STRATEGIE

Ibm, le sfide di Ginni Rometty: “Cloud, mobility e analytics per tornare a crescere”

Le revenue sono in flessione da nove trimestri e la prima ceo donna dell’azienda punta sugli investimenti per invertire la curva. Fra gli assi nella manica anche il sistema di cognitive-computing Watson

Pubblicato il 06 Ott 2014

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La prima Ceo donna della centenaria storia di Ibm, Ginni Rometty, si trova a fronteggiare una serie di sfide non facili per trasformare il colosso dell’It in un’azienda più agile e adatta al mondo tecnologico odierno. I business tradizionali di Big Blue non rendono più come in passato e il fatturato è in contrazione: la missione della Rometty è trasformare radicalmente Ibm convertendola ai nuovi trend di cloud, mobility e analytics.

Ne è una chiara dimostrazione l’acquisizione del fornitore di servizi cloud SoftLayer Technologies, l’anno scorso, per 2 miliardi di dollari. La Rometty sta anche investendo 1 miliardo di dollari per sviluppare e commercializzare Watson, il sistema di cognitive-computing di Ibm. Ancora, la Ceo si è liberata di alcune attività non più core o redditizie, come quelle dei server, e ha persino semplificato i contratti per i clienti (dalle 30 pagine del passato ad appena quattro).

Ma gli ostacoli che la Rometty dovrà superare, nonostante le incursioni nei territori di cloud, mobile, e cognitive-computing, sono notevoli. Le revenues di Ibm sono in flessione da nove trimestri consecutivi. Nell’ultimo trimestre, Big Blue ha registrato vendite per 24,4 miliardi di dollari, un calo del 2% dall’anno precendente, mentre le vendite annuali, pari a 99,8 miliardi di dollari, sono scese del 5% nel 2013. Le revenues dei tre core business—servizi, software e hardware—sono in stallo o in discesa. Ma soprattutto, i clienti di Ibm stanno cambiando modo di gestire le loro aziende, rivolgendosi ai modelli software-as-a-service anziché investire in costosi hardware e servizi di consulenza. Si tratta di un cambiamento sul mercato che richiede a un colosso come Ibm una risposta non facile: essere veloce e cambiare mentalità, capendo e abbracciando i nuovi paradigmi di cloud computing, software per big-data, strumenti per il mobile e il social. Le rivali di oggi di Ibm sono aziende di nuova concezione, molto più agili, come Amazon e Google.

La Rometty ha cercato di reagire riorganizzando anche la divisione ricerca di Ibm, tradizionalmente divisa nelle tre aree hardware, software e servizi. Con la nuova strategia ora la ricerca si allinea intorno ad altri pilastri tecnologici: big data, cloud, e “engagement”.

Quando a Watson, risultato di decenni di ricerca sull’intelligenza artificiale e l’elaborazione del linguaggio naturale nei laboratori Ibm, la Rometty ha messo tra le sue priorità la trasformazione di questa invenzione in un business redditizio, con applicazioni commerciali. Così il super-computer è stato testato in ambienti di lavoro reali, come il New York Genome Center, e la sua piattaforma è stata aperta a sviluppatori terzi per poter creare delle applicazioni. A inizio anno la Rometty ha reso il gruppo di Watson una unit indipendente e ha annunciato il citato investimento di 1 miliardo di dollari per il suo sviluppo e la sua commercializzazione. Watson rappresenta una scommessa di lungo termine della Rometty per portare Ibm a essere leader nelle vendite del settore dell’analisi dei dati, dove l’anno scorso ha fatturato “appena” 16 miliardi di dollari.

Per aprirsi al mondo del mobile, la Rometty ha anche annunciato, come noto, un’alleanza con Apple per lo sviluppo di servizi ottimizzati per iOs. Ibm ha anche investito pesantemente nel cloud—non solo nell’acquisizione di SoftLayer ma sborsando altri 1,2 miliardi di dollari per aprire 40 nuovi data center per il cloud in tutto il mondo, tra cui alcuni progettati specificamente per il governo americano. Le revenues dal cloud di Ibm crescono al ritmo del 69% annuo, ma anche qui il fatturato è ancora una piccola fetta nella gigantesca torta delle revenues di gruppo: 4,4 miliardi di dollari. Proprio questa è la sfida per la Ceo: fare dei business più promettenti, ancora marginali, il traino dei risultati Ibm, sostituendo gradualmente settori che appartengono ormai al “vecchio” modo di fare It.

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