IL REPORT

Industria 4.0, le aziende “eccellenti” si tuffano nel digitale

I dati dell’Osservatorio Pmi di Global Strategy: cresce il numero delle società più virtuose: 522 quest’anno contro le 448 del 2016. Antonella Negri-Clementi: “Ci avviciniamo a un’era che ci porterà a dover rivedere e ricostruire gli schemi del fare impresa”

Pubblicato il 22 Giu 2017

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“Gli imprenditori eccellenti sono concordi nel sostenere che si avranno impatti positivi con l’arrivo dell’industria 4.0. Dalla nostra analisi risulta però come tali benefici vengano percepiti ancora prevalentemente nell’ambito della produzione, meno su quello riguardante la revisione dei modelli di business. L’industria 4.0 è però una rivoluzione più ampia della sola automazione dei processi produttivi. La riduzione del time to market, la customizzazione spinta dei prodotti, lo sviluppo di nuovi servizi saranno le grandi opportunità che i nostri imprenditori dovranno cogliere, puntando proprio sulle caratteristiche peculiari delle loro aziende e delle PMI italiane”. Lo afferma Stefano Nuzzo, partner Global Strategy e responsabile dell’Osservatorio PMI, commentando i dati dell’Osservatorio Pmi ideato e curato dalla società di consulenza strategica e finanziaria fondata e guidata da Antonella Negri-Clementi.

Dal rapporto, basato una decina di rigidi parametri economico-finanziari e patrimoniali, emerge che sono 522 aziende le imprese eccellenti in Italia su circa 7.500 Pmi totali che registrano un valore della produzione tra i 20 e 250 milioni di euro, in aumento del 16% rispetto alle 448 aziende del 2016. “I dati raccolti in nove edizioni di Osservatorio Pmi – dichiara Antonella Negri-Clementi, presidente e Ad. di Global Strategy – ci consentono un’analisi importante dello storico, andando a cogliere variazioni e sfumature. Nel corso di questi anni sono aumentate considerevolmente le Aziende Eccellenti e hanno dimostrato di saper aggredire nicchie e fattori di innovazione”. “Ci stiamo avvicinando a un’epoca di grandi cambiamenti, la cosiddetta ‘Era 4.0’ ci porterà a dover rivedere e ricostruire i precedenti schemi del fare impresa, e sarà sicuramente un’ulteriore possibilità di sviluppo”

Proprio nel merito del “4.0”; dall’osservatorio emerge che realtà “Eccellenti” ritengono che i principali benefici del 4.0 possano impattare sull’aumento della produttività (64%), sulla riduzione dei costi di produzione (43%), sul miglioramento della qualità del prodotto (36%).

Per quanto riguarda invece i benefici sul modello di business, saranno per il 28% sull’ottimizzazione del modello di business, per il 25% nello sviluppo di nuovi prodotti e servizi, per il 25% nella customizzazione e solo per il 23% e nella riduzione del time to market.

Il 4.0 avrà inoltre un forte impatto sull’occupazione, ma non in accezione negativa: solo per il 17% degli intervistati si ridurrà il numero di occupati a livello macroeconomico: cambieranno i processi organizzativi interni, che dovranno essere gestiti con risorse sempre più complete e con maggiori responsabilità: non basteranno più le sole competenze tecniche, prerogativa che oramai sembra data per scontata, ma i lavoratori del 4.0 dovranno possedere le cosiddette “soft skill”, ovvero competenze di gestione dei progetti e processi, problem solving e quello che viene definito “lateral thinking”, cioè la capacità di visione e di andare oltre.

L’industria 4.0 è quindi vista dagli imprenditori eccellenti come una grossa opportunità in grado di aumentare il vantaggio competitivo sia in Italia sia soprattutto all’estero.

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