Il grande occhio di Google

Nella pervasività di Internet c’è ancora spazio per istituzioni regionali? O l’ultima parola è ormai dei mercati globali?

Pubblicato il 05 Mar 2012

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"I politici europei si contendono un potere sempre più evanescente rispetto a mercati sempre più forti. E in tutto il mondo si osserva la tendenza dei mercati a creare, sotto il loro controllo, le istituzioni necessarie al rispetto del solo diritto che gli interessa: il diritto di proprietà”. L’analisi è di Jacques Attali e riguarda l’Acta, il contestatissimo accordo sul diritto di proprietà in Rete. Ma il giudizio può benissimo adattarsi, sostituendo la parola “proprietà” con la parola “privacy” e la parola “istituzioni” con “libertà dalle istituzioni”, alla contrapposizione che si è creata tra Google e l’Unione Europea. Ma non solo, visto che anche negli Stati Uniti si sono levate voci significative volte a bloccare le nuove regole in tema di gestione dei dati personali (l’integrazione delle informazione sugli utenti dei diversi sevizi di Google) decise dal motore di ricerca di Mountain View ed operative dal primo marzo.

In prima fila è la Francia dove il Cnil, l’Autorità per la privacy, ha stabilito che le scelte di Google non sono compatibili con la normativa europea. “Regole troppo vaghe e difficili” che persino esperti professionisti del settore potrebbero capire, accusa il Cnil. Che rischia di non rimanere l’unica autorità europea a pensarla così. In linea, del resto, con le posizioni del commissario Ue alla Giustizia Viviane Reding che, come ha ribadito in un’intervista apparsa nello scorso numero del Corriere delle Comunicazioni, ha invitato le autorità nazionali a verificare che la “nuova policy sulla privacy di Google sia coerente con la normativa europea”. Tant’è vero che l’Europa ha chiesto a Google di rinviare l’applicazione delle nuove metodologie di trattamento dati.

Google è andata avanti comunque giustificandosi col fatto che le eccezioni regionali sarebbero troppo costose e finirebbero per ostacolare lo sviluppo dell’innovazione tecnologica e di nuovi servizi. Lo scontro va al di là della vicenda privacy. Nella pervasività globale di Internet c’è ancora spazio per istituzioni regionali? O l’ultima parola è ormai dei mercati globali? La battaglia di Monti, allora commissario Ue, contro il monopolio di Microsoft ha oggi il sapore oggi dell’archeologia industriale.

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