GREEN INFRASTRUCTURE

Il primo data center biocircolare al mondo: parte il progetto pilota

In campo Data4, l’iniziativa portata avanti in collaborazione con l’Università di Paris-Saclay. Si punta all’implementazione di un prototipo che permetterà il riutilizzo del calore prodotto dalle infrastrutture a beneficio delle comunità locali e delle industrie del territorio

Pubblicato il 13 Mar 2024

Via al progetto pilota che ha come obiettivo lo sviluppo del primo data center biocircolare al mondo. Lanciato a inizio 2024, il programma è a cura di Data4 e Università di Paris-Saclay e prevede la collaborazione di un team multidisciplinare e polivalente per l’implementazione di un prototipo che permetterà il riutilizzo del calore prodotto dalle infrastrutture data center a beneficio delle comunità locali limitrofe ai siti e ad altri settori industriali.

Con un pool costituito da attori istituzionali – quali gli esperti di Centrale-Supélec, AgroParisTech, Inrae, e il Laboratorio Icmmo dell’Università di Parigi-Saclay – e attori privati, tra cui la startup Blue Planet Ecosystems, il gruppo Data4 ospiterà nel suo campus data center di Marcoussis, vicino a Parigi, la task force di specialisti in biomassa aumentata, tecnologie digitali, AI, fisica, chimica ed economia, che implementerà il progetto.

L’ambito su su cui si estende l’iniziativa

Il piano prevede la ricerca, sviluppo e sperimentazione di nuove soluzioni e sistemi innovativi che permettano di evitare la dispersione del calore prodotto dalle infrastrutture data center con l’obiettivo di convertirlo ad altre destinazioni d’uso, quali l’alimentazione di industrie agricole attive in prossimità dei campus o il riscaldamento di abitazioni limitrofe. Si tratta di una soluzione già collaudata, che però riesce a sfruttare, ad oggi, solo il 20% del calore prodotto dai data center. Grazie alla collaborazione con l’Università Paris-Saclay, Data4 studierà quindi soluzioni alternative più efficaci rispetto a quelle esistenti.

Attualmente il gruppo sta infatti riproducendo nel suo campus di Marcoussis il meccanismo di fotosintesi naturale che permette di utilizzare parte della CO2 prodotta dalle attività dei data center per coltivare alghe e riciclarle in qualità di biomassa capace di creare nuove fonti di energia.

Un nuovo sistema di cattura del carbonio

Con il progetto data center Biocircolare, la CO2 emessa sarà trattenuta nelle alghe, che vantano un potere di cattura molto maggiore di quello degli alberi. Le alghe bloccheranno il carbonio al loro interno producendo nuova energia sostenibile, in forma di biocarburanti o biogas, da utilizzare per la fabbricazione di prodotti bio al servizio di altre industrie (cosmetica, agroalimentare, ecc.)

“Grazie a uno studio di fattibilità realizzato con la startup Blue Planet Ecosystems, con il sostegno della Cattedra Abiomas della Fondation Université Paris-Saclay, abbiamo potuto calcolare l’efficienza di questo metodo di cattura del carbonio, che può essere 20 volte superiore a quella di un albero (per una superficie equivalente)”, conferma Patrick Duvaut, vicepresidente dell’Université Paris-Saclay e presidente della Fondation Paris-Saclay.

Linda Lescuyer, direttrice Innovazione di Data4, aggiunge: “Il progetto del data center biocircolare si propone di utilizzare per la prima volta in assoluto il calore dei data center per lavorare sulla biomassa aumentata rispondendo a due delle principali sfide del nostro tempo: la salubrità e l’igiene di ciò che mangiamo da un lato e la transizione energetica dall’altro. Lavorare in parallelo su questi aspetti, richiede una stretta collaborazione tra tutti gli attori della regione dell’Essonne in cui operiamo, per sviluppare un vero e proprio progetto di ecologia industriale, volto a mettere in comune le risorse e a ridurre i consumi del territorio. Il gruppo Data4 è impegnato sulla sostenibilità da molti anni e sta adottando misure concrete per ridurre le emissioni di gas a effetto serra legate ai suoi scope 1, 2 e 3. Grazie alla partnership con la Fondation-Université Paris Saclay, abbiamo l’opportunità di affidarci a una delle comunità scientifiche più prestigiose al mondo per continuare il nostro percorso verso il raggiungimento di un obiettivo comune, lo sviluppo di un’economia energetica circolare”.

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