IL CASO

Hillary, l’Fbi e Trump. E quelle e-mail irrecuperabili

Clinton ha consegnato 30.490 messaggi e ne ha cancellati 31.830. Il server privato su cui si appoggiava l’account di posta è stato in sostanza ripulito. Come mai con i potenti mezzi tecnologici americani non è stato possibile recuperare le mail cancellate? Davvero sono ormai irrecuperabili? Trump solleva dubbi. La rubrica di Nicola D’Angelo

Pubblicato il 15 Lug 2016

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Hillary Clinton è sotto inchiesta da parte dell’Fbi per aver usato server di posta elettronica privati per comunicazioni di stato. Il Direttore dell’Fbi James Comey, che forse ha qualche motivo di rancore essendo stato attaccato da Bill Clinton durante il suo incarico di consulente della Commissione di inchiesta per lo scandalo Whitewater, ha accelerato la sua pressione sulla candidata democratica, nuocendo sensibilmente alla sua campagna elettorale.

Ma quali sono le reali imputazioni a carico della Clinton? Innanzitutto quella, non ancora del tutto dimostrata, di aver inviato o ricevuto sui suoi server privati messaggi di posta elettronica classificati.

Questa circostanza è stata ripetutamente smentita dall’interessata, anche se a un deciso diniego ha poi fatto seguire un più ambiguo “non ho mai deliberatamente inviato o ricevuto informazioni classificate“.

Comey ha dichiarato che la Clinton non sembra aver violato la legge, ma ha comunque censurato il suo comportamento e quello dei suoi principali collaboratori qualificandolo come “estremamente negligente” per il modo in cui avrebbero gestito informazioni sulla sicurezza nazionale durante il mandato come capo del Dipartimento di Stato. Il capo dell’FBI ha poi aggiunto che qualsiasi persona ragionevole avrebbe dovuto sapere che un sistema di posta elettronica non classificato è un posto pericoloso. s La stessa FBI ha deciso di non chiedere al Dipartimento della Giustizia di perseguire la Clinton perché non sono state rilevate intrusioni sui server di posta elettronica privata utilizzati durante il suo incarico di Segretario di Stato da parte di governi stranieri e non é stato possibile dimostrare l’invio di messaggi classificati.

Ma la storia più intrigante è un’altra. La Clinton si è giustificata dicendo che le mai contestate riguardavano faccende professionali. Quando però il governo le ha chiesto le mail di lavoro lei ha detto che la sua casella conteneva anche mail personali.

Per questo ha cancellato tutte quelle personali e ha consegnato le altre. Non c’è stato quindi modo di sapere se avesse effettivamente cancellato solo le mail personali o anche mail riguardanti notizie di stato. Più precisamente, Clinton ha consegnato 30.490 messaggi spediti o ricevuti dal suo indirizzo privato e ha cancellato altri 31.830 messaggi ritenuti personali.

Dopo questa operazione, il server privato su cui si appoggiava l’account di posta elettronica è stato in sostanza ripulito. La domanda di conseguenza sorge spontanea. Se la stessa FBI ritiene pericoloso l’uso dei server privati della Clinton, come mai con i potenti mezzi tecnologici americani non è stato possibile recuperare le mail cancellate? Davvero le mail sono ormai irrecuperabili?

Intanto Donald Tramp parla di sistema truccato e a noi poveri mortali rimane il dubbio se oltre alle possibili intrusioni sulla nostra posta elettronica davvero ciò che cancelliamo sparisce.

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