L'ANALISI

Il pc a caccia di nuova identità

La rivoluzione tablet ha ridotto all’osso il mercato tradizionale. La coppia Microsoft-Intel la più penalizzata, ma soffre anche Apple

Pubblicato il 04 Feb 2013

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Trent’anni fa è stata la rivoluzione che ha cambiato la faccia della società. Vent’anni fa negli Usa ha scatenato una crisi occupazionale enorme sostituendo i quadri e i livelli intermedi nelle aziende. Il personal computer è il frutto più gustoso dell’informatica, il primo oggetto a diventare “persona dell’anno” sulla copertina di Time. E adesso è in crisi profonda.
I così detti apparecchi post-pc (la definizione è di Steve Jobs, uno dei padri nobili anche della rivoluzione pc) stanno riducendo ai minimi termini il mercato tradizionale. Tutti i fondamentali indicano che, se non negli uffici, almeno nelle case il mercato si sta rapidamente riorientando. Apple con il suo iPad, Google con i differenti “gusti” di Android e adesso anche Microsoft in rincorsa con il suo Windows 8, stanno disegnando una nuova mappa di usi e utenze. Il pc come lo conosciamo è destinato a scomparire?

Sei anni dopo il lancio dell’iPhone e tre anni dopo il lancio dell’iPad l’impatto sul mercato è stato notevole. Nel 2011 per la prima volta la vendita di smartphone nel mondo ha superato quella dei pc: 487,7 milioni di telefonini contro 414,6 milioni. Dal 2009 le vendite dei pc sono sostanzialmente piatte. La tenuta del mercato e anzi, la sua tendenziale crescita, dipende da un solo fattore: se si considerano i tablet come pc o come dispositivi mobili. In una famosa conferenza stampa il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, dichiarò di considerare l’iPad e gli altri tablet più simili a pc portatili che a cellulari, e la tesi è stata accolta dagli analisti. In questo modo si spiega la crescita di quasi il 10% annuo del mercato pc “esteso” ai tablet. Ma si riconosce anche un altro fattore molto importante: “Siamo di fronte al declino del pc casalingo”, spiegano gli analisti di Canalys. A scomparire sono i netbook, i portatili super-economici che caratterizzano il mercato consumer, con un -25% medio all’anno, mentre i tablet crescono in media del 270-300%. Tengono soprattutto i computer portatili e il mix delle vendite fissi-portatili di tutti i grandi del settore (Hp, Dell, Apple) è oramai 50/50, cinque anni fa era 80/20.

La tecnologia di un pc è più complessa di quella di un tablet, più costosa da realizzare e da progettare. Intel ha annunciato a fine gennaio di voler abbandonare la progettazione di schede madri per pc desktop entro tre anni. Che non vuol dire che il colosso di Santa Clara abbandonerà il settore, ma che si concentrerà sui segmenti più redditizi: schede per computer portatili, mini-pc, thin client e all-in-one, quest’ultimo il più convincente. È il segmento degli iMac e dei computer da scrivania dotati di monitor integrato. Scatole “chiuse” e più facilmente progettabili perché meno espandibili, spesso realizzate con componentistica e ingegnerizzazioni del mondo dei portatili.
La stessa Apple, precursore sia delle vendite dei tablet sia delle nuove categorie di pc, come gli Ultrabook ha accusato nel suo miglior trimestre di sempre, il primo del 2013, un calo del 20% nella vendita di Mac (4,1 milioni di pezzi rispetto ai 5,2 dello stesso periodo di un anno prima). Ad essere penalizzata dal crollo delle vendite dei pc è comunque una coppia che ne ha ricevuto sinora il massimo beneficio: Intel e Microsoft. A trarre vantaggio del nuovo assetto emergente sono non solo Apple e Google, ma anche altre società come Samsung, Htc e Arm, la britannica che progetta i processori utilizzati dai principali produttori di tablet. Il futuro sarà popolato probabilmente da pc più simili a tablet, con processori diversificati e sistemi operativi ibridi, spesso solo browser con i quali accedere ai dati dal cloud.

Questo sostiene perlomeno una ricerca di Ibm che si rallegra: ha venduto la divisione pc alla cinese Lenovo già nel 2005, mentre Leo Apotecker ha perso il posto da Ceo di Hp per aver ventilato di voler fare lo stesso mentre Michael Dell probabilmente farà comprare quote della sua azienda, togliendola dalla Borsa, a Microsoft.

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