LO SCENARIO ECONOMICO

Intelligenza artificiale, il new business vale il 7% di crescita del Pil

È quanto stima Goldman Sachs in un report che analizza le opportunità legate all’adozione della tecnologia da qui a 10 anni. Ecco quali sono ambiti e settori più impattati

Pubblicato il 29 Mar 2023

AI productivity Goldman Sachs

L’arrivo sul mercato di ChatGpt – un prodotto di intelligenza artificiale generativa (Ai) avanzato e accessibile – ha spinto diversi analisti a chiedersi se questa è l’alba di una nuova era dell’Ai che porterà a una rapida accelerazione nell’automazione delle attività umane, consentendo di risparmiare sui costi del lavoro e di aumentare la produttività del lavoro stesso e quindi il ritmo della crescita economica. È così? E in quale misura?

Uno studio di Goldman Sachs (“Global economics analyst-The potentially large effect of artificial intelligence in economic growth” SCARICA QUI IL REPORT COMPLETO) firmato da Joseph Briggs e Devesh Kodnani stima che l’aumento della produttività del lavoro globale potrebbe portare a un incremento del Pil globale annuo del 7% o un valore di quasi 7 trilioni di dollari nei prossimi dieci anni.

La combinazione di significativi risparmi sul costo del lavoro, creazione di nuovi posti di lavoro e maggiore produttività per i lavoratori aumenta la possibilità di un boom della produttività che traina la crescita economica, pur in uno scenario incerto soprattutto nelle tempistiche.

Automazione e boom della produttività

La stima globale di Goldman Sachs viene estrapolata da un calcolo effettuato sui dati degli Stati Uniti. L’Ai generativa potrebbe aumentare la crescita annua della produttività del lavoro negli Usa di poco meno di 11-12 punti percentuali in un periodo di 10 anni a seguito di un’adozione diffusa.

Utilizzando i dati sulle attività professionali sia negli Stati Uniti che in Europa, Goldman Sachs afferma che circa i due terzi dei posti di lavoro attuali sono esposti a un certo grado di automazione Ai e che l’Ai generativa potrebbe sostituire fino a un quarto del lavoro attuale. L’estrapolazione di queste stime a livello globale suggerisce che l’Ai generativa potrebbe esporre all’automazione l’equivalente di 300 milioni di posti di lavoro a tempo pieno.

Tuttavia gli analisti considerano che la perdita di lavori legata all’automazione è stata storicamente compensata dalla creazione di nuovi posti di lavoro e che l’emergere di nuove occupazioni in seguito alle innovazioni tecnologiche rappresenta la stragrande maggioranza della crescita dell’occupazione a lungo termine.

Il 18% del lavoro potrebbe essere automatizzato

Goldman Sachs stima che un quarto delle attuali attività lavorative potrebbe essere automatizzato dall’intelligenza artificiale negli Stati Uniti, con esposizioni particolarmente elevate nelle professioni amministrative (46%) e legali (44%) e basse esposizioni nelle professioni ad alta intensità fisica  come l’edilizia (6%) e la manutenzione (4%). Abbinando queste stime al sistema europeo di classificazione dell’occupazione Isco e svolgendo un calcolo simile per l’Eurozona utilizzando il database Eurostat Labour force survey (Lfs) si ottengono risultati paragonabili, sia in forma aggregata che tra settori.

Estendendo le stime statunitensi ed europee a livello globale, tenendo conto delle differenze tra i paesi e ipotizzando inoltre che l’intelligenza artificiale non influisca sul settore agricolo nelle economie dei mercati emergenti, Goldman Sachs suggerisce che il 18% del lavoro a livello globale potrebbe essere automatizzato dall’Ai.

La quota finale di lavoro esposta all’automazione potrebbe variare dal 15 al 35%. Ma la maggior parte dei posti di lavoro e delle industrie sono solo parzialmente esposti all’automazione ed è quindi più probabile che vengano integrati con l’Ai ma non sostituiti.

Il legame tra Ai, produttività del lavoro e crescita economica

L’ampia quota di occupazione esposta all’automazione dell’Ai generativa aumenta il potenziale per un boom della produttività del lavoro che fa crescere significativamente la produzione globale. Esistono due canali principali attraverso i quali l’automazione guidata dall’intelligenza artificiale potrebbe aumentare il pil globale.

In primo luogo la maggior parte dei lavoratori è impiegata in occupazioni parzialmente esposte all’automazione dell’Ai e, a seguito dell’adozione dell’Ai, probabilmente applicherà almeno parte della capacità liberata ad attività produttive che aumentano la produzione.

Studi accademici confermano che i lavoratori delle aziende che adottano per prime la tecnologia registrano una maggiore crescita della produttività del lavoro dopo l’adozione dell’Ai, con stime che generalmente implicano un aumento di 2-3 punti percentuali l’anno. L’Ai generativa potrebbe determinare un aumento economicamente significativo della produttività.

In secondo luogo Goldman Sachs prevede che molti lavoratori che perderanno il posto a causa dell’automazione dei loro compiti alla fine verranno ricollocati (quindi aumenteranno la produzione totale) in nuove occupazioni che emergono direttamente dall’adozione dell’Ai o in risposta al livello più elevato di domanda aggregata e di lavoro generata dalla produttività che aumenta.

Gli effetti a dieci anni dal boom tecnologico

Per stimare l’aumento della produttività del lavoro negli Stati Uniti dall’adozione diffusa dell’Ai generativa Gs ha sommato gli effetti impliciti sulla produttività del lavoro derivanti dal risparmio diretto sul costo del lavoro, l’aumento della produttività per i lavoratori che non vengono sostituiti e l’effetto del ricollocamento delle persone che hanno perso il precedente lavoro in nuove posizioni.

In questa analisi circa il 7% dei lavoratori finisce fuori dal mercato, ma la maggior parte è in grado di trovare una nuova occupazione in posizioni solo leggermente meno produttive, mentre i lavoratori parzialmente esposti sperimentano un aumento della produttività. Gli effetti si realizzano in un periodo di 10 anni che inizia all’incirca nel momento in cui circa la metà delle aziende ha adottato l’Ai generativa.

Sulla base di questi presupposti Goldman Sachs stima che l’adozione diffusa dell’Ai generativa potrebbe aumentare la crescita complessiva della produttività del lavoro di circa 1,5 punti percentuali all’anno, all’incirca la stessa spinta che ha seguito l’emergere di precedenti tecnologie di trasformazione come il motore elettrico e il personal computer.

Goldman Sachs ha estrapolato l’analisi per gli Stati Uniti ad altri paesi partendo dal presupposto che le differenze nella composizione settoriale del lavoro possano spiegare la maggior parte delle differenze nella crescita della produttività del lavoro. Le stime implicano che l’adozione dell’Ai potrebbe aumentare la crescita della produttività annua globale per i paesi coperti dall’analisi di 1,4 punti percentuali su un periodo di 10 anni, anche se probabilmente l’impatto arriverà in tempi più lunghi nelle economie emergenti.

Più 7% sul Pil mondiale o 7 trilioni di dollari

L’applicazione di questo aumento stimato della produttività del lavoro globale ai paesi analizzati implica che l’adozione diffusa dell’Ai potrebbe alla fine determinare un aumento del 7% o quasi 7 trilioni di dollari del pil mondiale annuo su un periodo di 10 anni.

Sebbene l’entità dell’impatto dell’Ai dipenderà in ultima analisi dalla sua capacità e dalla tempistica di adozione (e l’incertezza su entrambi questi fattori è ancora elevata), le stime – conclude lo studio – evidenziano l’enorme potenziale economico dell’Ai generativa se manterrà le sue promesse.

La promessa dell’Ai generativa

L’analisi di Goldman Sachs prende in considerazione le tecnologie di intelligenza artificiale generativa attualmente al centro dell’attenzione, come ChatGpt, Dall-E e Lamda, che si distinguono per tre caratteristiche principali: i loro casi d’uso sono generalizzati piuttosto che specializzati; hanno la capacità di generare output nuovo e simile a quello che genererebbero le persone anziché limitarsi a descrivere o interpretare le informazioni esistenti; e hanno interfacce accessibili che comprendono e rispondono con linguaggio naturale, immagini, audio e video.

I primi due progressi sono fondamentali per espandere la serie di attività che l’Ai può eseguire, mentre il terzo è fondamentale per determinare la tempistica dell’adozione.

Oltre a questi cambiamenti, gli aumenti esponenziali della potenza di calcolo grezza disponibile hanno consentito rapidi progressi nella complessità delle attività che l’Ai può eseguire e nell’accuratezza con cui può eseguirle. L’ultima iterazione del modello Gpt di OpenAi, Gpt-4, rilasciato in questo mese di marzo, circa un anno dopo che il modello Gpt-3.5 attualmente alla base di ChatGpt ha terminato l’addestramento, ottiene 150 punti in più sul test Sat rispetto al suo predecessore, è il 40% in più in grado di produrre risposte accurate e ora può accettare input visivi (non solo testo).

Tutti questi elementi trainano anche l’interesse degli investitori. Nel 2021 gli investimenti privati ​​statunitensi e globali nell’Ai ammontavano rispettivamente a 53 miliardi e 94 miliardi di dollari, ciascuno più di cinque volte in termini reali rispetto ai cinque anni precedenti, riporta Goldman Sachs. E anche se. gli investimenti continueranno ad aumentare a un ritmo modesto, gli investimenti statunitensi nella sola intelligenza artificiale potrebbero avvicinarsi all’1% del pil Usa entro il 2030.

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