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Identità digitale, le app manderanno in pensione le card: nel 2025 oltre 6 miliardi di “e-civic identity”

Secondo le stime di Juniper Research le applicazioni che consentono di identificarsi, oggi a quota un miliardo, faranno un netto balzo in avanti surclassando le carte “fisiche” per l’accesso ai servizi pubblici. La tecnologia blockchain garanzia della sicurezza dei dati

Pubblicato il 09 Nov 2020

Giampiero Rossi

spid, identità digitale

Con la pandemia causata dal Covid-19 si sta evidenziando sempre di più quanto la tecnologia possa aiutarci nella nostra vita quotidiana. Uno dei settori che maggiormente può essere rilevante è quello della identity, e, a tal proposito, sono molte le possibilità che si stanno evidenziando tanto che nel nuovo studio “Digital Identity: Technology Evolution, Regulatory Landscape & Forecasts 2020-2025Juniper Research stima che il numero delle app d’identità digitale in uso nel 2025 supererà i 6,2 miliardi, da poco più di 1 miliardo del 2020.

La ricerca ha affermato che, nel 2025, le app di civic identity, ovvero dove le identità rilasciate dal governo sono conservate dentro l’applicazione, rappresenteranno quasi il 90% delle app d’identità digitale che saranno installate a livello globale; tutto ciò sarà guidato dal crescente uso nei mercati emergenti e dall’impatto causato della pandemia in atto.

Il rapporto ha rilevato che, durante la pandemia, in tutto il mondo, il passaggio senza precedenti ai servizi digitali ha stimolato un rapido aumento della civic identity e che, tra il 2020 e il 2025, sarà in crescita del 467%, poiché l’onboarding e la verifica per i servizi digitali diventeranno sempre più vitali.

Il nuovo studio stima che, già nel 2023, le app di civic identity supereranno addirittura il numero di carte d’identità digitali, con un numero di app in uso, entro il 2025, superiore del 41% rispetto alle carte. Sebbene queste ultime siano ancora in crescita, la ricerca mostra che le app sono decisamente più facili da utilizzare, riuscendo a supportare meglio un maggiore coinvolgimento nel commercio digitale, fattore che sarà fondamentale per l’uso futuro dell’identità digitale.

Il report di Juniper mette in evidenza non solo che le app avranno un costante aumento, ma anche che la blockchain sarà fondamentale per questo processo, perché verrà utilizzata per proteggere l’Identity Networks e, quindi, sarà necessaria per il futuro dell’identità digitale, facendo in modo di proteggere l’accesso federato ai dati, dando fiducia e trasparenza. Addirittura, la ricerca afferma che, nel 2023, le app d’identità digitale di terze parti, basate sulla blockchain, rappresenteranno il 16% di tutte le app d’identità di terze parti installate.

Juniper, tuttavia, specifica che questo non sarà necessariamente il tanto lodato Self Sovereign Identity (SSI), ovvero il modello basato su blockchain che permette a chi possiede un proprio wallet apposito di non delegare la custodia e il controllo delle informazioni personali a terze parti e dove il controllo dell’identità è totalmente decentralizzato. Sicuramente, da questo studio si evidenzia come le app di civic identity diventeranno sempre di più, a scapito della carta d’identità elettronica, il mezzo preferito per utilizzare la nostra identità, facendo inoltre in modo di aumentare l’utilizzo di servizi di commercio digitale, e questo in particolare nelle economie emergenti.

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