CYBERSECURITY

Hacking team, Soro: “Per armi così potenti servono regole nuove”

Il garante per la Privacy: “Possiamo essere spiati contemporaneamente su mail, cellulari e tablet. Si tratta di pedinamento elettronico con intercettazioni telefoniche, potrebbero profilarsi problemi di costituzionalità. Manifesteremo preoccupazione a Governo e Parlamento”

Pubblicato il 15 Lug 2015

antonello-soro-garante-130109153629

Sulla bufera che si è scatenata negli ultimi giorni dopo la violazione informatica e la pubblicazione dei segreti di Hacking team, società milanese specializzata in strumenti per lo spionaggio informatico, Antonello Soro è netto nell’esplicitare i suoi timori: potrebbe trattarsi di sistemi incostituzionali. E il garante della Privacy, in un’intervista a Repubblica, va oltre, sottolineando la necessita di un intervento normativo, una legge, che regoli questo tipo di attività.

Sulla questione dei 400 giga di informazione hackerate e pubblicate ai danni della società milanese, Soro rileva due allarmi: le “evidenti carenze rilevanti nelle misure di sicurezza usate alle società”, e il fatto che il sistema di Hacking team, Gallileo, se introdotto su uno smartphone consente intercettazioni telefoniche, ambientali e del traffico dati, catturando anche i documenti memorizzati. “Le modalità tradizionali di intercettazione comportano procedure determinate e limitate nel tempo, prorogabili solo dal magistrato, sottoposte a misure severe previste dal codice penale. Invece Galileo – spiega Soro – può essere cancellato dall’operatore che o controlla a distanza senza lasciare tracce rilevabili neppure con tecniche sofisticate. Senza contare che l’intercettazione possono durare per un tempo infinito”.

Tra le preoccupazioni del Garante della Privacy c’è il fatto che alcune intercettazioni avrebbero riguardato anche società private: “MI chiedo – afferma Soro – quali garanzie sono state offerte dalle società? Quale soggetto ha conservato le informazioni? Le stesse erano immodificabili? Nel perimetro della nostra Costituzione possiamo delegare un potere così grande e delicato a una singola tecnologia? Il quadro di garanzie del nostro ordinamento è stato pensato per tecnologie in cui il confine tra uso lecito e illecito era evidente. Ora il limite è sfumato, per cui un simile prodotto tecnologico mi fa una grande paura”.

Il garante, spiega Soro, “completerà gli accertamenti per avere una visione più compiuta. E manifesterà una forte preoccupazione che sarà rivolta a governo e Parlamento. Servono regole per un’arma così potente che la tengano nel perimetro della Costituzione”.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati