IL CASO

Il prezzo del dominio .com verso il raddoppio. L’Icann darà l’ok?

Il nuovo contratto con Verisign prevede aumenti annuali che porteranno la tariffa all’ingrosso a 13,50 dollari dagli attuali 7,85. Sul piede di guerra i registar concorrenti. E c’è chi già solleva questioni antitrust. In corso la consultazione pubblica: il verdetto atteso entro marzo

Pubblicato il 17 Feb 2020

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Dagli attuali 7,85 dollari a 13,50 dollari di qui ai prossimi 10 anni: per la prima volta dal 2012 il dominio.com potrebbe non solo rincarare ma addirittura raddoppiare i suoi costi all’ingrosso nell’arco di un decennio. È quanto accadrebbe sulla base delle nuove “concessioni” a Verisign, l’azienda che gestisce il dominio e l’unica abilitata a “piazzarlo” sul mercato attraverso i cosiddetti registar di domini ai quali sarebbero applicate le nuove tariffe volute dal governo Trump.

Secondo i nuovi termini del contratto, Verisign può aumentare i prezzi del .com del 7% all’anno per i prossimi quattro anni. Dopodiché ci sarebbe un blocco dei prezzi per due anni e nel 2026 l’azienda potrebbe di nuovo iniziare ad aumentare i prezzi, sempre del 7% per altri quattro anni. Secondo stime dell’Ica (Internet Commerce Association) Verisign incasserebbe 340 milioni di dollari aggiuntivi l’anno, un “tesoretto” enorme considerati già gli elevatissimi profitti della società.  Non solo: si teme che Verisign inizi a vendere direttamente al grande pubblico poiché il nuovo contratto prevede anche che l’azienda possa gestire un proprio registrar, attraverso cui poi potrebbe dunque vendere domini al consumatore finale. Una possibilità che ha già fatto rizzare i capelli ai concorrenti che temono di non riuscire a reggere la competizione con Verisign. E c’è già chi ha sollevato questioni di antitrust.

L’aumento del dominio. com non sarebbe il primo: già lo scorso anno sono stati rimossi i limiti di prezzo per il dominio .org in capo a Pir (Public Interest Registry) nonostante nel periodo della consultazione pubblica lanciata dall’Icann il 98% dei 3.500 partecipanti si fosse detto sfavorevole alla rimozione del blocco.
Verisign evidenzia che esiste una grande differenza tra le modifiche del contratto .org e .com: certezze sui prezzi. A differenza di .org, il dominio .com manterrà il suo limite di prezzo, assicura l’azienda. I consumatori potranno dunque essere certi che i prezzi di registrazione non saliranno di oltre il 7% ogni anno.

Poco dopo la rimozione del limite di prezzo .org, Pir ha annunciato di voler cedere il dominio a Ethos Capital, società di private equity. Decisione che ha fatto molto indignare gli attivisti Internet e non solo. L’operazione è attualmente sospesa a seguito dell’avvio di un’inchiesta del procuratore generale della California, che sta attualmente indagando sulla vendita.

Riguardo agli aumenti del dominio .com una decisione definitiva è attesa, da parte dell’Icann, durante le prossime settimane. La partita potrebbe chiudersi entro marzo a seguito anche del risultato della consultazione pubblica attualmente in corso.

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