelle ultime ore, all’elenco si e’ aggiunta anche Samsung. Con la decisione di Epic Games, gli utenti russi potranno accedere ai videogame gratuiti, ai contenuti dell’Epic Games Store e a Fortnite, ma senza effettuare acquisti. La decisione si applica ai videogame in sé, ovvero all’eventuale costo di un titolo per il suo possesso, e agli acquisti in-game, le microtransazioni interne ai giochi.

“Epic ha deciso di interrompere il commercio con la Russia nei suoi giochi in risposta all’invasione dell’Ucraina – ha detto l’azienda su Twitter – Non bloccheremo l’accesso ai servizi per lo stesso motivo per cui altri sistemi di comunicazione rimangono online: il mondo libero dovrebbe mantenere aperte tutte le possibilita’ di dialogo”. Nel settore dei videogame, Epic Games si allinea a simili decisioni gia’ prese da Electronic Arts, Activision Blizzard, Intel, Amd e Nvidia, di censurare in parte la presenza dei titoli nei confini russi, agendo con prese di posizioni nette in certi casi. Ad esempio, EA Games ha rimosso le squadre russe dai suoi popolari giochi Fifa e Nba, mentre Microsoft ha sospeso tutte le nuove vendite in Russia, incluso Minecraft, che e’ stato rimosso dal Play Store di Google e dall’App Store di Apple.

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