Quanta Agenda digitale c’è nei programmi dei partiti politici in vista delle elezioni europee del prossimo 25 maggio? Il Corriere delle Comunicazioni ha scandagliato le proposte di Pd, M5S e altri partiti per capire che ruolo gioca il digitale nella costruzione dell’Europa del futuro, scoprendo che resta un tema marginale. Pd e Lista Tsipras quelli che fanno meglio dedicando capitoli ad hoc al tema, ma sempre meno “corposi” rispetto a quelli dedicati ad altre questioni.
Il Partito Democratico mette l’Agenda a pagina 8 del suo programma. “L’Ue deve adattarsi alle nuove sfide dell’Agenda digitale, garantendo un accesso diffuso a Internet e un utilizzo ottimale delle potenzialità della rete per imprese, ricercatori, professionisti – si legge nel programma – 4 milioni di persone lavorano nelle Tlc nell’Ue, un enorme potenziale di crescita dei mercati delle Tlc in grado di far crescere l’economia europea”. Il Pd ricorda che, secondo un recente studio del Parlamento europeo, la creazione di un mercato unico digitale potrebbe generare 260 miliardi di euro supplementari, ovvero più del PIL della Danimarca stimato nel 2014. Cinque i punti chiave del programma a cominciare dal completamento del Mercato unico digitale con misure urgenti e concrete entro i primi 100 giorni di legislatura e dalla revisione e modernizzazione del copyright in Europa. Focus anche sulla tutela del principio della neutralità della rete e della libera circolazione di informazioni e contenuti su internet e sull’introduzione di misure a favore di start-up e micro-imprese nel settore della Ict. Ultimo – ma non meno importante obiettivo – la promozione di strumenti europei che favoriscano lo sviluppo del commercio online e di una forte tutela dei consumatori grazie a informazioni più facilmente comparabili e maggiori diritti al momento di cambiare fornitore o contratto.
Il Movimento Cinque Stelle ha stilato un programma sintetico di sette punti dove, però, non si fa mai esplicito riferimento ai temi del digitale. Ma l’Agenda digitale – o meglio la diffusione delle tecnologie – c’è tra le righe delle proposte: la scelta dell’innovazione invece dello scambio merci su strada, la circolazione delle informazioni invece che dei prodotti, l’investimento su nuove risorse rinnovabili invece che su carburanti fossili e produzioni di vecchio stampo.
L’Ict e l’innovazione sono le grande assente nel programma di Forza Italia che, invece, preferisce porre l’accento su altre questioni come la tutela del welfare e delle classi deboli.
La Lista Tsipras concentra l’attenzione sui diritti digitali a cui vengono dedicati ben 11 punti: si va dalla dalla partecipazione alla trasparenza, per arrivare alla privacy e al diritto d’autore, passando anche per il delicato tema della sorveglianza di massa. Su quest’ultimo argomento si evidenza la posizione del leader greco contro l’accordo safe-harbour con gli Stati Uniti. Sulla violazione del copyright la Lista Tsipras boccia il regolamento Agcom sul copyright: nessuno deve anticipare la revisione giudiziaria su presunte violazioni in rete attraverso l’incoraggiamento, la coercizione o il consenso a fornitori di accesso internet o altre organizzazioni per punire presunte violazioni online.
Assente l’innovazione anche nel programma di Scelta europea.