AI ACT

Intelligenza artificiale, la Ue trova la quadra. Scatta la corsa al rush finale

Riconoscimento biometrico solo con autorizzazione giudiziaria e per reati specifici. Disposizioni vincolanti su trasparenza e sicurezza per i foundation model come quelli di Google e OpenAI. Sostegno a startup e pmi. Il Commissario Breton: “Trampolino di lancio per le nostre imprese”. Urso-Butti: “Passo significativo per uno sviluppo equilibrato della tecnologia”

Pubblicato il 09 Dic 2023

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Consiglio, Parlamento e Consiglio Ue, dopo un negoziato fiume di oltre 36 ore, hanno raggiunto l’accordo sull’AI Act, la legge europea sull’intelligenza artificiale. Si tratta del primo quadro normativo sui sistemi di AI nel mondo. L’annuncio dell’intesa è stato dato da Thierry Breton, commissario europeo al Mercato Interno, che su X ha definito l’accordo “storico”.

L’obiettivo della normativa, come aveva spiegato l’Ue, è garantire che l’AI protegga i diritti fondamentali, la democrazia, lo Stato di diritto e la sostenibilità ambientale, stimolando al tempo stesso l’innovazione e rendendo l’Europa leader nel settore.

Per diventare legge dell’Ue, il testo concordato dovrà ora essere formalmente adottato da Parlamento e Consiglio europei. Le commissioni del Parlamento per il Mercato interno e le Libertà civili voteranno sull’accordo in una prossima riunione.

Il testo finale andrà ancora limato nelle prossime settimane, ma l’intesa assicura che sarà approvato entro la fine della legislatura europea, per poi entrare progressivamente in vigore nei successivi due anni.

I foundation model

Lo scoglio sulla regolamentazione delle intelligenze artificiali più potenti, come quelle sviluppate dai colossi OpenAi, Meta e Google, era stata superato giovedì: saranno sottoposte a regole vincolanti su trasparenza e sicurezza, non solo a codici di condotta volontari.

Riconoscimento biometrico in casi limitati

In una nota il Parlamento europeo spiega che il testo stabilisce obblighi per l’AI in base ai suoi potenziali rischi e al livello di impatto, limitando l’uso di sistemi di identificazione biometrica da parte delle forze dell’ordine. Questo tema era quello su cui il trilogo ha trovato più difficoltà a trovare l’intesa.

In particolare “i negoziatori hanno concordato una serie di salvaguardie e di ristrette eccezioni per l’uso di sistemi di identificazione biometrica (Remote Biometric Identification, Rbi) in spazi accessibili al pubblico a fini di applicazione della legge, previa autorizzazione giudiziaria e per liste di reati rigorosamente definite”.

Nello specifico, i sistemi “post remoto” verranno utilizzati “esclusivamente per la ricerca mirata di una persona condannata o sospettata di aver commesso un reato grave”; e l’Rbi in tempo reale dovrà “rispettare condizioni rigorose e il suo uso sarà limitato nel tempo e nello spazio ai fini di: ricerche mirate di vittime (rapimento, traffico, sfruttamento sessuale); prevenzione di una minaccia terroristica specifica e attuale o localizzazione o identificazione di una persona sospettata di aver commesso uno dei reati specifici menzionati nel regolamento (ad esempio, terrorismo, traffico di esseri umani, sfruttamento sessuale, omicidio, rapimento, stupro, rapina a mano armata, partecipazione a un’organizzazione criminale, reati ambientali)”.

I divieti per le app più pericolose

L’Europarlamento riferisce che “riconoscendo la potenziale minaccia ai diritti dei cittadini e alla democrazia rappresentata da alcune applicazioni dell’intelligenza artificiale, i colegislatori hanno concordato di vietare: i sistemi di categorizzazione biometrica che utilizzano caratteristiche sensibili (ad esempio, convinzioni politiche, religiose, filosofiche, orientamento sessuale, razza); la raccolta non mirata di immagini del volto da internet o da filmati di telecamere a circuito chiuso per creare database di riconoscimento facciale; riconoscimento delle emozioni sul posto di lavoro e nelle istituzioni scolastiche”.

In base al testo verranno inoltre vietati “sistemi di AI che manipolano il comportamento umano per eludere il loro libero arbitrio; AI utilizzata per sfruttare le vulnerabilità delle persone (a causa della loro età, disabilità, situazione sociale o economica)”.

I sistemi ad alto rischio

L’intesa sull’Artificial Intelligence Act prevede inoltre degli obblighi per i sistemi di AI classificati come “ad alto rischio” a causa del loro potenziale danno significativo alla salute, alla sicurezza, ai diritti fondamentali, all’ambiente, alla democrazia e allo stato di diritto: i negoziatori del Parlamento Ue sono riusciti a inserire, tra gli altri requisiti, una valutazione obbligatoria dell’impatto sui diritti fondamentali, applicabile anche ai settori assicurativo e bancario. Aggiunti anche i sistemi di intelligenza artificiale utilizzati per influenzare l’esito delle elezioni e il comportamento degli elettori sono classificati come ad alto rischio. “I cittadini avranno il diritto di presentare reclami sui sistemi di intelligenza artificiale e di ricevere spiegazioni sulle decisioni basate sui sistemi di intelligenza artificiale ad alto rischio che hanno un impatto sui loro diritti”, si legge nella nota.

Misure a sostegno delle pmi

L’accordo sul testo – riferisce ancora l’Europarlamento – include misure a sostegno dell’innovazione e di piccole e medie imprese, affinché le pmi possano “sviluppare soluzioni di AI senza pressioni indebite da parte dei giganti dell’industria che controllano la catena del valore”, e istituisce delle sanzioni.

Le sanzioni

Per il mancato rispetto delle norme saranno previste multe che vanno da 35 milioni di euro o il 7% del fatturato globale a 7,5 milioni o l’1,5% del fatturato, a seconda della violazione e delle dimensioni dell’azienda.

Dopo l’accordo, il correlatore Brando Benifei (S&D, Italia) ha dichiarato: “È stato un lavoro lungo e intenso, ma ne è valsa la pena. Grazie alla capacità di resistenza del Parlamento europeo, la prima legislazione orizzontale al mondo sull’intelligenza artificiale manterrà la promessa europea – garantendo che i diritti e le libertà siano al centro dello sviluppo di questa tecnologia rivoluzionaria. La corretta attuazione sarà fondamentale: il Parlamento continuerà a tenere alta l’attenzione”.

Le reazioni

Per il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, e il sottosegretario all’Innovazione, Alessio Butti l’accordo politico preliminare sull’AI Act “rappresenta un passo significativo per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale nella Ue ed in Italia”.
“Da quando è entrato in carica, il governo Meloni ha contribuito in modo significativo a questo processo legislativo, sostenendo un approccio basato su di una visione umanocentrica dell’AI che dia impulso allo sviluppo delle nuove tecnologie, ponendo l’Europa al centro della trasformazione digitale globale nel rispetto delle prerogative che il trattato Ue riserva agli Stati membri – si legge in una nota congiunta – L’accordo politico preliminare dovrà ora essere sottoposto all’esame dei governi europei che ne valuteranno i dettagli in vista dell’approvazione finale da parte del Consiglio. L’Italia ribadirà la necessità di un quadro normativo semplice e chiaro, che rispecchi un equilibrio tra progresso tecnologico e salvaguardia dei principi etici costituzionalmente orientati e dei diritti dei cittadini, in grado di supportare adeguatamente lo sviluppo del mercato e della tecnologia, in perenne evoluzione”.
“Il Governo auspica che la futura legislazione possa favorire un’innovazione responsabile e sostenibile, promuovendo sviluppo ed investimenti da parte delle imprese nazionali ed europee, nel rispetto dei diritti dei cittadini e delle prerogative degli Stati membri a salvaguardia dell’interesse nazionale”, concludono.

“Storico! L’Ue diventa il primo continente a stabilire regole chiare per l’uso dell’AI. L’Ai Act è molto più di un regolamento: è un trampolino di lancio per startup e ricercatori dell’Ue per guidare la corsa globale all’intelligenza artificiale”, ha commentato il commissario Thierry Breton su X.

Soddisfazione è stata espressa anche dalla presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, che ha definito l’intesa come un “momento storico per l’Europa digitale”. “Accolgo con favore l’accordo storico sul nuovo Ai Act. Una legislazione all’avanguardia, responsabile e completa che fissa standard globali. L’Europa ha guidato e ha dato risultati”, ha scritto su X.

Sempre su X ha commentato anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen: “La legge europea sull’intelligenza artificiale è una novità mondiale. Un quadro giuridico unico per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale di cui ci si può fidare. E per la sicurezza e i diritti fondamentali delle persone e delle imprese. Un impegno che abbiamo assunto nei nostri orientamenti politici e che abbiamo mantenuto”.

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